Durante la gravidanza, sappiamo bene, si prendono giustamente tante precauzioni. Ma c’è una minaccia invisibile che può danneggiare la gestante e il prodotto del concepimento e sulla quale dobbiamo porre maggiore attenzione. Stiamo parlando delle infezioni materno-fetali, note come TORCH (Toxoplasmosi, Oltre, Rosolia, Citomegalovirus, Herpes, Enterovirus). Queste possono compromettere lo sviluppo neurologico, sensoriale e motorio del nascituro, generando sordità, cecità, ritardi cognitivi e paralisi cerebrali. Eppure, molte di queste infezioni si possono evitare. A Roma, nel corso del convegno intitolato “La complessità delle infezioni materno-fetali e il ruolo cruciale della diagnostica nella gestione delle infezioni TORCH”, si è stretta un’alleanza ideale tra istituzioni, società scientifiche, terzo settore e imprese, nata per rafforzare screening, diagnosi e accesso alle terapie preventive.
In Italia le nascite sono in costante calo, un motivo in più per investire sulla prevenzione. “La medicina personalizzata e predittiva deve diventare la chiave di volta per sostenere il Servizio Sanitario Nazionale nel lungo termine”, ha affermato il senatore Guido Quintino Liris, promotore del convegno. “Lo screening prenatale è una delle azioni più efficaci per garantire la qualità della vita di madre e bambino”. Un gesto semplice, come un test sierologico nel primo trimestre, può significare la differenza tra salute e disabilità durante i mesi in dolce attesa. Ed è proprio qui che si annidano alcune delle criticità più sottovalutate del sistema: mancanza di uniformità nelle procedure regionali, ritardi nell’inserimento nei LEA, scarsa informazione alle future mamme.
CMV: la minaccia più diffusa, ma ancora trascurata
Tra i patogeni TORCH dobbiamo citare il citomegalovirus (CMV) è il nemico silenzioso per eccellenza. Ogni anno, 13.000 gestanti contraggono l’infezione primaria, con un neonato su 150 esposto alla trasmissione verticale. Anche in assenza di sintomi alla nascita, il 25% può sviluppare gravi esiti neurologici entro i 4 anni, tra cui ritardi dello sviluppo e sordità. “Il CMV è la principale causa di infezione congenita nei Paesi ad alto reddito”, ha spiegato la professoressa Tiziana Lazzarotto. “Ora abbiamo farmaci efficaci e privi di effetti collaterali, e nuove linee guida che raccomandano il monitoraggio sierologico dal concepimento alla metà della gravidanza. Ma resta cruciale agire in modo tempestivo”. Nonostante la raccomandazione dello screening nelle nuove Linee Guida sulla Gravidanza Fisiologica e l’inserimento nei LEA dal 2025, molte regioni non hanno ancora attivato un programma standardizzato di sorveglianza neonatale.
Toxoplasmosi: infezione antica, rischio attuale
Un’altra infezione insidiosa è la toxoplasmosi, spesso ignorata perché asintomatica in oltre il 90% delle gestanti. Eppure, contrarla in gravidanza può provocare aborto spontaneo, lesioni cerebrali fetali, corioretiniti e idrocefalia. In Italia, lo screening è previsto nei LEA dal primo controllo ostetrico e, in caso di negatività, viene ripetuto ogni 4-6 settimane. Le fonti di trasmissione più comuni? Carni crude o poco cotte, salumi, contatto con feci di gatto o suolo contaminato. Il professor Marcello Lanari sottolinea che è essenziale che le donne siano informate già prima del concepimento sul proprio stato sierologico, così da poter adottare misure preventive e, se necessario, ricevere terapie mirate in tempi utili.
Una fotografia aggiornata: lo studio AMCLI
Secondo un’analisi condotta dall’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI), i dati sulla siero-prevalenza confermano il bisogno di rafforzare la sorveglianza. Nel 2025 i risultati saranno pubblicati su Eurosurveillance, ma alcune tendenze sono già chiare: tra le donne italiane in età fertile, solo il 10% è immune alla toxoplasmosi, il 59% al CMV e l’86% alla rosolia. La situazione è diversa tra le donne straniere in Italia, dove la copertura per CMV sale al 93% ma la suscettibilità a toxoplasma resta più alta (22% immuni).
Grazie all’obbligo vaccinale pediatrico, l’Italia è stata dichiarata “free”, indenne dalla rosolia endemica nel 2023, ma restano preoccupanti i casi importati da Paesi con bassa copertura, rendendo fondamentale lo screening per le donne migranti. Se c’è una parola chiave che emerge da queste premesse è intercettare. Non possiamo permetterci di aspettare i sintomi: molte infezioni TORCH sono silenti alla nascita ma devastanti negli anni. Il network presentato a Roma, che coinvolge Cittadinanzattiva, AMCLI, Diasorin, Federchimica Assobiotec e altre realtà istituzionali, vuole costruire una rete permanente di sorveglianza, formazione e diagnosi precoce, portando la prevenzione dal laboratorio alla comunità. Investire nei primi mille giorni di vita significa iniziare dalla prima settimana. Prima ancora del primo vagito, la salute si costruisce nel silenzio del grembo materno — con un test, una diagnosi, una scelta consapevole. E anche un’infezione evitata può essere una vita salvata.
Il convegno dedicato alla prevenzione e diagnosi precoce delle infezioni materno fetali (foto sotto) si è tenuto presso l’Istituto di Santa Maria in Aquiro, presso il Senato della Repubblica, ed è stato realizzato, come si diceva prima, su iniziativa del senatore Guido Quintino Liris, Intergruppo parlamentare per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive. All’evento, moderato da Silvia Bencivelli, sono intervenuti: il senatore Francesco Zaffini, Presidente 10ª Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale); il Prof. Guido Rasi, Consigliere del Ministro della Salute; il Prof. Rocco Bellantone, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità; il Prof. Marcello Lanari, Professore Ordinario di Pediatria generale e specialistica – Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Direttore UOC di Pediatria, IRCCS AOU di Bologna; il Dott. Eugenio Di Brino, Co-Founder & Partner ALTEMS Advisory – Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma; la Dott.ssa Elsa Viora, Presidente Eletto della Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia (SIGO); la Prof.ssa Tiziana Lazzarotto, Professoressa Ordinaria di Microbiologia e Microbiologia Clinica – Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Direttore UOC di Microbiologia, IRCCS AOU di Bologna, Direttore Scientifico dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI); il Prof. Americo Cicchetti, del Ministero della Salute, il Dott. Riccardo Palmisano, Past President e Membro del Consiglio di Presidenza Federchimica-Assobiotec, il Dott. Giorgio Ghignoni, Vicepresidente Corporate con delega agli affari scientifici Diasorin, e la Dott.ssa Francesca Moccia, Vicesegretario generale Cittadinanzattiva.
