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Nuovo nomenclatore pietra tombale sui servizi di prossimità della specialistica accreditata 

Tutti a Roma per spingere il ministero al Dialogo. Dal 1° aprile a rischio chiusura centinaia di strutture di Pierpaolo Polizzi

L’entrata in vigore dal 1° aprile del Nuovo nomenclatore tariffario per la Specialistica ambulatoriale e protesica non consente in alcun modo di garantire l’erogazione delle prestazioni ambulatoriali da parte delle Strutture private accreditate, necessarie ai cittadini in primis, generando una crisi di sistema senza precedenti.

La premessa essenziale è che i tagli presenti nel nuovo Nomenclatore sono difficilmente sostenibili in quanto operano su tariffe già ridotte al minimo nel 2013 (Decreto Balduzzi) e non sono state da allora mai oggetto di un adeguamento concernente il progressivo aumento dei costi generali di produzione e, con particolare riguardo, al costo del lavoro. Il rischio è reale: o si rivede il Nomenclatore o le strutture saranno costrette nel breve tempo a chiudere ed inevitabilmente a soccombere. Giova sottolineare che in ossequio all’articolo 119 della Carta Costituzionale, ed ai sensi del Codice Civile e della Legge 231/2001, gli amministratori degli Enti concessionari di servizio pubblico, quindi anche i Rappresentanti Legali del privato accreditato nell’ambito delle responsabilità civili e penali a loro attribuibili, devono ottemperare ad un “Protocollo di Legalità” che prevede tra l’altro il mantenimento di un costante equilibrio finanziario del bilancio societario. Resta di palmare evidenza che la forte riduzione tariffaria del nuovo Nomenclatore incide in modo consistente sulle fonti dei ricavi alterando significativamente la gestione e conseguentemente l’equilibrio economico sotteso al rapporto di concessione. Lo scopo della presenza di Fenaspat  alla manifestazione nazionale che si è svolta oggi a Roma al teatro Brancaccio sotto l’egida dell’Uap (Unione ambulatori e poliambulatori) è offrire un contributo per sensibilizzare il mondo politico e Istituzionale nazionale, sull’effetto dirompente che la novità normativa avrà sull’intero Comparto della sanità accreditata a far data dal 1° aprile 2024. Fenaspat, intende prevenire attraverso un dialogo costruttivo, alla illustrazione delle difficoltà applicative della nuova norma, nell’interesse dei pazienti, dei lavoratori e delle strutture sanitarie. La questione non riguarda solo le analisi di laboratorio ma rischia di travolgere la tenuta di setting assistenziali dell’intera  macroarea della radiodiagnostica, medicina nucleare, fisiochinesiterapia, laboratoristica, cardiologia e le altre branche a visita.

Oltre ai tagli alle tariffe ci sono da considerare la soppressione di alcuni codici ministeriali dedicati. Il Nomenclatore ha ad esempio stral Sudavolto del tutto la branca di diabetologia (cod.28), negandole in concreto la facoltà di applicare linee guida di servizi di medicina territoriale concepiti da sempre come livello intermedio tra la medicina di base (MMG e PLS) e l’ospedalità, e dunque tra cure di II e III livello. Le regioni da noi rappresentate detengono in diabetologia l’indice di morbilità più alta dell’Italia ed ora sono costrette a smantellare la rete assistenziale integrata organizzata in quest’ultimo decennio sul presupposto che la sindrome diabetica non può che essere gestita attraverso una presa in carico globale e multifattoriale e quindi in regime poliambulatoriale. Tutto ciò trascina con sé inevitabilmente una crisi occupazionale ed appesantisce ancor di più il dilagante problema delle Liste di attesa rispetto alle quali abbiamo già registrato grandi preoccupazioni da parte dei dirigenti di Cittadinanzattiva – Tribunale dei Diritti del Malato – organismo europeo più rappresentativo di tutela degli utenti in sanità.

