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Sport e oncologia pediatrica: quando il movimento diventa parte della cura


All’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, una palestra in reparto trasforma l’attività fisica in un potente alleato terapeutico per i giovani pazienti oncologici. Un seminario il 17 aprile racconterà storie, risultati e speranze.

Lo sport è da sempre sinonimo di benessere fisico e mentale, ma nel contesto dell’oncologia pediatrica assume un significato ancora più profondo: diventa strumento di terapia, inclusione, crescita e speranza. All’Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano, il progetto Sport in Pediatria, attivo da oltre dieci anni con il sostegno della Fondazione Bianca Garavaglia Onlus, rappresenta un’esperienza pionieristica e d’eccellenza in Italia e in Europa. Il 17 aprile 2025, dalle 14.30 alle 18.00, l’Aula Magna della Fondazione IRCCS INT ospiterà un seminario aperto al pubblico per raccontare il valore dello sport nei percorsi di cura dei piccoli pazienti oncologici. L’incontro, promosso dal dottor Filippo Spreafico, medico oncologo, e da un team multidisciplinare della Pediatria diretta dalla dottoressa Maura Massimino, sarà un momento di riflessione e condivisione tra clinica, scienza e testimonianza.

Esperienza accessibile a tutti

Nel cuore del reparto di pediatria dell’INT è nata una palestra vera e propria, progettata per permettere ai bambini e ragazzi in cura di allenarsi in sicurezza. Gli esercizi sono pensati da medici e preparatori atletici in modo personalizzato, calibrati sulle condizioni fisiche e cliniche di ciascun paziente. Non si tratta solo di movimento: l’obiettivo è favorire l’autonomia, la fiducia in sé e il benessere emotivo. L’attività sportiva viene praticata anche in camera o a letto, rendendo l’esperienza accessibile a tutti. Con il tempo, il progetto si è esteso anche ai pazienti in regime ambulatoriale e alle attività outdoor, grazie alla collaborazione con Il Progetto del Vento, che propone uscite in barca a vela e arrampicata sportiva. È un approccio che pone il movimento al centro di un percorso di cura globale.

Migliora la vita dei piccoli pazienti

Durante il seminario sarà presentato anche il Progetto Europeo FORTEe, un programma di ricerca che indaga l’impatto dell’esercizio fisico personalizzato sulla risposta alle terapie oncologiche nei bambini e adolescenti tra i 6 e i 18 anni. Un’iniziativa che rafforza, con dati scientifici, ciò che a livello clinico ed esperienziale è già evidente: l’attività fisica non solo è compatibile con la malattia, ma può potenziarne il trattamento. Lo sport, dunque, entra a pieno titolo tra le pratiche terapeutiche complementari, in grado di migliorare la qualità della vita dei piccoli pazienti e di contribuire, concretamente, al loro percorso di guarigione.

Storie che ispirano: il coraggio dei pazienti-atleti

La parte più emozionante dell’evento sarà una tavola rotonda moderata dalla scrittrice e coach creativa Lorenza Bernardi, con le testimonianze dirette dei giovani pazienti che vivono lo sport come strumento di rinascita. Tra gli ospiti anche Stefano Raimondi, campione paralimpico di nuoto a Parigi 2024, esempio concreto di come lo sport possa essere fonte di forza e riscatto. Per i bambini e ragazzi colpiti da tumore, allenarsi, prepararsi a una gara o semplicemente poter muoversi in modo libero e sicuro è un modo per riaffermare la propria identità al di là della malattia. È una promessa di continuità, un ponte tra il “prima” e il “dopo”, un modo per dire: “sto lottando, ma continuo a vivere”. Come sottolinea il dottor Spreafico: “Per un ragazzo, sapere che l’anno prossimo potrà partecipare a una gara e dunque non smettere di allenarsi con animo sportivo, significa avere speranza nel futuro che ci sarà”.

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