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Telemedicina, modello vincente. Monitoraggio svelto con meno spostamenti

La telemedicina sta diventando una prassi in ospedale e nella gestione delle cronicità in ambulatorio piuttosto che a casa, al letto del malato, rivoluzionando il modo in cui pazienti e medici interagiscono. Grazie a dispositivi avanzati e piattaforme digitali sicure, oggi è possibile monitorare patologie croniche, prevenire emergenze e gestire terapie senza che il paziente debba recarsi fisicamente dal medico. Chi ne beneficia? Vediamo qualche esempio. I pazienti diabetici possono prevenire le crisi ipoglicemiche grazie ai sensori che registrano in tempo reale i livelli di glucosio e inviano alert per adeguare le dosi di insulina. Le persone affette da Parkinson possono regolare la somministrazione di farmaci sulla base di dati raccolti in tempo reale sui tremori. Pazienti cardiopatici: chi ha subito un’ablazione cardiaca può essere monitorato 24 ore su 24 tramite dispositivi collegati alla telemedicina.

Malati cronici e anziani potranno ricevere cure e consulti senza doversi spostare, riducendo lo stress e i rischi legati agli spostamenti. Al Convegno Nazionale della Società Italiana di Telemedicina (SIT), che si conclude oggi a Bologna riflettori puntati sulle modalità attraverso le quali migliorare la vita di milioni di persone. “Non si tratta di una tecnologia futuristica, ma di strumenti già disponibili che stanno finalmente entrando nella strategia nazionale”, afferma il Prof. Antonio Vittorino Gaddi, presidente della SIT.

Oltre ai benefici per i pazienti, la telemedicina alleggerisce il carico sul Sistema Sanitario Nazionale, riducendo il numero di ricoveri e visite ambulatoriali. Ma quali sono le infrastrutture necessarie per garantire un’efficace implementazione di questi strumenti su scala nazionale? Lo scopriamo nella prossima puntata. Per trasformare la telemedicina in una risorsa stabile e diffusa, è indispensabile una solida infrastruttura digitale. Senza un sistema coordinato, l’applicazione di queste tecnologie rischierebbe di essere frammentata e poco efficace.

Recentemente, il Ministero della Salute ha presentato la Piattaforma Nazionale di Telemedicina, sviluppata dall’Agenas all’interno della Missione 6 Salute del PNRR. Questa piattaforma digitale garantisce: connessione sicura tra pazienti, medici e strutture sanitarie, accesso a telemonitoraggio e teleconsulto in tempo reale, prevenzione avanzata, grazie ai dati raccolti da dispositivi medici intelligenti.

Il presidente Gaddi spiega l’importanza di questa piattaforma: “Nei prossimi 2-3 anni, se il processo proseguirà con il giusto supporto, l’Italia potrà dotarsi di un’infrastruttura capace di rivoluzionare il modo in cui vengono gestite le malattie croniche, la prevenzione e le cure a distanza.”

Grazie alla telemedicina, il flusso di informazioni tra medico e paziente sarà più rapido e preciso. Esempi concreti di utilizzo: un paziente con scompenso cardiaco potrà essere monitorato e avvisato in anticipo rispetto a un aggravamento della condizione, un paziente con diabete non dovrà attendere un appuntamento per ottenere indicazioni sulla regolazione dell’insulina. Pazienti con disturbi psicologici potranno seguire terapie digitali, senza interruzioni dovute agli spostamenti.

Questi strumenti riducono tempi di attesa, costi sanitari e sovraccarico ospedaliero. Tuttavia, perché possano funzionare al meglio, è necessaria una collaborazione tra il governo, il settore sanitario e le aziende tecnologiche. Il Convegno Nazionale della SIT analizzerà proprio queste dinamiche e il ruolo delle istituzioni nel facilitare la transizione digitale della sanità. Il convegno di telemedicina di Bologna, intitolato “Strumento per il buon governo della sanità tecnologica”, raccoglie contributi da medici, giuristi, economisti, rappresentanti istituzionali e specialisti internazionali. Tra le istituzioni che hanno dato il loro patrocinio spiccano il Ministero della Salute, il Ministero della Difesa, l’ENPAM e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Saranno presenti anche giovani ricercatori, che contribuiranno con studi sperimentali innovativi e concorreranno per tre premi dedicati alle idee più rivoluzionarie.

Ma quali sono le sfide future della telemedicina?

Sicurezza dei dati: garantire la protezione delle informazioni sanitarie e la conformità alle normative sulla privacy.

Accesso equo: evitare che la digitalizzazione crei disparità tra cittadini con diversi livelli di alfabetizzazione tecnologica.

Integrazione con il Servizio Sanitario Nazionale: rendere la telemedicina uno strumento stabile e riconosciuto all’interno del sistema sanitario nazionale.

“Il nostro obiettivo è un sistema sanitario efficiente, accessibile e sostenibile, che permetta di migliorare la qualità della vita di milioni di cittadini”, conclude il Prof. Gaddi. Con infrastrutture adeguate e una strategia nazionale ben definita, milioni di pazienti potranno ricevere cure più rapide, personalizzate e sicure, senza doversi recare negli ospedali. Se il progetto continuerà a svilupparsi con il giusto supporto, la medicina del futuro sarà sempre più digitale e sempre più vicina alle persone.

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