La medicina cambia volto in Italia, stiamo vivendo una trasformazione epocale. Secondo i dati elaborati dalla Fnomceo, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, il 60% dei medici italiani con meno di 50 anni è composto da donne. Un dato che, seppur sorprendente, si fa ancora più eclatante nel segmento di età tra i 40 e i 49 anni, dove la percentuale raggiunge il 64%. Questo fenomeno non è solo una semplice statistica, ma rappresenta un cambiamento culturale significativo e un passo avanti nella lotta per la parità di genere nel mondo del lavoro, soprattutto in un settore che fino a un recente passato era tradizionalmente dominato dagli uomini.
Nonostante il sorpasso nelle fasce più giovani, i medici under 50 rappresentano solo il 42% dei 422.511 iscritti all’Albo. Questo dato è emblematico della struttura demografica della professione medica in Italia, che presenta una media di età piuttosto alta rispetto agli standard europei. Infatti, secondo Eurostat, l’Italia è il Paese europeo con la maggiore età media dei medici attivi. Tra i medici con meno di 70 anni, la percentuale di donne scende al 53%, segno che il cambiamento è in atto, ma non è ancora completo.
Un’analisi delle fasce di età rivela che gli uomini sono ancora più numerosi tra gli over 60, ma le donne dominano nelle nuove leve. Se nel gruppo di età tra i 55 e i 59 anni c’è una parità sostanziale, scendendo a 50-54 anni le donne iniziano a superare gli uomini. Questo trend è destinato ad accentuarsi nei prossimi cinque-dieci anni, quando i medici più anziani andranno in pensione, e saranno sostituiti da professionisti più giovani, in larga parte donne.
La trasformazione della professione sanitaria in Italia ha radici profonde, ma è negli ultimi decenni che si è assistito a un’accelerazione inarrestabile. Solo un secolo fa, le donne medico in Italia erano circa duecento. Oggi, grazie a figure pionieristiche come Adelasia Cocco, che nel 1914 divenne la prima donna medico condotto, e Ernestina Paper, la prima laureata in medicina nell’Italia unita nel 1877, si è aperta la strada per le generazioni future. La crescita della presenza femminile nei ranghi della medicina è un riflesso della crescente emancipazione delle donne nella società, e il settore sanitario non fa eccezione.
Filippo Anelli, Presidente della FNOMCeO, ha commentato: “Nel Servizio Sanitario Nazionale, le colleghe sono ormai, da almeno cinque anni, la maggioranza, soprattutto nelle fasce di età dove va costruita la carriera e in cui aumentano le responsabilità professionali e quelle familiari.” Questo porta alla necessità di modelli organizzativi che non solo riconoscano, ma valorizzino le professioniste, creando spazi di lavoro che facilitino la conciliazione tra vita professionale e privata.
Nonostante i progressi, la strada verso l’uguaglianza è ancora lunga. La professione medica, soprattutto in ambito sanitario, presenta sfide specifiche che riguardano la sicurezza e le condizioni di lavoro. Il 12 marzo, a Foggia, si celebrerà la Giornata Nazionale di Educazione e Prevenzione contro la Violenza nei Confronti degli Operatori Sanitari e Sociosanitari, segno che è fondamentale porre l’accento sulla sicurezza di chi lavora in questo settore.
La situazione è diversa nel campo dell’odontoiatria, dove gli uomini rappresentano il 70% dei 64.690 iscritti all’Albo, ma anche lì si registrano segnali di cambiamento. Andrea Senna, Presidente della Commissione Albo Odontoiatri Nazionale, sottolinea che le giovani donne stanno sempre più scegliendo questa professione, che consente una maggiore flessibilità negli orari di lavoro, facilitando così la conciliazione con la vita familiare.
Il futuro della professione medica in Italia sembra destinato a evolversi verso una maggiore parità di genere. Le nuove generazioni di donne medico stanno cambiando il volto della sanità, portando con sé nuove prospettive e approcci. Tuttavia, è fondamentale che le istituzioni e le organizzazioni professionali continuino a lavorare per garantire che le donne non solo entrino nel campo, ma vi prosperino, ottenendo pari opportunità e riconoscimenti.
Investire nella sicurezza, creare modelli di lavoro flessibili e promuovere la leadership femminile nelle professioni sanitarie sono passi cruciali per garantire che la femminilizzazione della professione medica non sia solo un trend, ma una realtà consolidata e rispettata. Le donne medico non rappresentano solo il futuro della professione, ma sono anche il motore di un cambiamento culturale e sociale che può avere un impatto positivo su tutta la società italiana.