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Il nuovo Santobono Ospedale pediatrico del futuro

Trecentocinquanta milioni di euro di un residuo di 1,1 miliardi dei fondi nazionali per l’edilizia ospedaliera sbloccati, dopo decenni, con la fuoriuscita nel 2019 dal piano di rientro dal deficit. Un rendering avveniristico di un progetto finalmente definitivo disegnato dall’archistar Alberto de Pineda Álvarez, maestro di progettazione di strutture sanitarie nel mondo. La progettazione della struttura affidata a Stefano Capolongo, referente dell’organizzazione mondiale della Sanità per l’ospedaliero. E poi: la procedura di esproprio dei suoli (85 mila metri quadri a Napoli est, a 200 metri dall’ospedale del mare) di cui è soggetto attuatore la Regione largamente avviata, tranne una piccola parte che è del Comune di Napoli, che ha motivi di pubblico interesse, approvata in conferenza dei Servizi, non impugnabile e che non ha ricevuto opposizione dalla proprietaria che anzi reclama che sia conclusa al più presto. Ecco il distillato del progetto del nuovo Santobono, presentato ieri in sala giunta di Palazzo Santa Lucia che il governatore Vincenzo De Luca ha definito “un polo pediatrico di livello internazionale per tutte le regioni del Sud”. Ingente l’investimento per 437 posti letto e un cantiere da avviare entro sei mesi per vedere la luce nell’arco di tre anni con lavori previsti con turni anche notturni, nucleo centrale della rete pediatrica regionale che è ancora un’incompiuta.

Con la presentazione del concept del progetto definitivo del Nuovo Santobono, si entra nella fase realizzativa che porterà, in pochi anni, all’inaugurazione del grande polo pediatrico, una infrastruttura sanitaria che supera il concetto tradizionale di “Ospedale”, un luogo dove architettura, design e sostenibilità ambientale si integrano con il concetto stesso di cura.
La costruzione della cittadella ospedaliera pediatrica più grande d’Italia rivoluzionerà l’assistenza a bambini e adolescenti per i prossimi 30 anni e sarà in grado di competere con le maggiori strutture europee.
Progettato a misura di bambino, accessibile ed inclusivo, caratterizzato dall’attenzione ai percorsi, ai colori e ai suoni; con spazi destinati all’accoglienza del bambino e della sua famiglia; con una offerta assistenziale organizzata per livelli progressivi di intensità di cura e articolata in aree funzionali omogenee per complessità tecnologica e approccio ultraspecialistico.
Un “green hospital”, che arricchisce il patrimonio architettonico contemporaneo della città; fortemente integrato dal punto di vista paesaggistico con l’Area Est di Napoli e con l’intero territorio metropolitano, e che propone un polmone verdi fruibile dalla cittadinanza e la realizzazione di aree giochi, orti urbani e di una fattoria didattica.
Un grande polo tecnologico che coniuga innovazione e ricerca, con factory dedicate alla produzione di cellule, tessuti, organoidi, farmaci, protesi digitali e meccaniche e con una software house interna orientata all’integrazione della intelligenza artificiale.
Un Ospedale in costante dialogo con i servizi sanitari territoriali e al centro della rete pediatrica regionale: una centrale operativa per l’Ospedale Virtuale per le attività di telemedicina, teleconsulto e telemonitoraggio, che porta l’ospedale fuori dalle sue mura, direttamente a casa dei pazienti, per una nuova visione della cura, dai primi giorni di vita alla fine dell’adolescenza.

OSPEDALE SMART
“Sarà un ospedale ecosostenibile, orientato alla ricerca, all’assistenza e all’eccellenza clinica – sottolinea il manager del Santobono Rodolfo Conenna – integrato con il quartiere e la città, progettato per migliorare gli esiti delle cure, ridurre lo stress del personale. Sarà un ospedale pediatrico ergonomico, sicuro, digitale, modulare e flessibile, con 437 posti letto, di cui 60 di area critica e terapia intensiva e semi intensiva e 78 di alla degenza diurna. Duecento stanze in gran parte singole, spazi di supporto, un’area domestica, cucine e lavanderie di reparto, postazioni di smart working, aree relax per accompagnatori e operatori, percorsi assistiti, sia attraverso indicazioni tattili-plantari che garantiscano l’orientamento e la sicurezza dei non vedenti sia mediante app di navigazione interni, un blocco operatorio con 14 sale operatorie tra tradizionali e ibride progettate per garantire standard di eccellenza nella chirurgia neonatale e pediatrica grazie a sistemi robotici per chirurgia della colonna vertebrale e per la chirurgia urologica, microscopi operatori robotizzati, Tac intraoperatoria, ed un sistema di risonanza magnetica 3T intraoperatoria. Video streaming e web conference in ciascuna sala”. In ogni stanza ci sarà un dispositivo tecnologico interattivo e multifunzione per l’intrattenimento, la consulenza multidisciplinare, le informazioni cliniche e di servizio con il contorno di un grande Hospital Boulevard su tre livelli con zone di umanizzazione e socializzazione, aree culturali ed espositive, spazi commerciali, food court e sale multiculto, ludoteche e aree di attesa a misura delle differenti fasce di età dotate di giochi, animazione, suoni e colori.

A MISURA DI BAMBINO
“Questa cittadella ospedaliera pediatrica, la più grande d’Italia, rivoluzionerà l’assistenza a bambini e adolescenti per i prossimi 30 anni e sarà in grado di competere con le maggiori strutture europee – ha concluso De Luca – progettato a misura di bambino, con attenzione ai percorsi, ai colori e ai suoni, e spazi destinati all’accoglienza di bambini e famiglie”. Lo step successivo sarà puntare all’Irccs con factory per la produzione di cellule, tessuti, organoidi, farmaci, protesi digitali e meccaniche e una software-house di intelligenza artificiale, in dialogo con i servizi territoriali. Infine l’ospedale virtuale che affiancherà la struttura con la telemedicina, teleconsulto e telemonitoraggio e la regia di una centrale operativa che porterà l’ospedale a casa dei pazienti.

Innovazione vuol dire anche sicurezza nella preparazione dei farmaci grazie alla Farmacia robotica con UFA (Unità farmaci antiblastici) e un sistema di produzione automatizzata delle sacche per la nutrizione parenterale.
Simulation Room, nuove tecnologie al servizio della formazione avanzata grazie alla realizzazione di locali in cui medici e operatori sanitari potranno esercitarsi in ambienti iperrealisti, con simulatori avanzati di realtà aumentata e virtuale.
L’Ospedale virtuale, con la grande Control Room per la telemedicina, il teleconsulto e il telemonitoraggio, per portare l’ospedale direttamente a casa dei pazienti, monitorare in tempo reale parametri vitali e seguire pazienti cronici, riducendo le ospedalizzazioni e la necessità di accessi fisici in struttura.
Orti urbani ed una educational farm, dove gestire programmi di pet therapy per il recupero emotivo e psicologico dei pazienti, ma anche un’area aperta a tutti, per contribuire al benessere del quartiere.
Un asilo e uno spazio di accoglienza per anziani, una zona a supporto per i dipendenti e le loro famiglie, che consenta la armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro del personale, in gran parte femminile.

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