Medico di famiglia, da sempre una figura chiave, un punto di riferimento nel territorio. È il medico che conosce la storia clinica e umana del paziente, che intercetta e interpreta sintomi e segni premonitori, che assiste nella prevenzione e nella gestione delle malattie croniche. La vicinanza, sia fisica che relazionale, garantisce agli assistiti un accesso rapido alle cure, evitando sovraccarichi o accessi impropri nelle strutture ospedaliere. In un periodo in cui il Servizio Sanitario Nazionale è sotto pressione, la medicina generale rimane l’ultimo baluardo di un sistema sanitario accessibile, universalistico e gratuito, garantendo risposte in tempi brevi e senza costi eccessivi. Ed è proprio questo il quadro che emerge dal sondaggio Ipsos per FIMMG, Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, report pubblicato in occasione della Giornata Mondiale del Medico di Famiglia, celebrata ieri.
Dal sondaggio apprendiamo che l’80% degli italiani ha rinunciato alle cure più di una volta a causa dei lunghi tempi di attesa, un dato in netta crescita rispetto al 65% registrato l’anno scorso. L’84% degli over 60 e l’86% delle persone in difficoltà economica hanno sperimentato questo problema. Nel gruppo di quelli che dichiarano di aver disatteso le prescrizioni, il 13% smette del tutto di curarsi, percentuale che sale al 19% tra chi ha problemi economici, mentre il 53% degli italiani ha dovuto rinunciare a una prestazione sanitaria perché non disponibile nella zona in cui viveva, contro il 44% registrato l’anno precedente. Il 76% di chi rinuncia alle cure pubbliche si rivolge a strutture private, mentre il 20% interrompe completamente le cure, percentuale che sale al 28% tra le fasce più vulnerabili.
Ciò premesso, la medicina generale rimane l’unico servizio tuttora in grado di erogare l’assistenza senza attese per le piccole urgenze, capace di evadere entro pochi giorni le incombenze per le visite su appuntamento. Secondo il sondaggio Ipsos, il 73% dei cittadini riesce a ottenere un appuntamento con il medico di famiglia nel giro di una settimana. Anche la vicinanza geografica degli studi medici si rivela un aspetto determinante: il 63% delle persone intervistate raggiunge lo studio medico collocato nel raggio di due chilometri dalla propria abitazione, e il 41% si reca a piedi all’appuntamento. “Anche in questo caso il sondaggio Ipsos conferma che per i nostri pazienti la prossimità dell’assistenza sanitaria di base è di primaria importanza”, si legge in una nota diffusa dalla FIMMG. “Salvaguardare e rafforzare l’offerta dei servizi di prossimità dovrebbe essere la priorità per la politica”.
Questo modello capillare consente di ridurre le disparità territoriali, evitando un sovraccarico sulle strutture ospedaliere e garantendo cure tempestive, senza dover affrontare lunghe trafile. Negli ultimi anni, il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ha vissuto una crisi profonda: liste di attesa interminabili, pazienti che si rivolgono a specialisti nel privato, e un sistema sanitario sotto pressione. Si salva il medico di famiglia, che si conferma il pilastro delle cure primarie, ma il suo futuro potrebbe essere messo a rischio da proposte di riforma che potrebbero trasformare l’attuale sistema. Negli ultimi mesi sono state avanzate proposte di riforma volte a trasformare il medico di famiglia in un dipendente, uno status giuridico simile a quello del medico ospedaliero. “Le proposte di riforma finirebbero per minare l’efficienza del modello attuale della medicina generale, con la diretta conseguenza di creare le liste di attesa laddove oggi non esistono, come già sta accadendo nei pochi Paesi in cui il medico di famiglia è un dipendente”, dichiara la FIMMG. Uno degli aspetti chiave della medicina generale in Italia è la sua capillarità sul territorio, che garantisce una rete di cure diffusa e facilmente accessibile ai cittadini.
“Un altro dato significativo – sottolinea Andrea Scavo, responsabile dell’Osservatorio ItaliaInsight di Ipsos – è relativo ai cittadini che hanno rinunciato a curarsi con il SSN perché la prestazione di cui avevano bisogno non veniva erogata nella zona in cui vivevano: è accaduto più di una volta al 53% degli italiani contro il 44% rilevato nel 2024”. “In questo caso – afferma Scavo – il 76% del campione si è rivolto al privato e ben il 20% ha rinunciato del tutto alle cure: un valore che sale al 28% tra le persone in difficoltà economica”. In buona sostanza, il sondaggio Ipsos per la FIMMG ha concluso che il medico di famiglia è l’ultimo servizio sanitario efficiente e accessibile, con tempi di attesa brevi e una capillarità territoriale garantita. Le proposte di riforma rischiano di appesantire il sistema, creando ostacoli amministrativi burocratici. Salvaguardare il modello italiano della medicina generale deve essere una priorità per la politica, evitando il rischio di trasformare il servizio in una struttura rigida e meno efficace. La Giornata Mondiale del Medico di Famiglia è l’occasione per riflettere sull’importanza di questa figura, che rappresenta il primo contatto tra il cittadino e la medicina, garantendo prevenzione, assistenza immediata e continuità terapeutica.