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Il Papa migliora, sciolta la prognosi iniziata la riabilitazione

Dopo quasi un mese di ricovero migliorano le condizioni di salute di Papa Francesco: i medici del Gemelli di Roma hanno sciolto la prognosi dopo un lungo consulto e ha trascorso una notte tranquilla. Restano le preoccupazioni sulle condizioni di salute di un paziente che ha comunque 88 anni ed sta superando una polmonite e che pertanto necessita di un’attenzione massima in questa fase di recupero. I miglioramenti dello stato di salute del Pontefice sono stati continui e le condizioni complessive di salute sono considerate soddisfacenti e in progressivo consolidamento. Sebbene non più in «imminente pericolo di vita», il quadro resta tuttavia complesso sia per l’età avanzata ma anche per le comorbilità comuni in un paziente di 88 anni.
La polmonite bilaterale per la quale era stato ricoverato il 14 febbraio è ormai in via di regressione sebbene restino tutte le incognite relative alla bronchite cronica (da cui non si guarisce) ma ora la domanda più pressante è cosa dobbiamo aspettarci nel prosieguo e in vista del ritorno in Vaticano dopo le dimissioni che tuttavia non sono state ancora stabilite? Lo abbiamo chiesto a Giuseppe Servillo, ordinario di Anestesia e rianimazione del Policlinico Federico II di Napoli in qualità di presidente nazionale del collegio dei professori ordinari di Anestesia e Rianimazione italiani.
“A ottantotto anni e in quelle condizioni fisiche bisogna fare attenzione – spiega il docente che è stato in prima linea durante la pandemia da Covid 19 registrato uno dei migliori dati di sopravvivenza in Italia nella fase acuta dell’infezione da Sars-Cov-2 – naturalmente Bergoglio dovrà seguire altre settimane di cure in considerazione della complessità del quadro clinico di cui abbiamo appreso dai giornali e dalle cronache e dunque pur non conoscendo nei dettagli tutti i suoi parametri clinici possiamo ragionare in maniera accademica su un caso di quel tipo e dell’importante quadro infettivo presentato al ricovero. Intanto sarà necessario continuare, per ulteriori giorni, la terapia medica farmacologica in ambiente ospedaliero poi servirà anche un periodo di riabilitazione respiratoria con una fisioterapia motoria e respiratoria che da quanto apprendiamo ha già iniziato per allenare i muscoli e reclutare al massimo le parti del polmone che hanno conservato la massima capacità di scambi ematici e dunque gestire meglio il respiro anche attraverso una diversa postura e varie tecniche, utili a gestire le cosiddette crisi di fame d’aria”. Progressivamente il Papa farà dunque a meno della maschera ad ossigeno e dalle cannule al naso che gli hanno permesso di riprendersi dalla fase acuta dell’infezione.
La premessa è dunque che il Papa resta un paziente anziano con grande fragilità. Aldilà dello scioglimento della prognosi rimane un paziente con patologie croniche importanti e delicate da tenere sotto controllo durante il delicato percorso di guarigione e di ripresa.
Il concetto di fragilità definisce una sindrome biologica in cui viene a ridursi la “riserva funzionale” dell’organismo con una conseguente maggiore suscettibilità alla malattia e agli eventi avversi ad essa correlati. La sua massima incidenza si registra nella popolazione di soggetti over 70.
La sedentarietà, l’astenia, il deficit di forza, il calo ponderale o l’eccessivo peso il ricovero ospedaliero prolungato unitamente alla riacutizzazione del quadro di bronco pneumopatia cronica ostruttiva concorrono al peggioramento dei sintomi respiratori e possono predisporre ad una futura riacutizzazione.
“Nel corso della pandemia abbiamo visto infatti che anche una percentuale considerevole di pazienti considerati a basso rischio – continua Servillo – ha presentato sintomi respiratori prolungati che influenzavano la vita lavorativa, sociale e domestica. Fatica muscolare, dispnea e disagio psicologico sono tra i sintomi più frequenti riportati dai pazienti COVID-19 ospedalizzati dopo la dimissione. I percorsi riabilitativi sia funzionale che respiratorio adottati in pazienti affetti da COVID-19 hanno migliorato significativamente la capacità di esercizio fisico e la meccanica respiratoria con successivo miglioramento della sintomatologia polmonare”.
In questo quadro la fisioterapia respiratoria assume dunque un ruolo importantissimo nella rieducazione respiratoria del paziente respiratorio cronico puntando al miglioramento della dispnea, della gestione della clearance muco ciliare, della tosse e della attività della muscolatura respiratoria in toto. La fisioterapia respiratoria che comprende esercizi di rieducazione del paziente ad una corretta meccanica respiratoria e che favoriscono il recupero della capacità polmonare deve essere anche associata a programmi di recupero funzionale della muscolatura degli arti.
Il Pontefice a inizio settimana ha ripreso una piccola parte dei suoi impegni lavorativi collegandosi tramite il computer all’Aula Paolo VI per seguire gli esercizi spirituali della curia. Un modo per essere vicino ai cardinali e ai vescovi mentre il Predicatore della Casa Pontificia padre Pasolini parlava della morte e del significato più profondo della vita. «La notizia che arriva dal Policlinico ci fa sperimentare una gioia grande – ha sottolineato don Enzo Fortunato, presidente del pontificio comitato della giornata Mondiale dei Bambini – coi bambini stiamo pensando di andare domenica nel piazzale dell’ospedale per fare festa e portare una ulteriore carezza al Papa e un mazzo di rose bianche da mettere ai piedi della Madonna che sta nella sua cappellina».

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