La biopsia liquida mostra tutto il suo potenziale nel trattamento del tumore al seno avanzato HR-positivo. All’Asco, a Chicago, è stata infatti presentata una procedura per individuare e trattare la resistenza alla terapia di prima linea. Lo studio di fase III Serena-6, presentato in sessione plenaria al meeting dell’America Society of Clinical Oncology conferma per la prima volta l’attendibilità del monitoraggio del DNA tumorale circolante. Grazie alla biopsia liquida, effettuata con un semplice prelievo di sangue, è possibile rilevare la mutazione del gene Esr1, principale meccanismo di resistenza al trattamento endocrino. Questa innovazione consente di modificare la terapia prima del peggioramento del quadro clinico: anticipando il cambio di trattamento si ottengono vantaggi chiaramente misurabili.
La nuova terapia ormonale con camizestrant, molecola appartenente alla classe dei SERD (Selective Estrogen Receptor Degraders), determina un vantaggio significativo. I SERD sono farmaci in grado di degradare in modo selettivo il recettore degli estrogeni (ER, Estrogen Receptor), un elemento chiave nella crescita di tumori HR-positivi. Dal punto di vista tecnico si può affermare che camizestrant è il primo e unico SERD orale di nuova generazione, antagonista completo di ER, in grado di dimostrare un beneficio in sopravvivenza libera da progressione. Lo studio Serena-6 evidenzia il vantaggio della combinazione di camizestrant con inibitori di CDK4/6, si mette così un freno alla proliferazione delle cellule tumorali. I risultati dello studio indicano una riduzione del 56% del rischio di progressione di malattia o di casi a prognosi infausta nelle pazienti con mutazione emergente di Esr1. Inoltre, la combinazione con camizestrant ha dimostrato un significativo ritardo nel deterioramento della qualità di vita, riducendo il rischio del 47% rispetto alla terapia standard.
Questi dati, secondo gli esperti, confermano l’efficacia di un intervento nella fase di resistenza molecolare. “Circa il 70% delle pazienti con tumore al seno metastatico ha una espressione del recettore estrogenico, chiamato ER o Esr1, ed è negativo per l’espressione della proteina Her2”, ha affermato Giampaolo Bianchini, responsabile del Gruppo Mammella dell’IRCCS Ospedale San Raffaele Università Vita-Salute di Milano. “La prima linea di trattamento in caso di tumori endocrino sensibili è estremamente efficace e ben tollerata. Purtroppo, però, dopo una iniziale risposta, le cellule neoplastiche trovano il modo di ripartire. Il meccanismo di resistenza più frequente, in circa il 45% dei casi, è una mutazione a carico del recettore estrogenico Esr1”.
Lo studio Serena-6, presentato in sessione plenaria al congresso ASCO, ha indicato come e perché conviene anticipare il trattamento nel momento in cui insorge la resistenza molecolare anziché attendere la manifestazione clinica della malattia. Attraverso la biopsia liquida, il monitoraggio del DNA tumorale circolante consente di identificare per tempo la mutazione Esr1 e muoversi di conseguenza. La terapia ormonale con Camizestrant ha poi mostrato le sue potenzialità, facendo regredire i tumori che, al momento della progressione clinica, hanno acquisito questa alterazione molecolare.
Questo metodo rivoluziona un atteggiamento consolidato negli ultimi quarant’anni, secondo cui il cambio di terapia avveniva solo quando il farmaco risultava inefficace dal punto di vista clinico. Ora, grazie alla biopsia liquida, è possibile giocare d’anticipo. La combinazione di camizestrant con gli inibitori di CDK4/6, già approvati per il trattamento di prima linea, ha mostrato benefici significativi. “È possibile trattare la resistenza prima che causi la progressione di malattia e il peggioramento della qualità di vita”, ha affermato Alberto Zambelli, professore associato di oncologia all’Università di Milano Bicocca. “Per la prima volta, la strategia scatta nel momento in cui si manifesta un preciso segnale molecolare, con l’obiettivo di interferire precocemente con un noto meccanismo di resistenza, appunto la mutazione di Esr1. Si introduce cioè il farmaco precocemente, alla comparsa della mutazione di Esr1, prima della progressione di malattia”.
Susan Galbraith, Vicepresidente Esecutivo, Oncology Haematology R&D, AstraZeneca, ha dichiarato a questo proposito: “Come primo studio registrativo a dimostrare il valore clinico del monitoraggio del DNA tumorale circolante per individuare l’emergere di una resistenza e modificare precocemente la terapia, SERENA-6 sta ridefinendo il paradigma clinico del tumore al seno. Camizestrant è il primo e unico degradatore selettivo del recettore degli estrogeni (SERD) orale di nuova generazione e antagonista completo del recettore degli estrogeni a dimostrare un beneficio in prima linea in combinazione con gli inibitori CDK4/6 approvati, e questi risultati supportano il suo potenziale come nuova terapia endocrina standard nel trattamento del tumore del seno HR-positivo”.