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Hiv-Aids, un test può salvare la vita. Arcobaleno Aids: “Nel Checkpoint di Torino facciamo prevenzione, informazione e combattiamo lo stigma”

Il Checkpoint di Torino di via Mazzini 44/E è aperto per offrire i test Hiv e per la sifilide. Prossimi appuntamenti: il 14 febbraio dalle 18 alle 22 e il 21 febbraio dalle 17 (con sportello informativo aperto fino alle 18) alle 22

C’è un luogo a Torino dove in piena libertà, abbassando le proprie difese e bypassando paure e vergone si può parlare di sessualità, dei rischi che si possono correre quando l’amore è fatto senza “paracaduti”, delle malattie sessuali conseguenti, delle opportunità che esistono per prevenirle e per vivere il sesso in maniera consapevole. È un luogo “free” proprio perché non esistono pregiudizi e barriere e chiunque può sentirsi davvero sé stesso.

Siamo al Torino Checkpoint, in via Mazzini 44/E, nato a novembre 2023 all’interno del progetto internazionale Fast Track Cities, in collaborazione con la Città di Torino, l’Asl Città di Torino-Centro multidisciplinare per la salute sessuale (Ce.MU.S.S) e il pool di associazioni che fanno parte della rete Fast Track Cities Torino. Obiettivo: consentire la diffusione della pratica dei test per Hiv, sifilide e malattie sessualmente trasmissibili. Le associazioni della rete Fast Track Cities Torino che, a rotazione, offrono i test sono Arcobaleno Aids, Lila, AnlAids, Casa Giobbe, Gruppo Abele, Arci Gay ela Croce Rossa, capofila dell’iniziativa. Al Torino Ceckpoint, prevenzione, sensibilizzazione, formazione, informazione e lotta allo stigma sono le bandiere di questo speciale progetto.

Arcobaleno Aids è un’istituzione in Piemonte. Dal 1995 dà sostegno alle persone, adulti e bambini, con infezione da Hiv-Aids e a quelle affettivamente legate.  Organizza incontri per informare e sensibilizzare sull’infezione da Hiv e la malattia di Aids. Al Torino Checkpoint, Arcobaleno Aids offre a chi lo desidera il test Hiv a risposta rapida e il test per la sifilide. L’accesso è libero, i test sono gratuiti e vengono fatti in anonimato e non è necessaria la prescrizione medica. A febbraio gli appuntamenti saranno due: il 14 febbraio dalle 18 alle 22 e il 21 febbraio dalle 17 (con sportello informativo aperto fino alle 18) alle 22.

Come spiega il dottor Giancarlo Orofino, infettivologo presso l’ospedale Amedeo di Savoia di Torino, membro della Commissione Regionale Piemonte Aids e vicepresidente di Arcobaleno Aids, “esperienze a livello internazionale evidenziano che i checkpoint sono in grado di intercettare le persone anche a rischio, con difficoltà a rivolgersi al servizio sanitario, che quindi non riuscirebbero ad avere un supporto preventivo o a fare i test in orari convenzionali, il tutto con un approccio meno medicalizzato e più incentrato sul volontariato/attivismo”.

NEL CHECKPOINT DI VIA MAZZINI A TORINO

Stefano è un volontario storico di Arcobaleno Aids. Fa accomodare la persona in una stanza accogliente, e con modi sempre gentili e le parole giuste, sottopone un questionario conoscitivo, un modo per rompere il ghiaccio. Poi, accompagna la persona nell’altra stanza per fare il test. “Al test Hiv è consigliato sottoporsi almeno una volta all’anno” spiega Stefano che conosce Arcobaleno Aids da moltissimi anni, e ricorda: “Mi ha accolto quando ho ricevuto la diagnosi di Hiv e mi ha formato per diventare attivista e avere quelle competenze nell’accoglienza delle persone e nell’attività di counseling”.

