L’ipofosfatasia è una malattia genetica complessa, causata dalla carenza di attività della fosfatasi alcalina, un enzima necessario allo sviluppo delle ossa e al corretto funzionamento del sistema muscolare e nervoso. Questa rara affezione può manifestarsi in modi diversi a seconda dell’età di insorgenza e all’evoluzione della malattia.
I sintomi possono variare notevolmente: nei bambini, che spesso presentano forme più severe, si possono osservare crisi convulsive, dolore muscolare, deformità scheletriche, rachitismo e perdita prematura dei denti decidui. Inoltre, è comune riscontrare un deficit nella crescita, che può avere un impatto duraturo sulla qualità della vita. Negli adulti, le conseguenze possono essere altrettanto gravi, con fratture frequenti, dolore muscoloscheletrico e difficoltà nella deambulazione. In questo contesto, la diagnosi tempestiva è cruciale, come afferma Maria Luisa Brandi, presidente della Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso (Firmo).
La recente approvazione da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) della rimborsabilità del farmaco asfotase alfa segna un importante passo avanti nella lotta contro questa malattia. La terapia enzimatica sostitutiva a lungo termine, specificamente indicata per il trattamento di adulti e bambini, viene somministrata tramite iniezione sottocutanea tre volte a settimana, il farmaco viene gestito dal pediatra nei piccoli pazienti e può essere somministrato autonomamente dagli adulti.
Marco Pitea, medico del dipartimento di pediatria presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, sottolinea l’importanza della recente decisione dell’Aifa, considerata un passo fondamentale per le famiglie e i pazienti. L’impatto dell’ipofosfatasia sulla vita quotidiana, in assenza di terapia sostitutiva, sarebbe devastante. Luisa Nico, Presidente dell’Associazione Pazienti Ipofosfatasia, evidenzia quanto possano essere complicate anche le azioni più semplici, come vestirsi, allacciare le scarpe o persino preparare un caffè. La disponibilità di un trattamento efficace rappresenta quindi una svolta cruciale. “Il nostro impegno sarà ancora maggiore sia per aumentare le conoscenze sia per ottenere una diagnosi più tempestiva”, afferma Nico, sottolineando la necessità di una maggiore consapevolezza e informazione su questa patologia. L’ipofosfatasia è una malattia che, pur essendo rara, colpisce profondamente le vite di chi ne è affetto. La terapia restituisce dignità e autonomia ai pazienti, permettendo loro di vivere in modo più pieno e attivo.
In definitiva, la rimborsabilità di asfotase alfa segna indubbiamente un progresso scientifico, e comporta un cambiamento significativo nella vita di molte persone e delle loro famiglie. Con la giusta consapevolezza e un impegno costante, le associazioni di pazienti possono adoperarsi insieme ai medici per garantire che chi dovesse risultare affetto da ipofosfatasia abbia accesso alle cure oggi disponibili.