Il Collegio dei Reumatologi Italiani (CReI) segnala lacune significative nel nuovo tariffario, che potrebbero compromettere la qualità dell’assistenza reumatologica e rallentare l’accesso alle cure per i pazienti.
L’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e del Nomenclatore delle prestazioni sanitarie, recentemente approvato e che entrerà in vigore il 30 dicembre 2024, è stato accolto positivamente da molteplici parti del sistema sanitario italiano. Questo aggiornamento, infatti, rappresenta un passo avanti nell’ampliamento delle prestazioni sanitarie per i cittadini, con l’intento di garantire una maggiore tutela della salute. Tuttavia, il Collegio dei Reumatologi Italiani (CReI) ha espresso forte preoccupazione per l’assenza di importanti prestazioni reumatologiche nel nuovo Nomenclatore, una lacuna che potrebbe compromettere gravemente l’efficacia del servizio sanitario per chi soffre di patologie reumatologiche.
Le lacune nel Nomenclatore per le prestazioni reumatologiche
Il CReI ha sottolineato che, purtroppo, il nuovo aggiornamento non include numerose prestazioni fondamentali per la reumatologia, prestazioni che sono quotidianamente utilizzate dai reumatologi per diagnosticare e trattare i pazienti. Prestazioni come la capillaroscopia, l’ecografia muscolo-scheletrica, l’artrocentesi, le infiltrazioni di sostanze intrarticolari e la biopsia delle ghiandole salivari, che sono riconosciute e regolarmente effettuate da specialisti di altre branche, come la chirurgia, l’ortopedia e l’angiologia, non sono state incluse tra le prestazioni reumatologiche nel nuovo tariffario. In sostanza, queste prestazioni cruciali vengono dimenticate nel nuovo Nomenclatore, che riconosce solo la “prima visita reumatologica” e la “visita reumatologica di controllo”, senza considerare i trattamenti e le diagnosi indispensabili per un corretto approccio alle patologie reumatologiche.
L’impatto della mancanza di prestazioni reumatologiche
Questa omissione di prestazioni cruciali per la reumatologia potrebbe avere conseguenze gravi. Le prestazioni non incluse nel nuovo Nomenclatore sono tutte attività che fanno parte del programma formativo delle Scuole di Specializzazione in Reumatologia, e che sono fondamentali per il lavoro quotidiano dei reumatologi. In particolare, l’ecografia muscolo-scheletrica e la capillaroscopia sono tecniche diagnostiche essenziali per la gestione di malattie come l’artrite reumatoide, il lupus e altre patologie autoimmuni, che richiedono un monitoraggio costante per garantire la qualità della vita dei pazienti. La loro esclusione dal Nomenclatore rischia di compromettere non solo la qualità della diagnosi, ma anche l’efficacia del trattamento, aumentando la possibilità di diagnosi tardive.
La risposta del Ministero e le criticità irrisolte
Nel dicembre 2023, il CReI aveva già sollevato questa problematica con una lettera inviata al Ministero della Salute, chiedendo di correggere queste lacune nel Nomenclatore. Sebbene la risposta del Ministero avesse cercato di rassicurare il CReI, la questione non è stata affrontata in modo adeguato. La risposta ministeriale infatti non ha risolto il problema delle prestazioni reumatologiche non incluse nel Nomenclatore, e la stessa posizione del Ministero, che ritiene che le prestazioni non specificate nel tariffario possano essere ricomprese sotto la voce “altre prestazioni”, non ha convinto il CReI, che continua a ritenere che ciò possa causare confusione e disagi sia per i professionisti che per i pazienti.
Il rischio di allungamento delle liste d’attesa
Il rischio maggiore derivante dall’assenza di prestazioni reumatologiche nel nuovo Nomenclatore è il significativo allungamento delle liste di attesa per le visite e per le indagini reumatologiche. Come sottolineato dal presidente del CReI, Severino Martin Martin, il fatto che molte prestazioni reumatologiche fondamentali non siano incluse nel tariffario potrebbe portare i direttori delle Aziende Sanitarie a non considerare urgenti gli investimenti in reumatologia. Il risultato sarà un ulteriore rallentamento dell’accesso alle cure per i pazienti, che potrebbero trovarsi costretti a rivolgersi a specialisti di altre branche mediche, pur avendo bisogno di prestazioni specifiche della reumatologia. Inoltre, i giovani reumatologi, privi di opportunità professionali nella loro specialità, potrebbero essere costretti a lavorare in altri reparti, aumentando ulteriormente le difficoltà nel garantire un servizio reumatologico adeguato.
Richiesta di revisione urgente del Nomenclatore
Il CReI ha annunciato che chiederà un’audizione urgente al Ministero della Salute per discutere le problematiche sollevate e chiedere una revisione del Nomenclatore per includere le prestazioni reumatologiche essenziali. L’obiettivo del CReI è quello di garantire che le prestazioni fondamentali per la reumatologia, come l’ecografia muscolo-scheletrica e la capillaroscopia, possano essere eseguite direttamente dai reumatologi durante le visite, senza dover attendere ulteriori appuntamenti. Una soluzione di questo tipo, secondo il CReI, sarebbe determinante per ridurre le liste di attesa, migliorare la diagnosi precoce delle patologie reumatologiche e garantire un’assistenza sanitaria più efficiente e mirata per i pazienti.