Di recente vi sono state diverse segnalazioni su casi di sospetta infezione in animali domestici: un gatto con sintomi in Belgio (Belgian cat infected with Covid-19 (V1 – 25/03/2020), due cani e un gatto asintomatici a Hong Kong (fonte pro-MED) e all’Università di Liegi, è stato rilevato l’RNA del Coronavirus nelle feci e nel vomito di un gatto di proprietà di una persona infetta, che mostrava sintomi. La malattia è comparsa dopo una settimana di stretto contatto con la proprietaria con sintomi di anoressia, diarrea, vomito, tosse e respiro superficiale, che fortunatamente sono migliorati dopo 9 giorni.
In attesa di studi specifici e per evitare la circolazione di notizie allarmistiche tra i cittadini, l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie ha voluto fornire una serie di informazioni chiare qui sintetizzate attraverso 2 possibili scenari:
Scenario A
Nucleo familiare composto da una o più persone sospette di infezione o infette, poste in quarantena presso il loro domicilio. Come comportarsi con l’animale? E’ fondamentale chiarire che gli animali non debbono essere allontanati ed è consigliabile che restino presso la famiglia. La persona infetta deve evitare il contatto ravvicinato con l’animale, attraverso lo stesso atteggiamento prudenziale attuato con i familiari.
Le uscite con i cani per esigenze fisiologiche in mancanza di adeguati spazi interni, possono essere effettuate sotto controllo di persone disponibili a farlo (parenti, amici, volontari tutti debitamente informati) adottando le misure di sicurezza necessarie per evitare il contatto con gli infetti. Questa persona dovrà munirsi di DPI (guanti e mascherina) evitando il più possibile contatti troppo ravvicinati con l’animale e garantire le distanze sociali da altre persone o animali, con l’obbligo di adeguati kit per la raccolta delle feci (doppio sacchetto e guanti da smaltire subito secondo normative). Per i gatti occorre garantire di evitare contatti con persone ed animali delimitando l’area esterna.
Al momento del primo tampone della persona infetta in famiglia, deve esserne fatta segnalazione ai servizi veterinari della ASL e nella scheda epidemiologica sarà compreso anche il censimento degli animali da compagnia che verranno monitorati nelle interviste di controllo ai pazienti da remoto.
Scenario B
Nucleo familiare composto da una o più persone sottoposte a ricovero per COVID-19, con animali che restano soli. In questo scenario, ci sono due possibilità di come accudire l’animale:
- a) se ci sono persone disposte a farsi carico di ospitarlo, potranno far questo sia accogliendolo presso il proprio domicilio (dove l’animale in isolamento per almeno 72 ore), sia curandolo presso il domicilio originario preventivamente sanificato. Dovranno essere evitati bagni con sostanze aggressive per la cute dell’animale. Dopo l’isolamento se si volesse lavare le zampe o l’animale intero, lo si potrà fare con adeguati DPI, usando un normale shampoo per animali. Anche qui l’affido deve essere comunicato al Dipartimento di prevenzione della ASL.
- b) Se nessuno si può occupare dell’animale verrà affidato al canile sanitario. Il personale del canile dovrà essere munito di adeguati DPI (guanti e mascherina FFp2) e dovrà essere opportunamente informato per adottare tutte le procedure di prevenzione. Se si dovessero verificare focolai in queste sedi come per gli ospedali, si dovrebbe garantire delle postazioni di quarantena COVID19.
“Nel caso in cui l’animale domestico venga a morte, sarà necessario allertare i Servizi Veterinari per l’invio delle carcasse alla sede dell’Istituto Zooprofilattico territorialmente competente per le opportune indagini post mortem”. Ma speriamo che non avvenga mai!