I dispositivi di monitoraggio della glicemia che adottano il sistema “Flash Glucose Monitoring” (FGM) ed eliminano la necessità di pungere le dita offrendo alle persone con diabete i dati e le conoscenze di cui hanno bisogno per gestire al meglio la cura della malattia, semplificando l’autocontrollo così da ridurre drasticamente le complicanze a breve, medio e lungo termine sono una innovazione che dovrebbe riguardare tutti i pazienti affetti da diabete che possono giovarsene e la prescrizione andrebbe allargata e semplificata.
Dalla Regione Puglia arriva un’importante apertura verso l’accesso a queste nuove tecnologie eliminando le disequità dovute ad una vecchia delibera di Giunta che limitava la prescrizione solo a pochi centri e a una popolazione ristretta.
Vito Montanaro, Direttore Dipartimento promozione della salute della Regione Puglia,e la Consigliera regionale Lucia Parchitelli, intervenuti stamani alla Bari School di Motore Sanità, hanno annunciato che questo necessario passaggio avverrà in tempi brevi con la revisione della delibera che sarà redatta sulla base dei numerosi e concordi dati scientifici ed economici che certificano il beneficio per i pazienti. La revisione prevederà dunque l’eleggibilità a tutti i cittadini con diabete di tipo 1 e 2 in terapia insulinica iniettiva di giovarsi di queste nuove tecnologie, allineando la situazione regionale a quelle di altri governi locali che hanno già sostenuto questo percorso innovativo.
“Abbiamo dato la nostra disponibilità a procedere con un provvedimento di allargamento dei centri prescrittori e di investimento nell’acquisto dei sensori – ha spiegato Montanaro – Il dipartimento potrà anche partecipare a questo tavolo per dare la garanzia della copertura finanziaria e della copertura sotto il profilo della riorganizzazione in termini estensivi della rete dei centri prescrittori”.
Una svolta che conferma quanto evidenziato nel corso delle sessioni del convegno in corso all’Hotel Excelsior di Bari riguardo agli investimenti in tecnologie innovative in grado di produrre un importante risparmio in termini di risorse impiegate nella prevenzione delle pericolose complicanze della malattia. Un nuovo scenario che ridurrà le liste di attesa e i tempi di spostamento per familiari, Caregiver e pazienti semplificando l’accesso alle nuove tecnologie innovative.
“Quando parliamo di cronicità dobbiamo pensare ancor di più ad una sanità sempre più vicina al cittadino ed è per questo motivo che condivido totalmente la proposta che è stata fatta anche dal tavolo tecnico istituito presso l’Aress di aumentare i centri prescrittori – ha spiegato Lucia Parchitelli, – avere centri prescrittori lontani dal domicilio porta il paziente a rinunciare a recarsi. Ho condiviso la proposta, fermo restando che ci deve essere un attento monitoraggio dei centri che vengono individuati”. La Regione Puglia, con una nota ufficiale trasmessa all’Aress, ha già comunicato che sia nella direzione dei centri prescrittori che della eleggibilità dei pazienti che possono ricevere il sensor, il dipartimento e l’assessorato alla sanità sono d’accordo.
Il diabete è una malattia cronica ad alto impatto sociale: 4 milioni di persone ne sono effetti in Italia, 240mila soltanto in Puglia con risvolti clinici che incidono su diversi organi e apparati e con un costo sociale enorme quando la malattia non è gestita in maniera rigorosa, coinvolgendo moltissime famiglie. Nel confronto della School di Motore Sanità in corso a Bari, hanno partecipato stamani esperti, stakeholder, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni di pazienti.
“L’innovazione tecnologica – hanno spiegato Francesco Giorgino, ordinario di Endocrinologia presso l’Università di Bari e direttore Unità Operativa “Medicina Interna, Endocrinologia, Andrologia e Malattie Metaboliche” del Policlinico di Bari e Luigi Laviola, ordinario di Endocrinologia Sezione di Medicina Interna, Endocrinologia, Andrologia e Malattie Metaboliche Dipartimento di Medicina di Precisione e Rigenerativa e Area Jonica (DIMEPREJ) Università di Bari “Aldo Moro” – negli ultimi tempi ha fatto enormi passi avanti per migliorare la qualità di vita, la salute, la presa in carico dei pazienti. Per il diabete l’innovazione disponibile è in grado di cambiare l’evoluzione e il controllo della malattia, la prevenzione delle complicanze, restituendo ai cittadini con diabete una qualità di vita semplificata e migliorata, unitamente ad una riduzione significativa dei costi di gestione”.
