L’importanza della prevenzione anche dopo la prima diagnosi di malattia
Affrontare un tumore al seno localizzato non vuol dire semplicemente superare il primo trattamento. Significa imparare a convivere con il rischio recidiva e con un percorso di prevenzione che può durare anni. Ed è proprio su questo che Novartis ha voluto accendere i riflettori con la campagna #PronteAPrevenire, nata per offrire alle donne che hanno già vissuto la diagnosi strumenti di consapevolezza e supporto. “La prevenzione terziaria è essenziale e la consapevolezza delle donne su questo tema è di fondamentale importanza per migliorarne la qualità di vita” – afferma il prof. Giuseppe Curigliano, ordinario di Oncologia Medica all’Università La Statale di Milano, nonché Vicedirettore Scientifico all’Istituto Europeo di Oncologia IRCCS di Milano.
Secondo vari studi, il rischio recidiva per le pazienti con tumore al seno in fase precoce e malattia ormonosensibile HER2 negativa varia tra il 10% e il 17% per gli stadi I, mentre può salire tra il 10% e il 50% negli stadi II e III, anche dopo 20 anni dalla diagnosi e dalla conclusione della terapia endocrina. Numeri che raccontano una realtà spesso sottovalutata: il tumore al seno non è solo una sfida da superare, ma un percorso da monitorare costantemente nel tempo.
Dare forza alle pazienti
Al centro della campagna #PronteAPrevenire c’è un’immagine simbolica: un puzzle, metafora dell’unicità di ogni storia che si completa in una visione collettiva. Quattro donne, appartenenti alle principali associazioni di pazienti coinvolte nella campagna (ANDOS, Europa Donna Italia, IncontraDonna e Salute Donna ODV), hanno scelto di metterci la faccia, raccontando il loro percorso per prevenire una recidiva del tumore al seno. La loro esperienza rappresenta tutte quelle donne che, dopo aver affrontato la malattia, vivono con l’obiettivo di proteggersi e di informarsi sulle terapie disponibili.
“La prevenzione terziaria è un aspetto chiave nella gestione della malattia oncologica” – sottolinea il prof. Michelino De Laurentiis, Direttore dell’Oncologia Clinica Sperimentale di Senologia all’Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale di Napoli. – “Oggi abbiamo nuovi strumenti terapeutici, come gli inibitori di CDK4/6, che in aggiunta alla terapia ormonale standard possono rappresentare un promettente strumento di prevenzione terziaria per un ampio numero di pazienti”.
La campagna #PronteAPrevenire nasce da un bisogno reale delle donne, evidenziato da una ricerca condotta da Europa Donna Italia insieme a IQVIA, con il sostegno di Novartis Italia. “Dalla ricerca emerge una forte richiesta da parte delle pazienti di ricevere informazioni più dettagliate dal proprio medico sul rischio di recidiva” – sostiene Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia. – “Quattro pazienti su dieci affermano di non ricevere abbastanza informazioni a riguardo, e due su dieci, dopo la diagnosi, non conoscono il proprio livello di rischio. Eppure prevenire una possibile recidiva è considerato l’obiettivo terapeutico più importante per il 44% delle intervistate”.
Dati che colpiscono se si considera che nove pazienti su dieci ricercano attivamente informazioni sulla prevenzione, ma spesso non trovano risposte immediate. Il problema non è solo medico, ma anche comunicativo. Per questo motivo, oltre alla campagna sui social, #PronteAPrevenire si inserisce nel più ampio progetto editoriale “È tempo di vita”.
Terapia adiuvante
Quando una paziente riceve la diagnosi di tumore al seno e affronta il primo ciclo di trattamenti, il percorso sembra incentrato sull’urgenza della cura. Eppure, il vero obiettivo è più a lungo termine: evitare che la malattia ritorni, riducendo il rischio di recidiva. La terapia adiuvante è una parte fondamentale di questa strategia. Si tratta di trattamenti somministrati dopo l’intervento chirurgico, per limitare la possibilità che le cellule tumorali residue possano ripresentarsi. Ma quali sono gli strumenti oggi disponibili per garantire una prevenzione efficace?
