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L’innovazione dirompente che sta attraversando l’oncologia vista con gli occhi di un primario oncologo 

Luisa Fioretto, Presidente CIPOMO: “Tante le opportunità, ma ci sono anche diverse sfide da affrontare, una di queste è associare all’offerta ospedaliera un’assistenza territoriale in grado di soddisfare le richieste di prestazioni. Ecco come Cipomo sta affrontando questa grande rivoluzione”. 

L’oncologia è attraversata da una vera e propria innovazione dirompente su tutti i fronti, dalla diagnosi alla cura all’organizzazione stessa del percorso di cura del paziente oncologico da parte del medico oncologo. Alla Winter School 2024 di Napoli di Motore Sanità, abbiamo chiesto a Luisa Fioretto, Presidente del Collegio italiano primari oncologi medici ospedalieri (Cipomo) e direttore del Dipartimento oncologico A.S. Toscana Centro, come vede questa rivoluzione e con quali strumenti si sta affrontando, giorno dopo giorno.

Presidente Fioretto, come Cipomo sta affrontando questa rivoluzione in oncologia? 

L’oncologia è oggi uno dei settori a più alta velocità innovativa, la cui dirompenza si riflette nella pratica clinica quotidiana, sui nostri pazienti oncologici e su tutti gli operatori sanitari coinvolti. Il primario di oncologia oggi si ritrova a pensare ed operare in sistemi complessi. Il quadro epidemiologico, il nuovo profilo del paziente e il nuovo approccio di cura dentro e fuori l’ospedale, la rilevanza strategica della interdisciplinarietà e della multi-professionalità, la rapidità di evoluzione delle conoscenze (disruptive innovation) e la progressiva in-sostenibilità del sistema, richiedono al contesto una organizzazione ad elevata interconnessione e al primario oncologo una forte integrazione delle competenze clinico professionali con nuove capacità ed attitudini. Il Collegio italiano dei rimari oncologi medici ospedalieri (Cipomo) ha realizzato il “Manifesto per il profilo del primario oncologo medico ospedaliero oggi” che esprime in sintesi 5 aree rilevanti per l’oncologia Italiana del presente, cui corrispondono 5 set di competenze, capacità e abilità professionali ed umane che definiscono un rinnovato ruolo del profilo del primario di oncologia medica ospedaliera. Il manifesto è stato diffuso sia nella comunity professionale che presso gli enti istituzionali del Paese, quale possibile strumento di indirizzo in area di formazione, aggiornamento e selezione. 

Quali sono le prospettive e/o progetti e proposte di fronte alla cronicità della patologia oncologica?

Il nostro Paese ha un tasso di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi del 63%, superiore alla media europea, con oltre 3,6 milioni di persone con una precedente diagnosi che convivono con trattamenti e/o controlli, di cui oltre il 60% anziani. La progressiva lungo-sopravvivenza con la cronicizzazione della malattia oncologica richiede una gestione integrata e flessibile delle cure estendendo la rete oncologica, le sue interconnessioni multidisciplinari ed interprofessionali al territorio che, con le sue strutture e i suoi professionisti, può garantire ulteriori e solidi nodi assistenziali, in una cornice di reale governo clinico unitario. All’offerta ospedaliera deve essere associata un’assistenza territoriale in grado di soddisfare le richieste di prestazioni (assistenziali, diagnostiche, riabilitative e di follow-up) a minor intensità, ma sovrapponibili per qualità e tempestività, e soprattutto che includa il trasferimento delle informazioni (condizione clinica, caratteristiche personali e di contesto del paziente) tra i diversi setting e i professionisti. Il PNRR, con il Decreto Ministeriale 77, apre una possibilità di ridefinizione organizzativa e di miglioramento della assistenza medica sul territorio, per un valore di oltre 7 miliardi. Ciò implica un ripensamento dell’intera offerta sanitaria e socio-sanitaria, integrando professionisti, strutture e servizi sanitari e sociali di tipologia e livelli diversi. A quanto detto, conseguono significativi cambiamenti organizzativi ed assistenziali nell’ambito di una struttura di oncologia medica ospedaliera e richiede al primario la capacità di proiettarsi oltre i confini della propria struttura, farsi parte attiva anche nella prevenzione e nell’adesione agli screening, di costruire ponti con le altre specialità, esercitando il ruolo di governo clinico unitario di processi di cura differenziati sia nella rete ospedaliera che nella continuità ospedale-territorio, di garantire l’appropriatezza e la sostenibilità dei percorsi oncologici sia in termini di prestazioni diagnostico/terapeutiche che di corretto utilizzo dei differenti settings assistenziali (degenza ordinaria, day-hospital, day-service, ambulatorio, strutture territoriali, domicilio).

Alla Winter School di Napoli del 14 e 15 marzo, il suo messaggio è stato chiaro: siamo di fronte ad una dirompente innovazione a 360 gradi in oncologia, che pone comunque delle grandi sfide. 

Sì, la dirompente innovazione diagnostico, terapeutica tra cui caratterizzazione molecolare e biopsia liquida, test genomici, farmaci agnostici e terapie con un reale valore terapeutico aggiunto, offrono nuove opportunità di cura ai pazienti oncologici ma, pongono nuove sfide in termini non solo clinici ed etici, ma anche di coerenza tra costo e valore, di sostenibilità economica e di forte impatto organizzativo dentro e fuori le strutture di oncologia medica ospedaliera. Non trascurando che una Rete oncologica parte dalla équipe e dai processi di una struttura di oncologia piccola o grande che sia, CIPOMO  ha avviato nel proprio ambito una riflessione sui punti nodali del profilo organizzativo di una struttura di oncologia medica ospedaliera, misure e azioni che portino ad un modello base, flessibile, che stia al passo con i tempi  e, pur nel rispetto dei diversi livelli di contesto in cui è inserito e/o delle diverse realtà regionali, che sia condiviso nella community dei Primari oncologi ospedalieri del Paese. I rapidi cambiamenti di contesto spingono il nostro Collegio a promuovere e sviluppare nuove abilità nella nostra community professionale, nuove capacità di analisi e di orientamento, una visione condivisa che ci permetta di avere chiari i vincoli, anche economici, e le possibilità rispetto alle sfide che possiamo affrontare ed ai limiti di cui tenere conto.

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