Dal 1970 l’Italia può fregiarsi del titolo di nazione libera dalla malaria, ma in un certo senso siamo di nuovo punto e daccapo per un fenomeno che, seppur circoscritto, richiama l’attenzione sulla vulnerabilità e sulle dinamiche del mondo globalizzato. Nel 2023, infatti, sono stati registrati ben 798 casi di infezione da malaria in Italia, tutti casi di importazione, e si conferma così un trend che va avanti ormai da tempo. La notizia, lanciata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) alla vigilia della Giornata Mondiale della Malaria, che si celebra il 25 aprile, cioè domani, suona come monito sulla pervasività di questa patologia, in un contesto di mobilità internazionale crescente.
Le statistiche sono influenzate dai movimenti di cittadini stranieri provenienti da aree endemiche. Secondo i dati attuali, nel periodo pre-pandemico (2017-2019), si era già assistito a una certa stabilizzazione, con una media di 788 casi di malaria ogni 12 mesi.Le restrizioni sui viaggi imposte dalla pandemia di Covid-19 tra il 2020 e il 2021, tuttavia, avevano portato a una drastica diminuzione dei casi, rispettivamente 181 e 433, grazie al congelamento dei viaggi internazionali.
Con la fine delle restrizioni, i numeri sono tornati a salire: nel 2022 si sono registrati 596 casi di malaria, mentre nel 2023 si è toccata, come detto, quota 798. La quasi totalità di questi contagi (circa 700) riguarda cittadini stranieri in arrivo dall’estero, con l’80% di loro che aveva effettuato un breve viaggio nei paesi di origine, spesso per motivi di lavoro, turismo o visite familiari. Solo il 13% dei casi coinvolgeva persone già residenti in Italia.
Il contagio tra gli italiani risulta legato a viaggi verso aree endemiche, con una distribuzione che vede il 46% dei casi attribuibile a trasferte di lavoro, il 26% a turismo e il 19% a missioni di volontariato o religiose. Questo dato evidenzia come, anche in assenza di trasmissione autoctona, il rischio di importare e diffondere la malattia legata al vettore rimanga presente, specialmente in un mondo sempre più connesso.
L’Istituto Superiore di Sanità, che da sempre si occupa di pianificare strategie di lotta contro la malaria, ha anche reso disponibile in occasione della Giornata mondiale un nuovo podcast che ripercorre la storia della malaria e il ruolo delle zanzare. Un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica e gli operatori sanitari su un problema che, seppur apparentemente circoscritto, può avere implicazioni importanti per la salute anche alle nostre latitudini.
Un nemico nascosto e ancora presente nel mondo
La malaria rappresenta una delle malattie infettive più antiche e pericolose dell’umanità. Nonostante i progressi scientifici e le campagne di prevenzione, nel 2023 si sono registrati ancora oltre 200 milioni di casi nel mondo, con circa 400.000 decessi ogni anno, soprattutto nella fascia subsahariana dell’Africa. Le diagnosi di malaria effettuate in Italia, seppur limitate ai casi importati, ci ricordano quanto il rischio di diffusione possa essere reale in un contesto di mobilità globale. La malaria si diffonde attraverso la puntura di zanzare del genere Anopheles, portatrici del plasmodium, un parassita che si trasmette all’uomo entrando nel circolo sanguigno dopo per effetto della puntura dell’insetto. La presenza di queste zanzare è tipica di molte aree tropicali e subtropicali, dove il clima caldo umido favorisce la proliferazione. In Italia, grazie anche alle bonifiche effettuate negli ultimi secoli, le condizioni climatiche e ambientali sono generalmente sfavorevoli ai focolai endemici, motivo per cui la malaria si considera eliminata dal nostro territorio. Tuttavia, il rischio di importazione e di eventuale trasmissione locale, come si vede dai numeri, rimane.
Le regioni più a rischio si riscontrano in una fascia che attraversa tre continenti: Africa, Asia e America latina. La profilassi raccomandata, prima di intraprendere un viaggio in zone a rischio, è costituita in primo luogo dall’assunzione di antimalarici, cui si aggiunge l’adozione di misure preventive per evitare le punture (repellenti e abbigliamento coprente), accorgimenti per abbattere il rischio di infezione.
Per quanto riguarda la terapia, la malaria può essere trattata con farmaci specifici, ma la prognosi può variare in funzione della gravità del caso e del parassita coinvolto. La diagnosi precoce è cruciale per evitare complicanze, che in alcuni casi possono essere assai severe, come la disseminazione che provoca forme di malaria grave con localizzazione cerebrale. La comparsa di sintomi come febbre alta, brividi, sudorazione profusa, dolori muscolari e affaticamento, deve essere sempre segnalata tempestivamente ai medici, soprattutto se si è rientrati da viaggi in aree a rischio. L’Istituto Superiore di Sanità continua a monitorare l’andamento dei casi e a promuovere campagne di informazione e prevenzione, anche attraverso strumenti come il nuovo podcast dedicato alla malattia. La consapevolezza e l’educazione sono le armi più efficaci per mantenere l’Italia libera dalla malaria e per prevenire un possibile ritorno della malattia autoctona.
Per comprendere appieno la rilevanza di questa problematica, è opportuno ricapitolare, in conclusione, cosa sia effettivamente la malaria, come si trasmette, quali siano le strategie di prevenzione e trattamento, e quali siano le manifestazioni cliniche.
Cos’è la malaria?
La malaria è una malattia infettiva causata dal parassita Plasmodium, che si trasmette all’uomo attraverso le punture di zanzare del genere Anopheles. Esistono diverse specie di plasmodium che possono infettare l’uomo, ma le più frequenti sono plasmodium falciparum, vivax, ovale e plasmodium malariae. La malattia si manifesta con febbre ciclica, dolori muscolari, brividi, sudorazione e affaticamento, e può portare a decesso, se non trattata tempestivamente.
Come si trasmette?
La trasmissione avviene principalmente tramite la puntura di zanzare infette durante la notte o nelle ore serali. Una volta avvenuto il contagio, il parassita si moltiplica nel fegato e successivamente invade i globuli rossi, causando i sintomi caratteristici. La malaria non si trasmette da persona a persona per contatto diretto, ma attraverso questa intermediazione vettoriale. Tuttavia, in condizioni particolari, può esserci trasmissione attraverso trasfusioni di sangue infetto, scambio di siringhe contaminate o dalla madre al bambino durante la gravidanza.
Profilassi e prevenzione
Per chi viaggia in aree endemiche, la profilassi farmacologica è fondamentale. Esistono farmaci specifici da assumere prima, durante e dopo il soggiorno per ridurre il rischio di infezione. Oltre alla profilassi farmacologica, è importante adottare misure di protezione personale come l’uso di repellenti, zanzariere e abbigliamento coprente durante le ore di attività delle zanzare.
Terapia e prognosi
La malaria può essere trattata efficacemente con farmaci antimalarici specifici, come la clorochina, l’artemisinina e altri, a seconda della specie infettante e della gravità del quadro clinico. La diagnosi precoce è cruciale: un semplice esame del sangue può identificare l’infezione e permettere un intervento tempestivo. La prognosi, se trattata prontamente, è buona, ma la malaria grave può portare a complicanze come anemia severa, insufficienza renale, disturbi cerebrali, fino alle estreme conseguenze.