“Di che cosa c’è bisogno nel rapporto bambino-pediatra? La comunicazione è la prima arma di prevenzione primaria per costruire un rapporto di fiducia ed empatico e per la buona presa in carico del piccolo paziente”. A dirlo è Giuseppe Di Mauro, segretario nazionale alle attività scientifiche della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), che è intervenuto al convegno sulla pediatria organizzato da Motore Sanità, a Bologna, il 23 novembre.
“La comunicazione nel rapporto pediatra-bambino-famiglia risulta fondamentale per favorire la crescita armoniosa di tutte le potenzialità del bambino, per prenderlo in carico in modo globale promuovendo la sua salute psicofisica, la sua “crescita”, il suo “benessere sociale. Infatti – secondo il dottor Di Mauro – dalla qualità della comunicazione tra il pediatra di famiglia e i genitori derivano il buon rapporto di fiducia con il bambino e la famiglia e l’adesione condivisa alle procedure diagnostiche, alla terapia, ai buoni comportamenti alimentari e relazionali, ai principi di educazione alla salute.
La qualità non passa soltanto attraverso la parola ma si comunica anche attraverso il tempo dedicato alla visita, il tempo dedicato alle domande e alle risposte e il modo di interagire con il piccolo paziente”. Ecco perché “è importante che il pediatra apprenda le tecniche per comunicare in modo ottimale con il bambino e la sua famiglia. Da tale capacità dipende non solo la sua valenza professionale ma anche i risultati ottenuti dal suo operato”.
Secondo Di Mauro, infatti “un pediatra che tiene conto, assieme alla valutazione dei sintomi e delle analisi, anche dei segnali non verbali, del linguaggio del corpo del paziente e del genitore, può cogliere indizi di ansia, depressione, menzogna che potrebbero risultare molto utili nella determinazione del trattamento o nell’approfondimento del colloquio”.
Già nel 2018 la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) insieme con la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), ha elaborato e pubblicato un libro per i genitori dal titolo: “Il bambino nella sua famiglia”.
“Per comunicazione – ha proseguito il dottor Di Mauro – si intende non solo comunicare al piccolo paziente e ai suoi genitori all’interno dell’ambulatorio, ma comunicazione vuol dire anche ascolto, prendere in carico quel bambino, quella famiglia, quindi è un momento davvero particolare quello dell’ascolto. Nei nostri ambulatori, in cui le famiglie si intrattengono 20 minuti, 15 minuti è il tempo dedicato alla comunicazione e all’ascolto, 5 minuti sono dedicati alla visita. Perché oggi le famiglie desiderano rassicurazioni, certezze, raccomandazioni che si passano solo attraverso l’ascolto”.
“Se noi investiamo di più in una comunicazione consapevole – ha concluso Di Mauro – eviteremmo le chat delle mamme, che spesso creano solo confusioni e aumentano i loro dubbi, ed eviteremmo il “Doctor shopping”. Solo attraverso una comunicazione dedicata, chiara quindi consapevole, il pediatra oggi può avere grande utilità. Dobbiamo ricordare che ogni bambino che nasce ha un pediatra al suo fianco. Quindi, come pediatri abbiamo questa grande responsabilità e dobbiamo prendercela tutta.