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Medicina territoriale: curiamola per stare meglio

Il Covid ha mostrato quanto la medicina territoriale sia fondamentale, ma quanto al momento sia debole. Durante la prima ondata, in molte Regioni il contagio si è diffuso celermente a causa di una corsa verso gli ospedali.

CI troviamo storicamente davanti ad una grande opportunità di rilancio per il nostro Sistema sanitario. Presto entreranno infatti nelle casse molte soldi grazie al Recovery Plan. Parliamo di soldi che se, investiti in maniera strategica, possono modificare completamente il nostro sistema sanitario.

Avremo presto la grande opportunità di colmare quelle lacune che purtroppo si sono create negli anni a causa di tagli e scelte poco strategiche. Parliamo di molti soldi: è infatti di 20,3 miliardi lo stanziamento del Recovery Plan per rafforzare ospedali e presidi locali, sostituire i macchinari medici che hanno più di 5 anni di vita, finanziare la ricerca scientifica.

La pandemia ha evidenziato la debolezza della medicina territoriale e una mancanza di visioni strategiche che lo riguardassero. In questo ultimo anno la pandemia ha costretto il mondo della Sanità a prendere delle decisioni in tempi più che rapidi. Sono stati attivati nuovi servizi, sono state riviste vecchie pratiche. Sicuramente il Covid ha dato una lezione importante, che però non va dimenticata. Sia perché non siamo usciti completamente dalla pandemia, sia perché la questione non è se ci sarà una nuova infezione, ma quando ci sarà.

Nei prossimi mesi avremo la possibilità di poter usufruire dei soldi del Recovery Plan e delle lezioni impartite dal Covid per rilanciare la medicina territoriale.
Non dobbiamo sprecare queste due occasioni. Ovviamente non solo in vista delle straordinarietà quali possono essere le pandemie, ma anche delle situazioni di normale amministrazione.

L’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle cronicità non possono non essere al centro delle prossime politiche in ambito sanitario.

Servono necessariamente e urgentemente risorse da investire in strutture, personale e tecnologia. Risorse che però vanno impiegate con criterio logico e sulla base di dati reali. Se vogliamo rilanciare la Sanità italiana rafforzandola dobbiamo far diventare la medicina territoriale protagonista del cambiamento. Si può ad esempio partire dall’assistenza domiciliare che è un diritto di ogni cittadino e deve essere a disposizione di tutti, in tutte le Regioni. Le persone devono potersi curare a casa, senza dover andare a intasare i pronto soccorso e gli ospedali.

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