Troppi i pazienti che abbandonano il triage prima della visita. Ma spesso sono richieste inappropriate
Attuazione delle reti tempo dipendenti e dell’emergenza e urgenza ai raggi X dell’Agenas che mettendo in fila dati e indicatori ha presentato una mappa delle attività delle regioni.
Cittadini che vanno al Pronto soccorso ma poi, prima della visita medica o in corso di accertamento o prima della chiusura della cartella clinica, decidono di andarsene abbandonando il reparto di emergenza-urgenza. Un aspetto sul quale punta i riflettori la terza ‘Indagine nazionale sullo stato di attuazione delle reti tempo – dipendentì dell’Agenas. La Campania non ne esce bene soprattutto per l’alta percentuale di pazienti in fuga dai pronto soccorso (11,8 rispetto a una media del Paese di 6,3. Fanno peggio solo la Sicilia con 12,71% e la Sardegna con 24,31). Parliamo di pazienti che, dopo l’accesso, in una delle fasi delle cure (prima della visita medica o in corso di accertamento o prima della chiusura della cartella clinica) decidono di abbandonare il reparto di emergenza-urgenza. Un fenomeno che potrebbe essere ricondotto agli alti livelli di attesa per i codici meno urgenti (la stragrande maggioranza) oppure alla tendenza di larghe fasce di popolazione a usare il pronto soccorso come principale porta di accesso al servizio sanitario per ottenere prestazioni ambulatoriali senza ticket.
IL RAPPORTO
Il Rapporto Agenas prevede approfondimenti dedicati a ciascuna rete e indici sintetici complessivi di valutazione. L’indagine è del 2023 analizzando i risultati del monitoraggio del 2022. In generale i tempi di attesa in urgenza sono elevati nella maggioranza delle Regioni. In Campania è attiva solo la rete per l’infarto e l’ictus mentre quella per il trauma non c’è e il tavolo regionale dalla pandemia non è stato più convocato. La rete dell’emergenza-urgenza tempo-dipendente funziona bene in varie Regioni del Nord: la prima per assistenza e presa in carico è Bolzano, risultati positivi anche in Veneto e Lombardia. Performance peggiori, invece, soprattutto al Sud come in Sardegna e Campania (soprattutto per le fughe dei pazienti) ma criticità si hanno anche in Valle d’Aosta. Sono i dati che emergono dalla terza “Indagine nazionale sullo stato di attuazione delle reti tempo – dipendentì dell’Agenas. L’indagine è condotta nel 2023 analizzando i risultati del monitoraggio rispetto all’anno 2022. In generale, i tempi di attesa sono elevati nella maggioranza delle Regioni. Un dato che preoccupa sono anche gli abbandoni del Pronto soccorso da parte dei pazienti, con percentuali elevate in Campania, Sardegna e Sicilia (oltre il 6% della media nazionale). Per quanto riguarda invece la Rete cardiologica, emerge che le tre regioni maggiormente virtuose sono Marche, Toscana ed Emilia-Romagna, mentre in fondo alla classificazione troviamo ancora regioni meridionali come la Calabria e la Sicilia, ma figura anche la Valle d’Aosta e Sicilia.
Per quanto riguarda la Rete cardiologica le tre regioni più virtuose sono Marche, Toscana ed Emilia-Romagna, mentre in fondo alla classifica troviamo Calabria e Sicilia ma anche la Valle d’Aosta e Molise e la Campania.
Cittadini che vanno al Pronto soccorso ma poi, prima della visita medica o in corso di accertamento o prima della chiusura della cartella clinica, decidono di andarsene abbandonando il reparto di emergenza-urgenza. Un aspetto sul quale punta i riflettori la terza ‘Indagine nazionale sullo stato di attuazione delle reti tempo – dipendentì dell’Agenas, presentata oggi. Le Regioni con la più alta percentuale di abbandono sono la Campania (11,80%), la Sardegna (24,31%) e la Sicilia (12,71%), rispetto ad una media nazionale del 6,29%. Quelle con la più bassa percentuale di abbandono sono invece la Valle d’Aosta con lo 0%, la Basilicata (1,30%) ed il Veneto (1,65%). Un fenomeno che potrebbe essere conseguenza delle lunghe attese, oppure del fatto che il paziente si rende conto che la sua situazione non è tale da giustificare la permanenza in Pronto soccorso, ma i dati restano molto differenziati tra le Regioni. Queste le percentuali di abbandono nelle altre regioni: Abruzzo (10,48%), Calabria (4,98%), Emilia Romagna (6,01%), Friuli Venezia Giulia (5,66%), Lazio (8,38%), Liguria (5,79%), Lombardia (3,32%), Marche (7,70%), Molise (3,84%), P.A. Bolzano (2,59%), P.A. Trento (4,68%), Piemonte (3,11%), Puglia (8,16%), Toscana (4,90%), Umbria (2,36%).
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