Quando Stefano pensa ai giovani e ai rischi legati all’infezioni Hiv-Aids, pensa ad un invito importante: “Se hanno la consapevolezza di avere rischiato, è buona cosa fare il test Hiv e lo screening per le malattie sessualmente trasmissibili; informarsi, contattando le associazioni direttamente per evitare di trovare informazioni contraddittorie su Internet; non stigmatizzare e discriminare le persone sieropositive, l’invito è di accoglierle. Sono convinto che possiamo combattere assieme lo stigma attraverso l’informazione e la promozione del messaggio U=U (dall’inglese Undetectable = Untrasmittable) ossia Non rilevabile = Non trasmissibile: se la carica virale non è rilevabile, il rischio di trasmissione dell’Hiv è nullo”.

Nella stanza attigua, la persona si sottopone ai test. Il dottor Marco Tutone, medico specialista in malattie infettive e tropicali del dipartimento di prevenzione dell’Asl Città di Torino, è a disposizione anche per rispondere a domande e a dubbi. Marco snocciola i dati della rete Fast Track Cities Torino: “fino ad oggi sono stati effettuati 1.231 test Hiv e 1.066 test sifilide. Del totale dei test seguiti645 test Hiv e 557 test sifilide sono stati eseguiti presso il Torino Checkpoint, mentre la restante parte è stata eseguita in occasione di eventi in altre sedi o in attività di outreach”.

Il test Hiv a risposta rapida

Per le persone il cui test rapido risulta positivo è previsto un counseling specifico da parte di un medico esperto” prosegue Marco. “Se la persona lo desidera, è previsto anche il supporto di volontari delle associazioni. Alla persona viene poi offerto un percorso che, attraverso il raccordo con i servizi territoriali del servizio sanitario nazionale e in particolare con il Ce.MU.S.S, prevede l’esecuzione dei test necessari per la conferma della diagnosi. Se i test di secondo livello eseguiti confermano la diagnosi, seguono un ulteriore counseling e la definizione del percorso diagnostico-terapeutico, agganciando il paziente allo specifico servizio che lo prenderà in carico”.

Marco Tutone, medico specialista in malattie infettive e tropicali del dipartimento di prevenzione dell’Asl Città di Torino

Hiv Aids: questioni ancora aperte. “C’è ancora molto da fare per aumentare la consapevolezza su Hiv e Aids, ma anche sulle infezioni sessualmente trasmissibili e, in un’ottica di più ampio respiro, sulla salute sessuale” ammette il dottor Tutone. “In tal senso, appare illuminante quanto afferma l’Organizzazione mondiale della sanità, recentemente tanto bistrattata, che definisce la salute sessuale come “uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale in relazione alla sessualità; non è semplicemente l’assenza di malattie, disfunzioni o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, nonché la possibilità di avere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizione, discriminazione e violenza. Affinché la salute sessuale sia raggiunta e mantenuta, i diritti sessuali di tutte le persone devono essere rispettati, protetti e soddisfatti”.

“Questa auspicabile condizione descritta dall’Oms è, ancora oggi – prosegue Marco -, ben lontana dalla nostra realtà, satura di pregiudizi, preconcetti, tabu e ideologizzazioni che costituiscono, a mio avviso, uno dei maggiori ostacoli all’autodeterminazione nella tutela della propria salute. È necessario poter parlare apertamente e liberamente di Hiv, infezioni sessualmente trasmissibili e salute sessuale, temi che dovrebbero entrare a far parte dell’agenda culturale di ogni persona”.

Cosa si rischia quando si fa sesso senza precauzioni?

Hai rischiato:

  • facendo l’amore senza preservativo
  • scambiando la siringa con altri
  • facendoti tatuare con aghi non sterilizzati
  • condividendo con altri: rasoi, oggetti taglienti o lo spazzolino da denti.
  • Altro importante rischio: l’uso di alcol o droghe abbassano la capacità di prevenire i comportamenti a rischio.

Quando non hai rischiato?

  • Quando usi correttamente il preservativo quando fai l’amore
  • avendo rapporti sessuali che non comportano contatti con liquidi biologici e la mucosa orale e vaginale
  • vivendo una relazione reciprocamente fedele con una persona Hiv negativa
  • baciando, abbracciando e facendo le coccole
  • stringendo la mano ad altri
  • andando in piscina e in palestra
  • se ti punge un insetto.
  • Il rischio non esiste se vivendo assieme a persone sieropositve si beve dallo stesso bicchiere, si scambiano i vestiti o se si usano gli stessi servizi igienici.

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