Luisa Valente (AOU Ferrara): “Curare l’estetica è anche prendersi cura della qualità della vita”.
L’innovazione organizzativa in sanità va ben oltre la tecnologia e i nuovi modelli di gestione: riguarda anche la capacità del sistema sanitario di prendersi carico, in modo multidisciplinare e integrato, di patologie complesse e rare come l’orbitopatia basedowiana, che hanno un impatto significativo non solo clinico ma anche estetico e psicologico. Intervistata da Mondosanità, la Dottoressa Luisa Valente, Medico Chirurgo Maxillo-Facciale presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara, ha posto l’accento proprio su questo aspetto, spesso trascurato: il peso che le alterazioni morfologiche del volto hanno sulla qualità della vita dei pazienti. “L’orbitopatia autoimmune è una patologia che causa alterazioni morfologiche estremamente importanti a livello orbito-palpebrale. Sono cambiamenti che i pazienti vivono con grande sofferenza e che impattano profondamente sul loro benessere quotidiano”, ha spiegato Valente.
Chirurgia ricostruttiva e innovazione organizzativa: un binomio strategico
L’approccio del chirurgo maxillo-facciale è parte integrante di un percorso terapeutico multidisciplinare che rappresenta oggi una delle sfide più complesse per l’innovazione organizzativa in sanità: gestire efficacemente patologie rare e ad alta complessità richiede la collaborazione di specialisti endocrinologi, oculisti, chirurghi e psicologi. “Il nostro compito – ha aggiunto Valente – è quello di correggere le alterazioni orbitali e restituire armonia allo sguardo, contribuendo così al recupero dell’autostima e della qualità della vita del paziente.”
L’estetica come parte della cura
In patologie come l’orbitopatia basedowiana, la dimensione estetica non è secondaria, ma parte integrante della cura. Il disagio provocato dalle alterazioni del volto può influenzare negativamente la sfera relazionale, lavorativa ed emotiva del paziente. In quest’ottica, è fondamentale che l’innovazione organizzativa in sanità includa anche una maggiore attenzione alla presa in carico globale del paziente, che tenga conto degli aspetti funzionali, estetici e psicologici della malattia.





