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Trapianto di cuore: da Praga arriva il cuore che salva la vita ad un bambino

Un trapianto di cuore ha cambiato la vita di Paolo (nome di fantasia per tutelare la sua privacy), 12 anni, che fino a qualche giorno fa era attaccato ad un cuore artificiale per colpa di una malattia cardiaca.

Paolo ora può tornare ad una vita normale grazie ad un trapianto di cuore – una corsa contro il tempo fatta dai cardiochirurghi dell’ospedale infantile Regina Margherita della Città della Salute e della Scienza di Torino – e grazie ad un donatore molto speciale dietro al quale esiste una famiglia altrettanto speciale. Perché senza una famiglia che autorizza all’espianto degli organi di una persona cara deceduta non potrebbero esserci “miracoli” come questi.

Il cuore che ora batte nel corpo di Paolo arriva da Praga ed è arrivato all’ospedale infantile Regina Margherita attraverso il grande lavoro del Centro nazionale trapianti che ha allertato il Centro regionale trapianti del Piemonte dov’era in lista Paolo.

Il cuore che batte è quello di una ragazza morta prematuramente per annegamento. I suoi genitori hanno acconsentito all’espianto del cuore, dei reni, del fegato, del pancreas, dell’intestino e dei polmoni. “Organi preziosi ancor di più se di persone giovanissime” afferma oggi il dottor Carlo Pace Napoleone, direttore della Cardiochirurgia pediatrica che con la sua équipe ha eseguito il trapianto di cuore su Paolo, il primo luglio scorso.

Carlo Pace Napoleone, direttore della Cardiochirurgia pediatrica dell’Ospedale Regina Margherita di Torino

È stata una corsa contro il tempo perché è la prima volta che succede che un organo arrivi da un luogo così lontano. Finora, infatti, alcune donazioni ricevute erano arrivate da Stati europei più vicini, soprattutto Spagna.

Il tempo che intercorre tra il prelievo e il trapianto di cuore non dovrebbe superare le 4 ore, per cui vengono accettate donazioni solo da sedi che possono essere raggiunte con un volo di non più di 2 ore, una scelta che limita la disponibilità degli organi.
Noi ce l’abbiamo fatta

Carlo Pace Napoleone, direttore della Cardiochirurgia pediatrica

Il Centro regionale trapianti, grazie alla collaborazione del 118, ha organizzato nella notte un volo per l’équipe di prelievo, diretta dalla dottoressa Maria Teresa Cascarano, che ha raggiunto in 90 minuti di volo la capitale della Repubblica Ceca e ha partecipato al prelievo multiorgano. Il cuore per Paolo è stato trasferito immediatamente con un aereo al Regina Margherita.

Eravamo pronti per il trapianto di cuore. L’intervento è durato 7 lunghe ore. Fino all’arrivo del nuovo organo Il cuore artificiale ha permesso di recuperare il danno polmonare provocato dallo scompenso cardiaco quindi ha permesso il trapianto di cuore. Tutto questo è il risultato di un lavoro di una squadra enorme.

Carlo Pace Napoleone, direttore della Cardiochirurgia pediatrica

Paolo, che tra pochi giorni potrà tornare a casa, è un ragazzino riservato e timido. Ora è felice e ogni giorno comunica la sua gioia ai suoi amici con il suo inseparabile cellulare.

Questa non è solo una bellissima storia di buona sanità ma è anche lo splendido esempio di collaborazione internazionale.

Nonostante il Piemonte sia una delle regioni italiane con il più alto tasso di donazioni, grazie anche all’incessante lavoro del Centro di Coordinamento Regionale per le donazioni e i prelievi, diretto dalla dottoressa Anna Guermani, è necessaria una collaborazione nazionale e internazionale per reperire in breve tempo organi per trapianti così particolari, come quelli per i bambini.

Ancora una volta l’impegno di un’enorme squadra di professionisti, unito alla generosità di una famiglia che ha acconsentito alla donazione, ha reso possibile salvare una vita umana.

Antonio Amoroso, direttore del Centro regionale trapianti

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