Costruire una forte alleanza tra tutti gli attori del comparto salute piemontese e delineare una strategia vaccinale condivisa, per offrire alla popolazione la migliore protezione possibile dalle patologie prevenibili con la vaccinazione anti-pneumococcica e anti-Herpes Zoster.
Questo l’obiettivo del convegno “L’impegno della regione Piemonte nella prevenzione vaccinale dell’adulto”, organizzato da Motore Sanità, grazie al contributo incondizionato di MSD e GSK. In Piemonte oltre un quarto della popolazione (il 26,9%) ha più di 65 anni con un’età media di 48 anni ed un indice di vecchiaia tra i più alti d’Italia. Proprio per questo, proteggere la popolazione adulta, anziana e fragile, dalle malattie prevenibili, rappresenta una priorità per la sanità della regione. Il PNPV 2023-2025 ha indicato obiettivi precisi per la copertura vaccinale degli adulti, purtroppo ancora lontani al momento, ma la Regione Piemonte è impegnata a rafforzare le proprie strategie per colmare questo divario e garantire a tutti i cittadini la migliore protezione possibile.

Queste le parole di Federico Riboldi, Assessore alla Sanità, Regione Piemonte “La prevenzione vaccinale nell’adulto, e in particolare nei soggetti fragili, rappresenta una priorità strategica per la Regione Piemonte. La nostra popolazione è tra le più longeve d’Italia e d’Europa: garantire una protezione efficace dalle malattie prevenibili con vaccino significa, quindi, tutelare la salute, ridurre complicanze e sostenere un invecchiamento attivo e in buona salute. In Piemonte i percorsi vaccinali per i pazienti fragili sono integrati nel percorso clinico-assistenziale e supportati dai professionisti sanitari: la collaborazione tra ospedale, territorio e specialisti permette di raggiungere i cittadini più vulnerabili, garantendo loro la migliore protezione possibile. È infatti fondamentale l’alleanza tra istituzioni, operatori sanitari e cittadini per rafforzare la prevenzione”.
“Appare evidente che il mondo della prevenzione vaccinale ha bisogno di nuovi impulsi che riguardano sia il tema della comunicazione che l’aspetto organizzativo. Le coperture vaccinali sono insufficienti in regione come nel territorio nazionale e, per quanto in particolare attiene all’Herpes Zoster e Pneumococco, il modello polidose, l’aderenza alla campagna vaccinale e la somministrazione in luoghi storicamente orientati alle tradizionali vaccinazioni dell’infanzia non consentono di guardare al futuro con fiducia. L’ASL Città di Torino ha dimostrato di poter mettere in campo soluzioni innovative che hanno rivoluzionato le coperture. Sono soluzioni che, pur ottimizzando, comportano dei costi. L’investimento nella prevenzione è però un investimento a lungo termine, che fa guardare al futuro con un’ottica di sostenibilità. Pensare a grandi hub vaccinali, magari sostenuti dell’industria stessa o dalle fondazioni bancarie, insieme ad una adeguata strategia comunicativa potrebbe aiutare a conseguire obiettivi di copertura sfidanti e sostenibili”, sostiene Carlo Picco, direttore generale dell’ASL Città di Torino
“L’implementazione completa del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale richiede un costante aggiornamento delle competenze, la capacità di rispondere a nuove criticità emergenti e l’impegno a valorizzare opportunità ormai consolidate ma ancora parzialmente inespresse. In questo contesto, la vaccinazione antipneumococcica assume un ruolo centrale: la malattia pneumococcica invasiva e non invasiva continua, infatti, a rappresentare una minaccia rilevante sia per i neonati e i bambini, sia per gli anziani e i gruppi a rischio individuati dal Piano. Le recenti innovazioni in ambito vaccinale, dall’ampliamento delle valenze antigeniche alla disponibilità di nuovi vaccini con profili sierotipici ottimizzati per l’età adulta, offrono strumenti efficaci per rafforzare la protezione della popolazione. La Liguria, regione più ‘anziana’ d’Europa, è stata la prima in Italia ad offrire ai propri cittadini il primo e unico vaccino specifico per l’età adulta e anziana che protegge da 21 sierotipi di pneumococco, responsabili della maggior parte delle polmoniti severe. A tale proposito questo evento sarà molto utile per fare il punto su quelle sfide organizzative, comunicative e operative che tuttora permangono, quali l’identificazione dei soggetti a rischio, la presa in carico efficace della popolazione adulta e fragile e l’adesione alle raccomandazioni”. dichiara Giancarlo Icardi, Direttore U.O. Igiene Ospedale San Martino Genova

“La vaccinazione della popolazione adulta si conferma oggi una priorità strategica per la salute pubblica e per la sostenibilità del sistema sanitario. Investire nella prevenzione in età adulta significa ridurre ricoveri, assenze lavorative e i costi – diretti e indiretti – legati alle complicanze delle malattie prevenibili, garantendo al contempo una migliore qualità della vita, soprattutto per le persone più fragili e a rischio. Le evidenze scientifiche mostrano che ogni euro investito in prevenzione genera un ritorno di circa 14 euro, valore che nell’immunizzazione dell’adulto-anziano sale fino a 19 euro. Un recente studio dell’Office of Health Economics (2024) evidenzia inoltre come la vaccinazione pneumococcica possa generare un ritorno all’investimento (ROI) di circa 30 euro per ogni euro speso, mentre per la vaccinazione anti Herpes Zoster il valore può arrivare fino a 782 euro. Inoltre, un nostro studio di Health Technology Assessment, in pubblicazione sul Journal of Preventive Medicine and Hygiene, ha evidenziato che l’adozione di una strategia vaccinale con l’utilizzo dell’innovativo vaccino anti-pneumococcico vaccino 21-valente nella popolazione adulta, su un orizzonte temporale pluriennale, potrebbe generare anni di vita in buona salute, evitare circa 180mila casi di malattia e potrebbe determinare un risparmio potenziale fino a 457 milioni di euro per la società e il SSN. I programmi vaccinali rivolti agli adulti rappresentano, dunque, uno strumento essenziale per i decisori politici, contribuendo ad alleviare le crescenti pressioni sui sistemi sanitari e sulla società. Promuovere una solida cultura vaccinale non è solo una scelta di salute, ma un impegno collettivo verso una comunità più sicura, resiliente e responsabile”, spiega Annalisa Calabrò, Professore Associato di Igiene, Dipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute, Università di Cassino e del Lazio Meridionale





