Compie 40 anni di attività il centro di riferimento della retinopatia del prematuro dell’ospedale Maria Vittoria di Torino, uno dei più importanti centri neonatali e oculistici specializzati nella diagnosi e cura della retinopatia del prematuro. È un traguardo importante dove dedizione, ricerca e cure di altissimo livello per i neonati più fragili sono il vessillo.
La retinopatia del prematuro è descritta per la prima volta negli anni ’40. È una malattia oculare che colpisce i neonati prematuri, particolarmente quelli di peso inferiore ai 1.000 grammi e di età gestazionale inferiore alle 28 settimane, caratterizzata da una crescita anomala dei vasi sanguigni della retina, e che, se non diagnosticata e trattata, può portare al distacco di retina ed alla cecità. La diagnosi precoce e il trattamento tempestivo attraverso laser, iniezioni intraoculari di anti-VEGF o chirurgia, possono prevenire, nella maggior parte dei casi, danni permanenti alla vista.
Per rispondere all’aumento di incidenza della retinopatia del prematuro nei neonati prematuri nasce il centro di riferimento nel 1984, per intuizione della professoressa Maria Teresa Gandolfo, allora primario della terapia intensiva neonatale dell’ospedale Maria Vittoria e del professore Giuseppe Heer, allora primario del reparto di oculistica dello stesso ospedale.
Ad oggi il centro ha trattato 600 neonati, estremamente pretermine, negli ultimi 4 anni ha contato 80 neonati ricoverati e trattati per retinopatia del prematuro per lo più provenienti da altri centri e ognuno di loro ha richiesto più di un trattamento.
All’interno del centro hanno dato il loro contributo il dottor Giovanni Anselmetti (dagli anni 1990 fino al 2020) con la dottoressa Giovanna Guala, allora direttore della terapia intensiva neonatale. Attualmente il dottor Roberto Orsi, direttore della struttura complessa di oculistica dell’Asl Città di Torino e la dottoresa Patrizia Savant Levet, direttore della struttura complessa di terapia intensiva neonatale e neonatologia con le loro équipe di oculisti, neonatologi e infermieri continuano a dedicarsi a neonati che provengono da numerosi centri per la diagnosi e la cura della retinopatria del prematuro, fornendo trattamenti tempestivi e contemporaneamente supporto alle famiglie.
La gestione della retinopatia ha subito negli anni anche presso il centro del Maria Vittoria una profonda evoluzione sul piano della diagnosi e della terapia. “Nella diagnosi – come spiega il dottor Roberto Orsi – si è passati dall’utilizzo dell’osservazione della retina attraverso una lente (oftalmoscopia indiretta) alle immagini digitali ottenute con una telecamera digitale (Ret-Cam) fino ad esami più avanzati come l’esame angiografico della retina con fluorescina (FAG) per ottenere immagini sempre più precise e definite. Anche nel trattamento si è passati dalla crioterapia (negli anni 1984-1998) all’utilizzo della fotocoagulazione laser, come trattamento di elezione per prevenire la progressione della ROP verso gli stadi più gravi (dal 1999 ad oggi), ed alla vitrectomia nei casi più compromessi”.
Dal 2021 al trattamento laser si è affiancato l’utilizzo di iniezioni intravitreali di farmaci anti VEGF per bloccare i fattori di crescita responsabili della neo-vascolarizzazione anomala della retina. A 40 anni di distanza dalle prime esperienze, il centro di riferimento della ROP presso l’ASL Citta di Torino, costituito dalla terapia intensiva neonatale dell’Ospedale Maria Vittoria e dall’Oculistica Pediatrica dell’Ospedale Oftalmico, prosegue ogni giorno il suo impegno con nuove generazioni di oculisti e neonatologi a fianco dei piccoli neonati nella battaglia contro la ROP, con lo stesso spirito di dedizione e la stessa passione degli inizi.