Il riferimento è ai dispositivi di monitoraggio della glicemia che adottano il sistema “Flash Glucose Monitoring” (FGM) eliminano la necessità di pungere le dita e offrono alle persone con diabete i dati e le conoscenze di cui hanno bisogno per aiutarle a vivere una vita più sana imparando da un semplificato autocontrollo. Perché non è semplice convivere con il diabete. Un dispositivo innovativo per controllare la patologia e le sue complicanze, che però, in Italia, viene rimborsato in maniera disomogenea, con criteri di eleggibilità che variano da Regione a Regione.
“Il controllo della glicemia – ha aggiunto il professore Giorgino – è un valore assoluto che rimane ancora di grandissima importanza. Quando la glicemia aumenta in maniera persistente tutti gli organi e tessuti ne soffrono e ci sono molte complicanze; inoltre le stesse difese immunitarie possono essere ridotte se c’è una glicemia elevata e lo abbiamo appreso durante il Covid. Da questo punto di vista il monitoraggio della glicemia è fondamentale e oggi, oltre al glucometro tradizionale, ci sono delle tecnologie più avanzate – i sensori della glicemia – che consentono di avere il valore in maniera continuativa. Questo monitoraggio avanzato con nuove tecnologie, che si evolve ed evolverà, deve essere reso accessibile alle persone con diabete”.
Significativi i numeri forniti dal professore Laviola: le persone con diabete tipo 1 a rischio di ipoglicemia grave (15%) sono circa 2.250, il costo ospedaliero di un episodio di ipoglicemia grave è di circa 5.000 euro; le persone con diabete tipo 1 a rischio di chetoacidosi (5%) sono circa 750; il costo ospedaliero di un episodio di chetoacidosi è di circa 10.000 euro, il costo totale stimato per ricoveriè 19.000.000 euro, i costi ambulatoriali, convalescenza, indiretti, ecc. sono circa 15.000.000 euro; i sensori riducono il rischio di ipoglicemia grave e chetoacidosi del 50% circa. Se tutte le persone con diabete tipo 1 usassero sensori glicemici la spesa sarebbe di 15 milioni, ma si risparmierebbero circa 17 milioni per ricoveri per ipoglicemia grave e chetoacidosi.
La voce dei pazienti
Le nuove tecnologie per il monitoraggio della glicemia sono dunque da intendere come terapie di prevenzione delle complicanze della malattia del diabete e i nuovi investimenti risorse importanti per allargare il numero dei centri prescrittori. Queste sono le azioni chiave secondo Fand Puglia. “Siamo in prima linea per confermare il ruolo importante delle nuove tecnologie – i sensori per il monitoraggio della glicemia che migliorano la qualità di vita dei pazienti – e per chiedere che il numero dei centri prescrittori venga allargato così come l’eleggibilità all’accesso” ha spiegato Giuseppe Traversa, Presidente del Coordinamento Regionale FAND Puglia e Consigliere della Presidenza FAND. Altro tema spinoso le lunghe liste d’attesa: “C’è una moltitudine di richieste di prime visite e i medici non riescono a rispondere tempestivamente, inoltre i pazienti che sono distanti dai centri prescrittori spesso rinunciano alla cura. L’aperura alla eliminazione dei centri prescrittori e l’allargamento dell’eleggibilità sarà fondamentale per ogni cittadino che convive con la malattia nella nostra regione”.
Sempre in prima fila FeDer Diabetici Puglia APS, rappresentata dalla presidente Monica Priore, anche Consigliere nazionale di Diabete Italia, ha ricordato che in Puglia, circa 300 mila persone vivono quotidianamente con il diabete, malattia che nelle sue varie forme richiede un approccio strutturato e tempestivo. “Questa nuova apertura della Regione eliminerà le barriere di accesso che fino a ieri limitavano a qualità di vita dei pazienti diabetici nella regione. Importante sarà anche l’introduzione di un Registro regionale diabete e la creazione di Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali (PDTA) in grado di uniformare l’accesso ai percorsi di cura” ha concluso Monica Priore.