Secondo la ricerca condotta da Europa Donna Italia insieme a IQVIA e Novartis Italia, su oltre 170 pazienti, emerge un dato chiaro: il 54% delle donne percepisce la terapia adiuvante come un’opportunità che dà forza, sebbene sia spesso difficile da seguire. Ma cosa significa, concretamente, affrontare una terapia adiuvante per una paziente? Molte donne, una volta superata la fase iniziale del tumore al seno, vivono con la consapevolezza che la terapia sarà una compagna di vita per anni. Questo implica impegno costante, controlli regolari e gestione degli effetti collaterali, ma anche la certezza di poter contare su strumenti efficaci per proteggersi.
Alleanza e consapevolezza
Se la terapia adiuvante è una delle principali strategie per prevenire le recidive, il dialogo tra paziente e medico è essenziale per garantire la massima adesione al trattamento. “Ogni paziente è unica e diversa, ed è fondamentale che si crei un rapporto di alleanza esclusiva con il proprio medico, basato sulla fiducia e sulla comunicazione aperta” – afferma il Prof. Alberto Zambelli, Direttore dell’Oncologia dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo e Professore Associato di Oncologia all’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
“Un percorso terapeutico condiviso e consapevole permette alle pazienti di sentirsi accompagnate e supportate, riducendo paure e ansie. Migliorare l’aderenza alle cure e ai controlli significa, alla fine, migliorare la qualità di vita e gli esiti della terapia” – conclude Zambelli. L’informazione diventa quindi un elemento cardine per garantire che le pazienti possano affrontare il trattamento senza incertezze, consapevoli di quanto sia importante la continuità terapeutica nel prevenire il ritorno della malattia.
L’impegno di Novartis e delle associazioni
Se fino a qualche anno fa la lotta al tumore al seno si concentrava sulla diagnosi e sulla fase acuta del trattamento, oggi la ricerca e la medicina hanno ampliato il campo d’azione. La prevenzione non termina con la guarigione iniziale, ma si estende per anni, e deve diventare parte integrante della vita delle pazienti. Novartis, con la campagna #PronteAPrevenire, punta a trasformare questa consapevolezza in un percorso collettivo, coinvolgendo non solo le donne che hanno affrontato la malattia, ma anche l’intero sistema sanitario e la società civile.
“La prevenzione terziaria deve essere considerata una priorità, perché un tumore al seno può ripresentarsi anche a distanza di molti anni” – ha affermato Paola Coco, Medical Affairs Head di Novartis Italy. – “Questa campagna conferma il nostro impegno continuo a fianco delle associazioni pazienti e delle società scientifiche per sviluppare trattamenti sempre più innovativi ed efficaci”.
Ma per garantire un futuro più sicuro alle pazienti, serve un’azione strutturata su tre livelli chiave: 1. Potenziare i programmi di informazione per migliorare la consapevolezza. 2. Investire nella ricerca per sviluppare nuove terapie mirate 3.Coinvolgere la comunità per creare una rete di supporto solida
Uno degli aspetti più innovativi della campagna #PronteAPrevenire è il coinvolgimento diretto delle pazienti nella costruzione di una community digitale dedicata alla prevenzione del tumore al seno. Attraverso il progetto editoriale “È tempo di vita”, le donne possono accedere a contenuti approfonditi sul tumore al seno localizzato, consultare interviste ad esperti e condividere esperienze sui canali social di Facebook e Instagram. Come simbolo di questa rete di supporto, ogni donna è invitata a scegliere una parola evocativa e un colore che rappresentano il proprio percorso di guarigione. Questi contributi daranno vita a un’iniziativa speciale, che a ottobre – nel mese rosa dedicato alla prevenzione – diventerà il manifesto di una battaglia collettiva per la salute femminile.
La ricerca farmaceutica
Se da un lato la consapevolezza è fondamentale, dall’altro la ricerca scientifica continua a spingere oltre i confini della prevenzione terziaria. Negli ultimi anni, l’oncologia ha introdotto trattamenti innovativi capaci di ridurre il rischio recidiva senza compromettere la qualità di vita delle pazienti. La battaglia contro il tumore al seno non si conclude con la guarigione iniziale. La vera sfida è imparare a proteggersi ogni giorno, con il supporto della ricerca, della medicina e della solidarietà tra donne.