In Italia, l’incremento delle allergie è un problema crescente, ma solo una piccola percentuale di pazienti affetti da allergie approfitta dell’efficace immunoterapia specifica. I costi e la mancanza di rimborsabilità mettono a rischio la salute dei pazienti.
In Italia, le allergie stanno diventando un problema sanitario sempre più pressante, con un numero in costante crescita di persone affette da queste condizioni. Si stima che su una popolazione complessiva di 60 milioni di abitanti, ben 12 milioni siano alle prese con una qualche forma di allergia. Tuttavia, ciò che rende questa situazione ancor più preoccupante è il fatto che solo il 2% degli italiani affetti da allergie si sottopone a una terapia che potrebbe effettivamente migliorare la loro qualità di vita e salvare molte vite.
Le allergie, in tutte le loro forme, possono essere debilitanti e influire notevolmente sulla vita di chi ne soffre. Tuttavia, per molte persone, i vaccini specifici contro le allergie rappresentano una vera e propria salvezza. Questi vaccini, noti come immunoterapia specifica, consentono ai pazienti di sviluppare una tolleranza immunitaria nei confronti degli allergeni a cui sono sensibili, riducendo notevolmente i sintomi e migliorando la loro qualità di vita.
Nonostante l’efficacia di questa terapia, solo una piccola percentuale degli allergici italiani ha accesso a questi trattamenti. Attualmente, su 6 milioni di italiani che potrebbero beneficiare degli allergeni specifici per vaccini, solo il 2% sceglie di sottoporsi a questa terapia. Una delle principali ragioni dietro questa scarsa adesione è la mancanza di rimborsabilità in molte regioni italiane, in particolare nelle regioni del Centro e del Sud.
Gli specialisti del settore, riuniti in occasione del congresso della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic) a Bologna, stanno cercando di far emergere questo problema sanitario sottovalutato. In Italia, l’immunoterapia specifica, o vaccino, viene indicata come la migliore terapia per la metà degli allergici, sia per le allergie respiratorie che per le allergie alle punture d’insetto. Questo trattamento è l’unico in grado di fermare l’escalation dei sintomi infiammatori che portano all’asma, una condizione che in Italia causa quasi 300 vittime ogni anno nei casi più gravi.
L’uso dei vaccini è limitato principalmente a causa dei costi, con la maggior parte delle regioni che lasciano la spesa a carico dei pazienti, ammontando a 500/600 euro l’anno. Inoltre, la scarsa conoscenza delle malattie allergiche e la mancanza di una rete di assistenza adeguata contribuiscono al problema. Questa situazione è particolarmente allarmante, dato che le allergie stanno diventando sempre più diffuse. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa 350 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di allergie respiratorie, e più di 1.000 persone muoiono ogni giorno a causa dell’asma, di cui 300 sono in Italia, molti dei quali potrebbero essere salvati con trattamenti efficaci.
La previsione è che entro il 2050, quasi la metà della popolazione mondiale soffrirà di qualche forma di allergia, e il cambiamento climatico e l’inquinamento contribuiscono a questa tendenza. In Italia, circa il 10% dei bambini sotto i 14 anni soffre di asma, e l’80% di essi è allergico. I costi diretti dell’asma rappresentano l’1-2% della spesa sanitaria italiana.
Il presidente della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic), Mario Di Gioacchino, sottolinea che l’immunoterapia allergene specifica è una terapia desensibilizzante che può effettivamente cambiare il decorso della malattia. Questa terapia implica dosi progressivamente crescenti dell’allergene a cui il paziente è sensibile, consentendo allo stesso di sviluppare una tolleranza immunitaria attiva. Tuttavia, molte sono le sfide che limitano l’accesso ai vaccini.
Di Gioacchino spiega: “Certamente il problema dei costi, nelle Regioni in cui questo trattamento è a totale carico dei pazienti, rappresenta una forte limitazione. Esiste una situazione a macchia di leopardo a causa della mancanza di una legislazione che regoli la rimborsabilità in modo uniforme. La decisione se erogare e in che misura i vaccini dipende dalle singole Regioni, con un’inaccettabile difformità di trattamento di una malattia cronica la cui cura dovrebbe essere inserita invece nei Lea”.
Inoltre, nonostante l’aumento delle malattie allergiche e il crescente carico assistenziale che ne deriva, l’assistenza allergologica rimane limitata in tutto il paese. Le società scientifiche specializzate nel settore stanno cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici affinché le allergie siano riconosciute come una priorità nell’agenda sanitaria nazionale.
Il presidente Siaaic sottolinea: “Auspichiamo che la Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) riservi peculiare attenzione al ruolo dello specialista in Allergologia. È una grave mancanza che la figura dell’allergologo non venga mai compresa tra i professionisti chiamati a fornire assistenza nelle case della comunità. Sollecitiamo poi l’inserimento dei vaccini tra i trattamenti autorizzati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) come l’unica terapia in grado di modificare la storia naturale delle allergie, nonché l’implementazione di una rete nazionale per il monitoraggio dei pollini allergenici e delle spore fungine”.
In conclusione, l’aumento delle allergie in Italia è un problema di salute pubblica che richiede un’attenzione immediata e un intervento da parte delle autorità sanitarie. Rendere più accessibili i vaccini specifici contro le allergie è un passo essenziale per migliorare la vita di milioni di persone.
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