Un anticorpo monoclonale sviluppato da Biogen potrebbe rappresentare una svolta significativa nella lotta contro l’Alzheimer, riducendo le placche di beta-amiloide e migliorando la qualità di vita dei pazienti. L’approvazione europea è attesa nel primo trimestre del 2024.
Biogen, un’azienda leader nella ricerca farmaceutica, sta per lanciare un nuovo farmaco contro l’Alzheimer che potrebbe segnare una svolta nella gestione di questa temibile malattia neurodegenerativa. L’anticorpo monoclonale, denominato lecanemab, agisce efficacemente contro le placche di beta-amiloide nel cervello, contribuendo a preservare la funzione cognitiva.
Il presidente e Ceo di Biogen, Christopher A. Viehbacher, ha dichiarato in un’intervista all’Adnkronos Salute che la richiesta di autorizzazione per il farmaco è stata presentata alla Agenzia europea del farmaco (Ema) nel gennaio di quest’anno. Se i tempi procederanno come previsto, l’approvazione dovrebbe arrivare nel primo trimestre del 2024.
La svolta è arrivata con lecanemab, sviluppato in collaborazione con Eisai. Viehbacher spiega che questo farmaco è stato il primo ad ottenere la piena approvazione negli Stati Uniti, rappresentando una pietra miliare nella lotta contro l’Alzheimer. L’anticorpo ha dimostrato di poter ridurre in modo significativo le placche di beta-amiloide, aprendo la strada a miglioramenti cognitivi osservabili.
Un aspetto cruciale della ricerca di Biogen è la consapevolezza che intervenire precocemente è fondamentale. Il farmaco sembra essere più efficace quando somministrato prima che i sintomi diventino evidenti, poiché le placche iniziano a svilupparsi 10-20 anni prima della manifestazione dei sintomi stessi. Uno studio chiamato ‘Ahead’ è attualmente in corso per esaminare pazienti prima che i sintomi si manifestino, aprendo la strada a una gestione più preventiva della malattia.
Oltre al trattamento con lecanemab, Biogen sta esplorando nuove vie per affrontare altri fattori implicati nell’Alzheimer. Viehbacher ha menzionato lo sviluppo di un farmaco in grado di inibire la proteina Tau, un altro importante contribuente alla malattia. Sebbene la ricerca sia ancora agli stadi iniziali, i risultati preliminari hanno mostrato miglioramenti significativi nell’Alzheimer.
Il Ceo di Biogen ha anche sottolineato l’impegno continuo dell’azienda nella ricerca di nuovi trattamenti per l’Alzheimer, nonostante le sfide significative che la comunità scientifica ha dovuto affrontare nel corso degli anni. La popolazione europea, con una percentuale più elevata di anziani, rende la ricerca clinica in questa regione particolarmente rilevante.
Oltre all’anticipato via libera per lecanemab, Biogen sta lavorando anche su formulazioni più convenienti per i pazienti, come un’opzione sottocutanea del farmaco, che potrebbe semplificare notevolmente il regime di trattamento. La continua dedizione di Biogen alla ricerca e allo sviluppo offre una speranza concreta per coloro che affrontano la sfida dell’Alzheimer, aprendo la strada a nuove prospettive e miglioramenti nella qualità della vita dei pazienti.
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