L’emergenza salute mentale in Italia sta assumendo contorni sempre più preoccupanti. E per affrontare questa complessa realtà, Motore Sanità, con il contributo incondizionato di Angelini Pharma, ha promosso una serie di think tank che ha coinvolto esperti, associazioni di pazienti, istituzioni e stakeholder con l’obiettivo di individuare azioni concrete e sostenibili per migliorare l’assistenza e ridurre lo stigma associato ai disturbi mentali.
La road map dei “Laboratori sulla salute mentale”, è partita da Roma per poi arrivare a Viareggio, Milano, Padova e tornare nella Capitale, dove lo scorso 4 dicembre sono stati presentati i risultati di questo primo percorso in quattro regioni italiane.
Ai laboratori sulla salute mentale hanno preso parte i massimi esperti, a livello regionale e nazionale, tra cui Alberto Siracusano, professore emerito di Psichiatria dell’Università Tor Vergata e coordinatore del Tavolo tecnico ministeriale sulla salute mentale, e Giuseppe Nicolò, Direttore del Dipartimento di salute mentale e delle dipendenze patologiche dell’Asl Roma 5, coordinatore vicario del Tavolo tecnico ministeriale sulla salute mentale, oltre ai rappresentanti delle associazioni di pazienti e delle istituzioni.
“È un percorso, un laboratorio di idee in cui i dati che sono emersi fino ad oggi mettono in evidenza degli aspetti su cui riflettere e agire – spiega oggi il professore Alberto Siracusano -. Un dato che accomuna tutti è quello della carenza di risorse, nonché la necessità di una nuova cultura sulla salute mentale in quanto è necessario sia a livello preventivo, già nelle scuole, sia nelle fasi di transizione, sia nelle fasi critiche della vita di uomini e done poter affrontare i problemi della salute mentale”.
Quali altri temi vengono affrontati? “Altri temi specifici sono quelli legati alle Rems e agli autori di reato: se n’è parlato e se ne continua a parlare con varie testimonianze. Un altro tema è quello dell’innovazione tecnologica: come possa aiutare a fare sì che le persone acquisiscano sempre di più una consapevolezza e un controllo in senso positivo sull’assunzione della terapia, sulla continuità delle psicoterapie e pertanto acquisiscano sempre di più una buona salute mentale”.
“Altri aspetti sono collegati all’approccio “One mental health”, ovvero all’idea complessiva del rapporto tra ambiente, ambiente interno e anche salute del proprio corpo e come questo sia necessario per il raggiungimento di una buona salute mentale”.
Come ricorda il professore Siracusano, “continueremo nel prossimo anno questo percorso, in quanto è ormai necessario acquisire i dati da parte di tutti e capire qual è il disagio che riguarda l’assistenza nella salute mentale. Voglio ricordarlo: ci sono specificità regionali che sono emerse in questa prima parte del percorso, ma vi è soprattutto una necessità comune che è quella di riuscire a fare crescere in senso qualitativamente migliore la nostra salute mentale che è determinante per il nostro benessere in senso più ampio possibile”.