LA RETE DELLE STRUTTURE 

Il Sistema della Sanità privata accreditata in Camoania e  è formato in gran parte da piccole e medie strutture che erogano in alcuni settori l’80 per cento delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e diagnostica con il 5% per cento della spesa sanitaria totale. Non sono certamente da grandi gruppi imprenditoriali o grandi cliniche lombarde, toscane e venete, regioni più volte richiamate a modello come le regioni “più performanti”, ma al tempo stesso, destinatarie di grandi risorse economiche attinenti la mobilità passiva extra regionale delle regioni e di risorse extra. 

Le aziende private del Comparto che operano con il SSN e remunerate con le tariffe contemplate nel Nomenclatore, sia per l’indubbia l’utilità sociale che per la dignità imprenditoriale e di Servizio che prestano, meritano a nostro avviso maggiore ascolto e rispetto. Non possiamo sottacere, infatti, che le nostre imprese sanitarie operano da oltre quarant’anni in nome e per conto del Servizio Sanitario Nazionale e dall’avvio, nei primi anni ottanta, della Riforma sanitaria il privato accreditato ha saputo, su richiesta del Committente Pubblico, conformare progressivamente tutti gli assett requisituali inerenti il ruolo da svolgere nell’ambito prestazionale specialistico a garanzia dei Lea. Nell’ultimo periodo i Centri di specialistica ambulatoriale, in conformità di quanto previsto contrattualmente, sono stati chiamati a dare un contributo essenziale (sono le parole del Presidente De Luca) al raggiungimento di parametri previsti nella griglia degli indicatori dell’assistenza territoriale e distrettuale.

Basti pensare al Fascicolo sanitario elettronico, al governo delle Liste di attesa, al Cup unico regionale, alle aggregazioni laboratoristiche ed il sistema HUB/SPOKE, la rete Adi territoriale, il potenziamento dell’assistenza distrettuale semiresidenziale e residenziale.

Il privato accreditato ha già raccolto i nuovi input derivanti dal DM Schillaci per quanto attiene la salvaguardia dei principi di libera concorrenza del mercato e saprà contribuire a valorizzare il nuovo scenario delineato dal Ministro con le modifiche apportate agli art. 8 – quater e quinquies del Decreto Legislativo 502.

LE RICHIESTE 

Fenaspat chiede dunque di differire l’applicazione del Decreto Tariffe nell’interesse dei pazienti, dei lavoratori e delle strutture e di convocare, entro il 1° aprile 2024 un Tavolo, estendendo la partecipazione allo stesso, a tutte le Parti sindacali interessate ed attivatesi anche in sede giurisdizionale. Non è più rinviabile fare il punto sui nuovi LEA e verificare se come sono concepiti, sono confacenti al lavoro che le strutture svolgono tutti i giorni sul territorio. Bisogna promuovere politiche che tutelino tali realtà, che favoriscano la collaborazione tra enti pubblici e privati, basate su una visione obiettiva e su una corretta programmazione, per garantire un sistema di assistenza all’avanguardia che offra il massimo beneficio ai pazienti, presentando proposte migliorative finalizzate a garantire il conseguimento dell’efficienza tra Appropriatezza e Qualità dei servizi erogati.

Gli ambulatori specialistici sono presidi fondamentali che offrono assistenza sanitaria di prossimità, forniscono prestazioni in ambito LEA, creano posti di lavoro e soddisfano in larga misura il bisogno di salute dei cittadini. Diversamente, se al primo aprile ciascuna Regione, in assenza di alcun segnale Ministeriale e Governativo di disponibilità ad un riesame, si orientasse per una pedissequa applicazione del nuovo Nomenclatore tariffario, dovremo prendere in considerazione l’avvio di tutte le procedure relative ai tagli quali-quantitativi afferenti al privato accreditato, ribaltando, al tempo stesso, sul Governo Centrale la responsabilità di una irreparabile compromissione dei Livelli Essenziali di assistenza.

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