Dalla diagnosi alla terapia, come affrontare la disforia di genere nei giovani secondo gli esperti.
La disforia di genere è una condizione complessa in cui un individuo non si riconosce nel proprio genere biologico, generando un profondo disagio psicologico. Nei casi più complessi, durante la pubertà, quando il corpo inizia a trasformarsi, può verificarsi un’intensificazione di questo disagio. Per affrontare questa situazione, esistono approcci terapeutici che comprendono sia il supporto psicologico che l’uso di trattamenti farmacologici volti a bloccare temporaneamente il progresso della pubertà, permettendo al giovane di esplorare il proprio orientamento di genere in un ambiente sicuro.
Terapie per il blocco della pubertà: quando sono necessarie
Uno degli approcci terapeutici utilizzati per trattare la disforia di genere è rappresentato dall’uso di farmaci in grado di bloccare temporaneamente lo sviluppo della pubertà. Questi farmaci vengono somministrati in fasi iniziali della pubertà, che tipicamente inizia tra gli 8 e i 10 anni. Il trattamento ha lo scopo di interrompere l’avanzamento dei caratteri sessuali secondari, permettendo al ragazzo o alla ragazza di arrivare all’età adulta senza un corpo che non riconoscono come parte del loro genere. Se, al compimento dei 18 anni, il giovane decide di intraprendere un percorso di transizione, sarà possibile procedere con l’intervento chirurgico per realizzare il cambiamento di genere desiderato.
L’importanza di una valutazione psicologica prima di qualsiasi intervento
Nonostante l’efficacia di queste terapie nel consentire una decisione più consapevole in età adulta, gli esperti sottolineano che una diagnosi di disforia di genere non deve basarsi esclusivamente su un intervento farmacologico. È fondamentale un percorso psicoterapeutico accurato, che aiuti il giovane a comprendere appieno la propria identità di genere. L’approccio psicologico è essenziale per offrire un sostegno adeguato durante un periodo delicato come l’adolescenza, quando il corpo e la mente sono in forte cambiamento.
Gli specialisti suggeriscono di iniziare il trattamento psicologico sin dai primi segni di disforia, generalmente intorno ai 10-11 anni, quando cominciano i primi segni dello sviluppo puberale. In questo modo, il ragazzo o la ragazza potranno essere guidati a fare una scelta consapevole riguardo al proprio genere, anche in relazione all’eventuale ricorso a terapie farmacologiche per bloccare lo sviluppo.
I rischi e le preoccupazioni legate al trattamento
L’uso di farmaci per il blocco della pubertà è un tema dibattuto anche dal punto di vista bioetico. Alcuni esperti evidenziano che l’intervento precoce può avere effetti collaterali, come alterazioni nel corretto sviluppo corporeo e nella mineralizzazione ossea, soprattutto se la terapia è protratta per un lungo periodo. Inoltre, se il trattamento viene somministrato in assenza di una valutazione psicologica approfondita, potrebbe non portare ai benefici sperati e potrebbe risultare in un percorso non completamente consapevole.
Tuttavia, i sostenitori di questa terapia ritengono che i benefici superino i rischi, soprattutto considerando la sofferenza psicologica dei giovani che non si riconoscono nel loro corpo. Se il trattamento farmacologico viene sospeso all’età adulta e, dopo un adeguato percorso psicoterapeutico, il giovane conferma la volontà di intraprendere un percorso di transizione, il percorso medico e chirurgico successivo sarà più semplice e meno invasivo.
Un fenomeno raro, ma reale
In Italia, i casi di disforia di genere sono relativamente rari rispetto ad altri Paesi europei, dove fenomeni simili sono più diffusi, come ad esempio in Olanda, Svezia e Norvegia. Si stima che in Italia la disforia di genere riguardi uno o due casi ogni 10.000 individui. Nonostante ciò, è fondamentale che i genitori e i professionisti sanitari non ignorino questi segnali, perché un percorso di trattamento tempestivo e multidisciplinare può essere cruciale per il benessere psicologico e fisico del giovane.
Per questa ragione, è importante che le famiglie si rivolgano a centri specialistici di endocrinologia pediatrica con esperienza nella gestione della disforia di genere. Un trattamento adeguato richiede l’integrazione di diverse figure professionali, tra cui endocrinologi, psicologi e psichiatri, che lavorano insieme per garantire un percorso di cura completo e sicuro per il giovane.
Il ruolo centrale della famiglia
Infine, è essenziale che i genitori siano pienamente coinvolti nel percorso terapeutico. La disforia di genere non riguarda solo il giovane, ma coinvolge tutta la famiglia. Un percorso psicoterapeutico per i genitori è fondamentale per supportare le decisioni della famiglia, aiutandola a comprendere meglio la situazione e a gestire le emozioni legate a questa esperienza. Avere una rete di supporto familiare forte è cruciale per il benessere del giovane, che affronta un cammino difficile e pieno di sfide.