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Il Parkinson si combatte anche con lo sport

Nuoto, vela, golf, il Parkinson è una malattia del movimento che si contiene anche con lo sport oltre che con le terapie farmacologiche e riabilitative. L’attività fisica potrebbe avere un ruolo anche nella prevenzione e nella velocità di progressione della malattia di Parkinson attraverso la sintesi a livello cerebrale di fattori neutrofici.

Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus e Accademia Limpe – Dismov in occasione della giornata internazionale dello sport presentano un fitto programma di appuntamenti sportivi dedicati alle persone affette da Parkinson e alle loro famiglie.

In estate partirà il circuito Parking Golf che prevede 5 tappe di raccolta fondi per la ricerca scientifica, in giro per l’Italia (Brindisi, Catania, Courmayeur, Milano, Roma) con lezioni gratuite per le persone affette da Parkinson; a settembre ci sarà il grande ritorno della Swim for Parkinson, la traversata a nuoto dello stretto di Messina, dove pazienti, caregiver e neurologi nuoteranno fianco a fianco sfidando le acque tra Scilla e Cariddi. Per la prima volta la Fondazione sostiene anche manifestazioni legate alla vela (Sail4Parkinson in primavera e la manifestazione “Le Vele per il Parkinson”). 

Negli ultimi anni numerosi studi hanno dimostrato che l’esercizio fisico è efficace nelle persone con malattia di Parkinson – afferma il professor Leonardo Lopiano, presidente di Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus – poiché può migliorare e ritardare la progressione dei sintomi correlati alle capacità motorie. Inoltre, prima si interviene più è probabile agire sulla progressione della malattia. Una adeguata terapia farmacologica e lo stile di vita, principalmente alimentazione, sport e relazioni sociali, riescono a mantenere attivi i pazienti e possono ritardare l’insorgenza e il peggioramento dei sintomi. Tutti gli studi scientifici concordano quindi sul miglioramento e sul rallentamento della progressione dei sintomi motori e soprattutto sul miglioramento della qualità di vita”.

Secondo gliesperti La pratica e l’apprendimento di una disciplina sportiva portano all’acquisizione di abilità motorie le quali, se ripetute regolarmente, migliorano le capacità motorie. Tale miglioramento, inoltre, consente di recuperare automatismi motori che la malattia tende a ridurre. Si tratta di un efficace circolo virtuoso che lavorando sulle abilità residue è in grado non solo di mantenerle ma di svilupparle.

Inoltre, non è trascurabile l’aspetto che riguarda il rilassamento e il divertimento che solo lo sport è in grado di fornire.

Questo abbinato al concetto di socialità e condivisione potrebbe migliorare le relazioni sociali tra persone affette dalla stessa malattia ed in generale nella vita di tutti i giorni.

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