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Hiv, a Napoli il primo centro integrato per prevenzione, diagnosi e terapia

HIV, a Napoli il primo centro di riferimento integrato per la prevenzione, la diagnosi e la gestione della malattia.

Le attività si svolgeranno sia nei locali “de-ospedalizzati” di Antinoo Arcigay Napoli sia in uno spazio dedicato all’interno dell’Ospedale Cotugno. Un modello di collaborazione innovativa tra terzo settore e sanità pubblica. Esportabile in tutto il Paese

Prevenzione efficace, diagnosi precoce, supporto “alla pari” a chi vive e a chi scopre di vivere con l’infezione da HIV: nasce a Napoli il primo centro di riferimento integrato per la prevenzione, la diagnosi e la gestione dell’HIV. Tutte le attività che proseguiranno per tutto il 2026, si svolgeranno sia nei locali “de-ospedalizzati” di Antinoo Arcigay Napoli, facilmente raggiungibili nel centro città, sia in uno spazio dedicato all’interno dell’Ospedale Cotugno. La duplice localizzazione consentirà di offrire servizi in un ambiente comunitario e in un contesto ospedaliero facilitando l’accesso a persone con esigenze diverse. Un modello di collaborazione innovativa tra terzo settore e sanità pubblico, modello esportabile in tutto il Paese.

Il progetto si basa sull’iIntegrazione tra PrEP (Profilassi pre esposizione, che consiste nell’assunzione di farmaci antiretrovirali per prevenire l’infezione da HIV in individui ad alto rischio di contrarre il virus), test in anonimato e peer support (e supporto tra pari) per migliorare la prevenzione e il supporto alle persone con HIV. Un modello innovativo replicabile in altre realtà italiane ideato e promosso dal Comitato provinciale Arcigay “Antinoo” di Napoli in collaborazione con l’Ospedale Cotugno polo monospecialistico per le malattie infwettive e realizzato grazie al finanziamento ottenuto da Community Award Program 2025 promosso da Gilead Sciences, concorso nazionale per gli Enti del Terzo settore nelle aree delle malattie infettive, delle patologiche oncologiche e oncoematologiche.

“È evidente la necessità di interventi non solo tempestivi ma anche innovativi in grado di assicurare una maggiore diffusione di comportamenti preventivi, un più ampio ricorso ai test per la diagnosi tempestiva dell’infezione e un supporto continuativo in chi contrae l’infezione. Da qui l’idea di un progetto di servizi integrati facendo leva sulla sinergia virtuosa che può nascere unendo le competenze del terzo settore – la nostra Associazione – e quelle della sanità pubblica – l’Ospedale Cotugno – spiega Carlo Oneto, sociologo e responsabile gruppo salute Antinoo Arcigay Napoli. Il progetto premiato al Bando prevede infatti la creazione del primo punto regionale per l’accesso alla PrEP, ai test rapidi per HIV/IST e al supporto alle persone con HIV fornito da chi vive la stessa condizione (peer to peer support). Un nuovo servizio aperto alla popolazione campana per affrontare in modo integrato e innovativo alle urgenze nel contrasto alla diffusione dell’HIV e delle altre malattie sessualmente trasmesse (IST): È’ il progetto “PrEP, Test e Peer Support: un servizio integrato dalla prevenzione alla gestione di HIV/IST”, ideato e coordinato dal Comitato Provinciale Arcigay ‘Antinoo’ di Napoli in collaborazione con l’Ospedale Cotugno della città, centro di riferimento nazionale per le malattie infettive.
La situazione dell’HIV in Campania presenta diverse criticità. Nel territorio delle cinque province regione si registra ogni anno un’incidenza tra le più alte d’Italia, con oltre 3,9 nuovi casi ogni 100.000 residenti Una quota preoccupante di diagnosi avviene inoltre tardivamente, quando cioè l’infezione è molto progredita ed è più difficile intervenire con le terapie oggi disponibili.
Dati che evidenziano il ritardo nell’accesso ai test diagnostici: disponibilità limitata di punti di screening che insieme allo stigma impediscono a molte persone di fare il test, aumentando il rischio di trasmissione e ritardando la diagnosi. Mostrano inoltre una scarsa consapevolezza e informazione sulla prevenzione che oggi si può avvalere di efficaci opzioni farmacologiche (PrEP, Profilassi Pre-Esposizione) di cui però è difficile disporre con rapidità per gli attuali lunghi tempi di attesa. Infine, chi vive con l’HIV o scopre di averlo contratto manca di supporto rispetto alle problematiche legate all’infezione, a partire dalla gestione della terapia a quelle pratiche ed emotivo-relazionali, in un contesto di generale pregiudizio e stigma. Da qui il progetto per l’accesso rapido e senza barriere alla profilassi pre esposizione attraverso la consulenza di personale medico volontario e persone con HIV adeguatamente formate all’interno degli spazi dell’associazione. L’obiettivo è di ridurre drasticamente i tempi di attesa dagli attuali oltre 30 giorni a un massimo di 7 portando nei locali dell’associazione quanto oggi viene fatto solo in ospedale in regime di de-ospedalizzazione. Poi la possibilità di eseguire test rapidi per HIV, sifilide ed epatite C con counseling strutturato da parte di personale sanitario e persone con HIV per portare lo screening e l’informazione nelle comunità della città e della regione a maggiore vulnerabilità. Obiettivo finale: incrementare del 30% il numero di test HIV/IST effettuati nell’ultimo anno. Infine il supporto medico, pratico ed emotivo-relazionale di almeno 50 persone con nuova diagnosi di HIV da parte di chi – adeguatamente formato – condivide la loro stessa condizione (peer learning). Un supporto attraverso incontri e gruppi di confronto per la creazione di reti di aiuto reciproco, gestione della terapia, assistenza nelle procedure amministrativo-sanitarie e rapporti con il personale medico.
“Questa collaborazione rappresenta un passo importante verso un modello di salute pubblica più inclusivo e vicino ai bisogni reali delle persone,” sottolinea la dott.ssa Viviana Rizzo infettivologa, nonché coordinatrice e supervisora del progetto per conto dell’Ospedale Cotugno di Napoli. “L’unione delle competenze cliniche dell’Ospedale e dell’esperienza di prossimità di Antinoo Arcigay Napoli ci permette di offrire risposte tempestive ed efficaci nella prevenzione e nella presa in carico dell’HIV. La presenza del PrEP Point all’interno dell’associazione oltre che il coinvolgimento attivo di peer supporter insieme al personale medico sono elementi innovativi che possono fare la differenza nel contrastare la diffusione dell’infezione e migliorare la qualità di vita di chi vive quotidianamente con essa.”
A conclusione del progetto, procedure e risultati verranno divulgati e presentati in ambito scientifico perché il modello possa essere replicabile e scalabile. “Combinando PrEP point, check Point e Peer Support puntiamo a proporre un modello innovativo e altamente efficace nel contrasto all’HIV e alle IST, un modello senz’altro replicabile anche in altre realtà territoriali dove possa esserci la volontà di mettere a fattor comune le competenze del terzo settore e della sanità pubblica, uno degli elementi chiave del successo di questo tipo di iniziative” – conclude Carlo Oneto.

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