L’Italia segna un nuovo record nel settore dei trapianti e delle donazioni di organi, un fenomeno che non solo testimonia il progresso del sistema sanitario nazionale, ma solleva anche interrogativi preoccupanti riguardo alla percezione della donazione tra i giovani. Secondo il Rapporto sulle donazioni e i trapianti presentato al Ministero della Salute, nel 2024 si sono registrati ben 4.692 trapianti, un incremento del 5,1% rispetto all’anno precedente, e 2.110 donatori di organi, con un aumento del 2,7%. Tuttavia, un dato che fa riflettere emerge dal rapporto: oltre il 36% dei cittadini che esprimono le proprie volontà al momento del rinnovo della carta d’identità rifiuta di dichiararsi donatore.
Il ministro Orazio Schillaci, ha commentato i risultati con ottimismo. “La donazione di organi è sinonimo di civiltà, e le donazioni sono aumentate”, ha dichiarato Schillaci, evidenziando l’importanza di continuare a sensibilizzare la popolazione riguardo al valore della donazione.
I dati presentati nel rapporto trapianti sono incoraggianti. Per la prima volta, il numero di donatori per milione di abitanti ha superato il tetto dei 30, posizionando l’Italia tra i leader europei in questo campo. I trapianti di rene, che rappresentano circa la metà del totale, hanno registrato un incremento notevole (+6,6%), seguiti dai trapianti di cuore, aumentati del 13% con 418 interventi. Anche i trapianti di fegato mostrano una crescita, con 1.732 operazioni, sebbene i trapianti di polmone siano diminuiti leggermente, passando da 188 a 174.
Nonostante i numeri positivi, il rapporto evidenzia un aspetto critico: la crescente percentuale di giovani che manifestano indifferenza o che addirittura rifiutano il consenso alla donazione d’organo. Il 36,3% di chi rinnova la carta d’identità dichiara di non voler donare, un dato che preoccupa gli esperti e i sostenitori della causa. Questo rifiuto è particolarmente allarmante poiché le nuove generazioni rappresentano il futuro della solidarietà e della civiltà in termini di donazione.
Le motivazioni dietro a questa scelta possono variare: dal pregiudizio alla scarsa conoscenza sulle modalità del prelievo di organi e sull’importanza della donazione, all’idea che il prelievo comporti un’interferenza negativa sulle cure nei soggetti in prognosi riservata. È fondamentale, quindi, avviare campagne di sensibilizzazione che parlino direttamente ai giovani, utilizzando linguaggi e canali che possano risuonare con loro.
Le istituzioni e le organizzazioni non governative hanno il compito di promuovere una cultura della donazione, spiegando l’impatto positivo che può avere sulla vita di centinaia di persone in attesa di un trapianto. L’importanza di educare i giovani sui temi della salute e della solidarietà non può essere sottovalutata.
Inoltre, è essenziale rafforzare le politiche di informazione e sensibilizzazione, non solo per incrementare la cifra dei donatori, ma anche per modificare la percezione negativa che può circondare la donazione. Eventi pubblici, campagne sui social media e programmi educativi nelle scuole potrebbero essere strumenti efficaci per raggiungere questo obiettivo.
A trainare i trapianti nello scorso anno è stata soprattutto la crescita della donazione a cuore fermo, cioè quella da pazienti la cui morte viene accertata dopo un arresto cardiaco di almeno 20 minuti. Questa modalità (diversa dal prelievo a cuore battente in soggetti nei quali è subentrata, ed è stata accertata, la morte cerebrale) rappresenta il 13,2% di tutti gli interventi realizzati. Numero record anche per le donazioni (410) e i trapianti (1.095) di cellule staminali ematopoietiche da non consanguinei, con una crescita anche dei potenziali donatori di midollo osseo che per la prima volta hanno superato il mezzo milione.
Nonostante le forti differenze territoriali, con quattro regioni del Nord (Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna) che da sole realizzano il 55% dei trapianti, il Sud ha mostrato segnali di miglioramento. Il direttore del Centro nazionale trapianti, Giuseppe Feltrin, ha evidenziato una crescita significativa nella capacità di donazione del Sud, contribuendo in maniera più rilevante rispetto agli anni precedenti alla capacità globale di donazione dell’Italia.
Sebbene l’opposizione al prelievo degli organi nelle rianimazioni sia leggermente calata dal 30,3% al 29,3%, negli uffici anagrafe la tendenza, dicevamo, è inversa. Tra quanti hanno espresso la propria volontà al momento del rinnovo della carta di identità, il 36,3% ha optato per l’opposizione al prelievo degli organi. Questo dato potrebbe avere un impatto negativo in futuro, soprattutto considerando il calo delle nascite e la minore propensione alla donazione tra i giovani tra i 18 e i 30 anni.
Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Rocco Bellantone, ha sottolineato l’importanza di ridurre le opposizioni al momento del rilascio della carta di identità, e ha annunciato l’intenzione, condivisa con il ministero della Salute e il ministero dell’Istruzione e del Merito, di implementare campagne scolastiche per promuovere la cultura della solidarietà. Questa iniziativa mira a sensibilizzare le nuove generazioni e a incoraggiare una maggiore apertura verso la donazione degli organi.