Al Cicap Fest, a Padova, si è discusso di competitività in ambito tecnico-scientifico. Fondazione Amgen rilancia con i programmi internazionali di formazione nelle Scienze della Vita
La competizione globale si gioca sempre più nei settori ad elevato contenuto scientifico e tecnologico. Le discipline STEM – Science, Technology, Engineering and Mathematics – sono considerate il motore della crescita economica e della competitività internazionale, ma in Italia il numero di studenti che intraprendono questi percorsi non è ancora sufficiente a soddisfare la domanda del mercato del lavoro. La formazione diventa così un tema cruciale non solo per l’economia, ma anche per la crescita individuale e sociale delle nuove generazioni.
Un appuntamento all’interno del Cicap Fest, il Festival della Scienza e della Curiosità, che si è tenuto a Padova, ha indagato il ruolo delle discipline STEM nella società contemporanea. Promuovere la formazione, hanno sottolineato i relatori, significa fornire alle nuove generazioni la capacità di “orientarsi nel mondo”, sviluppando competenze tecniche, capacità di risoluzione dei problemi e prospettive di carriera più solide. I dati confermano la necessità di un cambio di passo. Secondo il Sistema Informativo Excelsior (2024), tra il 2024 e il 2028 il fabbisogno di lavoratori con formazione terziaria in ambito STEM sarà compreso tra 72mila e 82mila unità all’anno. Tuttavia, la ridotta presenza di studenti con questo tipo di formazione determinerà una carenza stimata tra 8mila e 17mila giovani ogni anno. Eppure, le immatricolazioni sono in crescita: dal 2000 al 2024 il gruppo scientifico ha registrato un aumento del 73,4% secondo i dati Censis.
Le discipline STEM esercitano, tuttavia, un fascino minore rispetto ad altre aree di studio, e spesso i giovani non percepiscono il valore sociale e culturale di queste competenze. Eppure, oltre a essere un fattore di competitività, l’istruzione scientifica può rappresentare un potente motore di promozione sociale, stimolando la curiosità, rafforzando il legame tra scienza e comunità e ispirando nuovi talenti. In questo quadro si inserisce il programma della Fondazione Amgen, che da anni promuove programmi di formazione nelle Scienze della Vita, e che l’anno scorso ha raggiunto 25 milioni tra studenti e docenti a livello globale. Con il progetto Amgen Scholars, attivo dal 2007, sono stati coinvolti studenti universitari provenienti da college e università, offrendo esperienze di ricerca estiva sotto la guida di professori di primo piano e l’opportunità di partecipare a seminari, eventi di networking e simposi regionali. Per gli studenti europei, i centri ospitanti sono cinque: ETH Zürich, Institut Pasteur, Karolinska Institutet, Ludwig-Maximilians-Universität München e University of Cambridge. Ad oggi, gli alumni del programma lavorano in ambiti scientifici in oltre 40 Paesi.
In parallelo, il progetto Amgen Biotech Experience (ABE), attivo dal 1990, ha portato le biotecnologie sui banchi della scuola secondaria, raggiungendo nel 2024 il traguardo di un milione di studenti coinvolti. «Amgen intende sostenere l’innovazione tramite terapie di ultima generazione, studi clinici e ricerca in Italia – ha dichiarato Alessandra Brescianini, Direttore Medico – e con Fondazione Amgen si impegna a promuovere il capitale umano del Paese, aspetto che consideriamo altrettanto fondamentale. Realizziamo progetti rivolti a universitari che già studiano nel campo della scienza, e a cui offriamo l’opportunità di frequentare centri di eccellenza per affinare le proprie competenze ed inserirsi presso prestigiosi network internazionali. Intendiamo in questo modo incentivare l’approccio scientifico affinché i giovani apprendano non solo elementi che possano poi utilizzare in un successivo percorso di carriera, ma anche un metodo, che permetta loro di appassionarsi alla scienza e sviluppare un pensiero critico sempre più indispensabile a comprendere e capire il Mondo».
Il bando per l’edizione 2026 di Amgen Scholars, appena lanciato e in scadenza il 1° febbraio 2026, rappresenta un’occasione concreta per gli studenti italiani di avvicinarsi ai laboratori di ricerca più prestigiosi al mondo. Un’opportunità che si inserisce in un contesto nazionale ancora fragile, ma che può contribuire a colmare il divario tra formazione e mercato del lavoro, rafforzando il ruolo delle STEM come chiave di competitività e di crescita sociale.





