In una notevole dimostrazione di progresso, 16 paesi africani hanno compiuto passi da gigante nei loro sforzi di vaccinazione e rafforzato i loro sistemi sanitari, grazie al sostegno dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e a un progetto finanziato dall’UE. Questo sforzo collaborativo non solo ha contribuito alla lotta contro il COVID-19, ma ha anche migliorato la preparazione per future epidemie e altre malattie prevenibili con il vaccino.
In una notevole dimostrazione di progresso, 16 paesi africani hanno compiuto passi da gigante nei loro sforzi di vaccinazione e rafforzato i loro sistemi sanitari, grazie al sostegno dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e a un progetto finanziato dall’UE. Questo sforzo collaborativo non solo ha contribuito alla lotta contro il COVID-19, ma ha anche migliorato la preparazione per future epidemie e altre malattie prevenibili con il vaccino.
Un fattore cruciale alla base di questo successo è stata la formazione degli operatori sanitari nazionali da parte dell’OMS. Questi individui dedicati sono stati determinanti nella somministrazione di vaccini in vari contesti, inclusi centri urbani, villaggi remoti, campi profughi e sfollati, luoghi di lavoro e spazi pubblici. Da 130.000 operatori sanitari qualificati nel 2022, il numero è salito a quasi 2 milioni entro maggio 2023. Questo aumento esponenziale ha rafforzato la capacità di questi paesi di rispondere efficacemente a eventuali future crisi sanitarie.
Tra i paesi che hanno compiuto progressi significativi, Ciad, Guinea, Niger, Sudan, Sud Sudan e Nigeria hanno raggiunto tassi di vaccinazione vicini al 40%. La Repubblica Centrafricana, il Mozambico e la Somalia hanno superato la soglia del 40%, mentre la Liberia è emersa come prima classificata, con otto individui su dieci ora vaccinati.
Gli sforzi di vaccinazione hanno anche raggiunto circa 12 milioni di rifugiati, sfollati interni e migranti in undici paesi. Quattro su dieci di loro hanno ricevuto la serie completa del vaccino primario, mentre più della metà ha ricevuto almeno una dose. Inoltre, quasi 13 milioni di persone vulnerabili in questi gruppi sono state raggiunte attraverso campagne di sensibilizzazione condotte da operatori sanitari locali, nei propri contesti e nelle proprie lingue.
Oltre ai progressi compiuti tra le popolazioni vulnerabili, circa 26 milioni di anziani, pari al 38% del totale in tutti i paesi, hanno completato la loro prima serie di vaccini. Questo risultato è fondamentale per fornire protezione contro il COVID-19 a una fascia demografica più suscettibile a gravi malattie e complicazioni.
La formazione completa, il trasferimento di conoscenze e il lavoro sul campo condotti nell’ambito dei programmi nazionali di vaccinazione e immunizzazione hanno rafforzato in modo significativo i sistemi sanitari di questi paesi. Questa ritrovata resilienza contro il COVID-19 si rivelerà preziosa anche per affrontare future epidemie e malattie prevenibili con il vaccino.
Il successo di questi sforzi può essere attribuito, in parte, a un progetto finanziato dall’UE e attuato dall’OMS. Il progetto mirava a migliorare la resilienza e la preparazione dei sistemi sanitari di fronte a future epidemie. Poiché il progetto si conclude dopo due anni, l’impatto è evidente, in particolare nei contesti umanitari più fragili dell’Africa.
All’inizio del 2022, il tasso medio di vaccinazione COVID-19 nei paesi partecipanti era inferiore al 5%. Ora, quel tasso si sta avvicinando al 30%, che è la media del continente. Oltre 34 milioni di persone in questi paesi hanno ricevuto le vaccinazioni a due dosi, rappresentando più di un individuo su quattro nella popolazione.
Un obiettivo chiave del progetto era dare la priorità alle persone e alle comunità più vulnerabili. I risultati ottenuti nella copertura vaccinale e nel rafforzamento dei sistemi sanitari dimostrano un significativo passo avanti nell’assicurare un accesso equo all’assistenza sanitaria e proteggere le persone più a rischio.
Mentre questi 16 paesi africani continuano la loro lotta contro il COVID-19 e si preparano alle future emergenze sanitarie, gli sforzi collaborativi delle organizzazioni internazionali, dei governi nazionali e degli operatori sanitari locali hanno spianato la strada a un sistema sanitario più resiliente e preparato. I progressi compiuti nel sostenere le vaccinazioni e nel rafforzare i sistemi sanitari servono da esempio ispiratore per altre regioni che affrontano sfide simili, dimostrando il potere di trasformazione dell’azione collettiva e degli investimenti strategici nelle infrastrutture sanitarie.
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