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“L’arte che cura”: medici artisti e musicisti protagonisti

«In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale sembra dominare la scena, non dobbiamo mai dimenticare che la componente umana resta la chiave di tutto: nessun algoritmo potrà sostituire l’ascolto, l’empatia e la responsabilità che caratterizzano il nostro essere medici». Con queste parole Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine dei Medici-Chirurghi ed Odontoiatri di Napoli e provincia ha salutato i tanti colleghi che hanno preso parte ieri alla serata “L’arte che cura”, evento che l’Ordine di Napoli ha realizzato all’Auditorium Porta del Parco di Bagnoli di Napoli. Proprio la volontà di rimarcare ciò che rende unico il gesto medico e lo rende insostituibile ha portato alla genesi di questa serata fatta di esposizioni di scultura, pittura e fotografia firmate da medici artisti e uno spettacolo musicale di oltre un’ora e mezza, con vere e proprie band composte da camici bianchi appassionati di musica sotto la direzione artistica del dottor Bruno Ferraro. Nel corso della manifestazione sono stati celebrati i medici che hanno raggiunto gli importanti traguardi dei 60 e dei 70 anni di laurea, con la consegna di medaglie in riconoscimento di carriere esemplari, che raccontano l’evoluzione della professione e testimoniano come la passione per la medicina non si esaurisca mai. Per i 70 anni di laurea sono stati premiati i dottori Federico Lizzi e Pasquale Perrotta. Per i 60 anni di laurea hanno ricevuto il riconoscimento i dottori Pietro Blasi, Pasquale Federico, Franco Dario Carlo Guardasole, Giuliana Lama, Giuseppe Maggi, Arcangelo Mancino, Carlo Pignatelli Spinazzola, Alessandro Francesco Ricciardi, Giacomo Rocca, Antonio Sodano e Vittorio Tripodi. «Questa serata ha dimostrato che i medici non sono solo professionisti della cura, ma anche donne e uomini capaci di esprimere, attraverso l’arte e la musica, la profondità del proprio rapporto con il paziente e con la sofferenza», dice il presidente dell’Ordine, Bruno Zuccarelli. Uno degli spunti centrali della serata ha riguardato il ruolo delle nuove tecnologie nella sanità. Attraverso il linguaggio universale dell’arte, l’Ordine ha voluto ribadire che la professione medica è fatta di competenze scientifiche, ma anche di sensibilità, creatività e capacità di entrare in relazione con l’altro, valori che i grandi maestri della medicina (celebrati per i loro 60 e 70 anni di laurea) continuano a trasmettere alle nuove generazioni di camici bianchi.

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