Disturbo da Gioco d’Azzardo (DGA), una definizione lapidaria per una patologia diffusa e spesso sottovalutata, ma capace di lasciare ferite profonde nella psiche umana e non solo, incide sulla salute mentale, ma compromette pure la socialità e la stabilità economica di chi ne soffre. Fuori dai cliché, si tratta di una condizione clinica a tutti gli effetti, inserita nei manuali di psichiatria e nel DSM che classifica le forme morbose. La nevrosi è caratterizzata da un comportamento compulsivo disfunzionale verso il gioco, con gravi conseguenze sulle capacità di giudizio e sul controllo degli impulsi.
Per affrontare questa emergenza sociale si sta consolidando in Italia un nuovo modello integrato, che punta sulla cooperazione tra istituzioni, mondo scientifico, industria del gioco legale e nuove tecnologie, in particolare l’intelligenza artificiale, per garantire una tutela concreta dei soggetti più fragili.
Come ha spiegato il professor Giovanni Martinotti, ordinario di Psichiatria all’Università G. d’Annunzio di Chieti, il disturbo è spesso associato a depressione, ansia, disturbi da uso di sostanze e rischio suicidario, collocandosi all’interno di una sindrome psichiatrica complessa. Può essere tanto la conseguenza di altre patologie quanto il terreno fertile per l’insorgenza di eventuali complicanze, ed è aggravato da una perdita di controllo della condotta che compromette il discernimento.
In Italia, oltre un milione di persone presenta comportamenti di gioco problematico, e tra 120mila e 200mila rientrano nei criteri diagnostici del DSM5, il sistema di classificazione dei disturbi mentali, redatto dall’American Psychiatric Association. Dopo un calo apparente dovuto alla pandemia, i numeri tornano a salire, trainati dal gioco online e da un’esposizione precoce al gambling tra i giovani.
L’allarme è stato rilanciato a Roma, presso La Lanterna, nell’ambito di un evento promosso da Novomatic Italia, dal titolo “Strategie e innovazione per il gioco responsabile. Le persone al centro di un’industria sostenibile”. L’incontro ha passato in rassegna le modalità attraverso le quali è possibile conciliare la sostenibilità del gioco legale con la salvaguardia delle persone inclini al gioco patologico.
Operatori sanitari, accademici e funzionari delle pubbliche amministrazioni hanno discusso di riforme, prevenzione, formazione, sostenibilità e innovazione tecnologica. Lo scopo è quello di costruire un ecosistema in grado di riconoscere i segnali precoci del disturbo, intervenire prima che degeneri e impedire l’accesso indiscriminato a soggetti vulnerabili.
Tra le soluzioni prospettate per frenare gli eccessi spicca lo sviluppo di sistemi basati sul riconoscimento facciale mediante intelligenza artificiale e sull’analisi predittiva dei comportamenti del partecipante, capaci di intercettare situazioni a rischio e bloccare automaticamente l’accesso al gioco, anche su scala nazionale. Gli algoritmi possono inviare alert agli operatori di sala, attivare meccanismi di auto-esclusione, suggerire pause e proteggere le categorie più esposte, inclusi i minori.
Come sottolineato da Markus Buechele, CEO di Novomatic Italia, l’industria deve avere un ruolo sociale attivo, fornendo strumenti etici, innovativi e sostenibili. “Abbiamo una responsabilità morale nel proporre le soluzioni giuste — ha dichiarato — e lavoreremo con i regolatori per consegnare un progetto pronto e condiviso”.
Con l’innovazione emerge la necessità di una riforma strutturale del gioco su rete fisica, come evidenziato da Giovanni Kessler, consigliere tecnico di ACADI. Non bastano interventi frammentari: serve un disegno organico che bilanci legalità, tutela dei consumatori e sostenibilità economica della filiera, oggi sotto pressione. Le tecnologie sono già disponibili, si tratta di implementarle colmando eventuali lacune normative.
Il contributo economico del comparto è rilevante. Secondo uno studio presentato da Nomisma, nel 2024 il gioco su rete fisica ha generato 9,2 miliardi di gettito erariale, pari all’88% delle entrate dell’intero settore, e attivato 324.000 posti di lavoro. Il valore aggiunto complessivo ha superato i 20 miliardi di euro, rappresentando l’1,1% del PIL nazionale.
Ma dietro i numeri ci sono le persone. E quando il gioco smette di essere tale, entra in campo l’offerta dei servizi di salute mentale e dei gruppi di mutuo aiuto animati dalle organizzazioni del Terzo Settore. Per questo, prevenzione, educazione, trasparenza e tecnologie devono diventare pilastri condivisi di un patto nazionale per il gioco responsabile.
Nel gioco, vincere significa sapere quando fermarsi. E costruire una rete solida di protezione attorno a chi, da solo, fatica a contenersi. L’intelligenza artificiale da sola non basta: serve una volontà collettiva di ascolto, vigilanza e autodisciplina. Oltre ai dati economici, l’incontro ha affrontato le criticità normative, in particolare la frammentazione territoriale e la mancanza di un quadro nazionale omogeneo. Un riordino del settore è auspicato da più parti, per garantire equilibrio tra sostenibilità economica, responsabilità sociale e rispetto della legalità. Dopo l’apertura dei lavori, il programma si è articolato in quattro sessioni.
Nella prima parte (foto sotto) si sono analizzate le strategie integrate per la prevenzione e la cura del disturbo da gioco d’azzardo. Dopo l’intervento del professor Martinotti sono intervenute la professoressa Giulia Donadel (Università di Roma Tor Vergata) e Raffaella Grisafi, vicepresidente Konsumer Italia, avvocato, esperta in Diritto dei consumatori. Daniel Della Seta, giornalista scientifico, moderatore, ha poi dato la parola a Elisa Zamagni, direttore SS Riccione AUSL Romagna e a Giorgia Bondi, psicoterapeuta SerDP Rimini – Referente AUSL Romagna prevenzione dipendenze. Un secondo momento, caratterizzato dagli interventi di Mara Di Lecce, Direttrice Comunicazione e Marketing Novomatic Italia, e di Jessica Cozzi, Direttrice Videolotteries Novomatic Italia, ha riguardato il potenziale delle nuove tecnologie, con uno sguardo all’intelligenza artificiale applicata al gioco fisico.
Successivamente, Emanuele Di Faustino, Responsabile Industria, Retail e Servizi Nomisma, ha presentato la ricerca sul valore sociale ed economico del comparto. Infine si è tenuta una tavola rotonda istituzionale sul futuro del gioco fisico, tra regole condivise, innovazione e tutela delle persone. Moderati da Massimo Amorosini di Fortune Italia, sono intervenuti Giovanni Kessler; Mario Lollobrigida, Direttore Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; Guido Quintino Liris, Commissione Bilancio, Senato; Gen. B. Mora, Capo di Stato Maggiore del Comando Tutela Economia e Finanza GDF; Elena Murelli, Commissione Affari Sociali e Sanità, Senato; Fausto Orsomarso, Commissione Finanze, Senato; Giorgio Salvitti, Commissione Finanze di Palazzo Madama. “È necessario regolamentare questo settore in maniera corretta – ha sottolineato da parte sua il senatore Salvitti – e il ricavato potrebbe essere reinvestito proprio per progetti a tutela della salute. Un tavolo parlamentare intersettoriale tra finanze, salute, innovazione è auspicabile per promuovere una riforma organica del settore, che metta al centro legalità e responsabilità sociale, al fine di trovare una linea precisa e promuovere queste attività con tutte le tutele necessarie”.
