Al via al Monaldi di Napoli la V edizione di “M’illumino di viola”
Prematuri: più sopravvivenza, ma salgono al 90% i casi di disfagia Serve il logopedista per lo sviluppo della funzione oro-alimentare
Al centro dell’attenzione l’importanza del ‘con-tatto’, un pool di pratiche, anche in ambito nutrizionale, che favoriscono la crescita armonica dei piccoli pretermine. È il logopedista che accompagna al raggiungimento dell’alimentazione orale completa (‘full oral feeding’), indispensabile per la dimissione dalla Terapia Intensiva Neonatale (TIN)
Napoli, 16 novembre 2023 – “Gesti semplici, grandi risultati”: non è solo lo slogan della giornata mondiale della prematurità che si svolge oggi, ma è anche l’impegno e la missione della moderna neonatologia e dei dipartimenti di eccellenza di tutta Italia, tra cui l’ospedale Monaldi di Napoli, che ha garantito ad oggi la migliore e maggiore sopravvivenza dei piccoli prematuri, oltre 30 mila bimbi ogni anno in Italia, 4 mila in Regione Campania. Fragili, altamente complessi, bisognosi di un ‘con-tatto’ speciale e privilegiato, a partire dall’aspetto alimentare.
Se da un lato la tecnologia e il progresso scientifico hanno favorito la sopravvivenza dei piccoli pretermine, dall’altro sono aumentati i problemi di disfagia neonatale (pari oggi a 90%), cioè l’(in)capacità di passare dalla nutrizione enterale, con sondino naso gastrico, all’alimentazione orale e, quindi, al raggiungimento dell’alimentazione orale completa (‘full oral feeding’), necessaria per la dimissione del neonato dalla TIN.
Fondamentale per favorire questa dinamica è il logopedista, figura chiave per le elevate competenze in ambito di comunicazione e funzioni orali. Anche quest’anno domani, dalle 9, il Monaldi, organizza nella sua Aula Magna l’evento “M’illumino di viola”, giunto alla sua quinta edizione.
L’incontro, a ingresso libero, è dedicato a sensibilizzare ed educare famiglie, giovani genitori e care-giver, ma anche medici, professionisti sanitari e studenti dei corsi di laurea, sugli aspetti di umanizzazione nel percorso di cura, assistenza, riabilitazione e sviluppo affettivo e psicofisico dei neonati dimessi dalla TIN.
Qui si parlerà de “Il tocco della vita”, de “I gesti che curano” e molto altro, insieme ai rappresentanti della Direzione strategica aziendale, del direttore generale, Anna Iervolino, delle Istituzioni e dei politici regionali, rappresentate dagli assessori Lucia Fortini e Luca Trapanese, e dei rappresentanti delle società scientifiche e autorevoli esperti del settore.
“La comunità scientifica dei neonatologi – dichiara Giovanni Chello presidente SIN Campania (Società Italiana Neonatologia sezione Campania) e direttore della UOC di Neonatologia e TIN, Ospedale Monaldi – è costantemente impegnata nel dare risposta ai crescenti bisogni di salute dei neonati prematuri e medicalmente complessi, anche attraverso il miglioramento della qualità terapeutica, assistenziale e dell’umanizzazione delle cure.
Un passo avanti è rappresentato dalla recente pubblicazione degli ‘Standard Organizzativi dell’Assistenza Perinatale’, a cura della Società Italiana di Neonatologia, che riporta analiticamente i criteri che regolano i principi organizzativi e assistenziali, auspicabili nell’ottica di un miglioramento delle cure neonatali in termini di qualità e sicurezza, dove le attività legate all’educazione al ‘contatto’, al centro della V edizione de “M’illumino di viola” sono un valido esempio”.
“Il progresso nella ricerca scientifica, tecnologica e terapeutica – aggiunge Sara Panizzolo, logopedista presso l’Unità Operativa Complessa TIN dell’ospedale Monaldi – ha favorito la sopravvivenza, sensibilmente aumentata di neonati prematuri, piccoli pazienti difficili da trattare per le complessità correlate.
Fra queste, ad esempio, la disfagia neonatale, cioè l’incapacità naturale di passare dalla nutrizione con sondino naso gastrico (nutrizione enterale) alla alimentazione orale, fino al raggiungimento del cosiddetto ‘full oral feeding’, cioè la condizione che permette la dimissione dal neonato dalla TIN, secondo le linee guida della Accademia Americana di Pediatria (2008-2011).
Questa dinamica prevede la gestione del neonato da parte di una équipe multidisciplinare, dove il logopedista ha un ruolo chiave per le elevate competenze in ambito di comunicazione e di funzioni orali, e di ‘guida’ nel percorso di riabilitazione, secondo un approccio della cosiddetta ‘co-regolazione’.
Quest’ultima si basa sui principi dell’assistenza allo sviluppo (developmental care): un pool di azioni e di interventi, attuate anche dal logopedista, che permettono, in termini di neuroprotezione, l’armonica evoluzione psico-fisica del neonato vulnerabile, cambiando completamente i paradigmi della nutrizione.
Si è infatti passati da criteri di quantità, che imponevano di far mangiare ai neonati tutto il latte prescritto e incondizionatamente per favorirne la crescita, a criteri di qualità basati sulla lettura delle risposte comunicative del neonato quale guida per il caregiver.
Il logopedista, attraverso un training di apprendimento guidato, trasferisce queste informazioni e competenze al genitore affinché le possa adottare e mettere in pratica in maniera autonoma anche dopo le dimissioni.
Si tratta di azioni promosse anche dalle maggiori società scientifiche del settore sia internazionali (EFCNI, European Foundation for the Care of Newborn Infants) che nazionali (SIN, Società Italiana di Neonatologia)”.
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