Documento dei ministri della salute dei Sette sui criteri per applicare l’IA alla diagnostica, ai trattamenti e alla riabilitazione
Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) ha iniziato a svolgere un ruolo sempre più significativo nel settore sanitario, promettendo di trasformare profondamente il modo in cui vengono condotte diagnosi, trattamenti e riabilitazioni. Secondo le stime più recenti, il mercato globale dell’IA in sanità è destinato a crescere vertiginosamente, raggiungendo i 190 miliardi di dollari entro il 2025, con un tasso di crescita annuale del 42%. Questo slancio non solo sottolinea il potenziale di innovazione, ma evidenzia anche la necessità di affrontare in modo critico i rischi associati a questa tecnologia emergente.
Il tema è stato uno dei focus principali del recente G7 dei ministri della Salute, un incontro in cui i rappresentanti dei sette paesi più industrializzati del mondo hanno discusso le opportunità e le sfide offerte dall’IA in medicina. Il ministro della Salute italiano, Orazio Schillaci, ha rimarcato l’importanza di valorizzare le opportunità legate alla robotica e all’intelligenza artificiale, che stanno già cambiando le capacità diagnostiche e terapeutiche dei professionisti sanitari.
Governo etico dell’IA
Schillaci ha evidenziato che l’IA non deve essere né temuta né contrastata, ma gestita in modo etico. La crescente integrazione dell’IA nei processi sanitari non può sostituire il giudizio umano né il ruolo dei medici e degli operatori sanitari. Questo richiamo a una governance etica e responsabile dell’IA è uno degli aspetti più rilevanti emersi dalla conferenza stampa finale del G7, dove i leader hanno approvato un importantissimo policy brief sul tema.
Nel documento, i paesi del G7 avvertono dei rischi legati a uno “sviluppo e diffusione incontrollati” dell’IA nel settore sanitario, che potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza di operatori e pazienti. Per questa ragione, si è deciso di adottare quadri giuridici aggiornati, finalizzati a garantire che l’adozione di tecnologie avanzate avvenga in modo sicuro e consapevole.
Colmare il gap
Un altro aspetto cruciale discusso dai leader del G7 riguarda la necessità di colmare il ‘gap digitale’ che caratterizza operatori sanitari e popolazione in generale. Le scarse conoscenze nascenti dalle rapidi evoluzioni tecnologiche, unite alla mancanza di comprensione delle applicazioni possibili dell’IA, pongono gravi sfide. La sfiducia nei confronti della tecnologia è un ostacolo significativo e, per questo motivo, i paesi del G7 si sono impegnati a lanciare campagne di comunicazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’uso dell’IA in sanità. Strategia che mira non solo a informare, ma anche a educare e aumentare l’alfabetizzazione in materia di intelligenza artificiale.
Investimenti e risparmi
La Commissione Europea ha annunciato investimenti significativi, stimati in un miliardo di euro all’anno, grazie ai programmi Europa Digitale e Orizzonte Europa, mirati a sostenere lo sviluppo dell’IA. Negli Stati Uniti, si prevede che l’IA genererà annualmente circa 150 miliardi di dollari di risparmi per il sistema sanitario, grazie a diagnosi più precise e a una maggiore efficienza operativa. Questi dati testimoniano il potenziale dell’IA non solo per migliorare l’assistenza sanitaria, ma anche per ottimizzare le risorse economiche dei sistemi sanitari sovraccarichi.
Durante la pandemia di Covid-19, l’uso dell’IA nella telemedicina è aumentato del 150%, confermando l’importanza di queste tecnologie nel garantire continuità nell’assistenza sanitaria anche in contesti di emergenza. Questo incremento ha dimostrato come l’IA possa facilitare l’accesso a cure mediche, specialmente in un’epoca in cui le interazioni faccia a faccia sono state limitate.
L’intelligenza artificiale ha il potenziale per rivoluzionare il sistema sanitario globale, portando a diagnosi più accurate, trattamenti personalizzati e una gestione più efficiente delle risorse sanitarie. Tuttavia, come hanno sottolineato i leader del G7, è fondamentale affrontare le sfide associate, garantire un approccio etico e trasparente e colmare le lacune di conoscenza tra professionisti e pazienti. Solo così sarà possibile massimizzare i benefici dell’IA, riducendo al contempo i rischi e contribuendo a costruire un sistema sanitario più sicuro e accessibile per tutti.
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