Come cambia l’approccio al trattamento delle neoplasie toraciche dopo l’avvento della medicina di precisione. Un tema al centro della settima edizione dei BeMUT-ual Days
Negli ultimi anni il tumore del polmone ha smesso di essere una malattia confinata agli anziani fumatori incalliti, assumendo un profilo epidemiologico più variegato e complesso. I dati real world mostrano infatti un incremento dei casi tra donne, giovani e non fumatori, segnalando un cambiamento che merita di essere indagato. La crescente precisione diagnostica e terapeutica ridefinisce il modo di affrontare questa patologia, grazie a nuove opportunità di trattamento. Un tema che è stato al centro della settima edizione dei BeMUT-ual Days “Oncogene Driven Cancers: the new paradigm”, organizzati da WALCE – Women Against Lung Cancer in Europe, in occasione del mese dedicato alla sensibilizzazione sul tumore del polmone. Due giornate di confronto a Roma che hanno visto la partecipazione di pazienti, caregiver, oncologi, psicologi, società scientifiche e rappresentanti delle istituzioni. L’obiettivo: fare il punto sugli aggiornamenti emersi dai principali congressi internazionali (IASLC, ESMO, ASCO) e discutere le implicazioni di un cambiamento rapido e profondo nell’oncologia toracica.
«Anche quest’anno WALCE è tornata a Roma per i BeMUT-ual Days: al suo settimo anno l’evento mantiene il suo valore e la sua attualità – ha dichiarato Silvia Novello, Professore Ordinario di Oncologia Medica all’Università di Torino e Presidente WALCE – l’incontro continua ad essere l’unico evento nazionale dedicato ai pazienti affetti da tumore polmonare con oncogene addicted e ai loro famigliari. I continui cambiamenti e innovazioni nella diagnostica e nelle terapie mantengono questi incontri attuali e necessari: assistiamo a un costante cambiamento nei bisogni dei pazienti e nella necessità di confronto fra clinici, associazioni e istituzioni».
La prima giornata è stata aperta dalla relazione di Benjamin Besse, responsabile della Divisione di Oncologia Toracica dell’Istituto Gustave Roussy di Villejuif, tra i massimi esperti mondiali della patologia polmonare, che ha sottolineato l’urgenza di un approccio multidisciplinare e internazionale. I dati real world ridefiniscono il volto della patologiaLo studio ATLAS, registro nazionale che raccoglie dati sui pazienti italiani con carcinoma polmonare, ha confermato la trasformazione epidemiologica: su 8.870 pazienti, il 47% sono donne, il 29% non ha mai fumato e il 4,6% ha meno di 45 anni al momento della diagnosi. Numeri che impongono un ripensamento delle strategie di prevenzione e cura, orientandole verso una maggiore personalizzazione.
La crescente incidenza tra donne e giovani si lega anche alla presenza di mutazioni driver (EGFR, ALK, ROS1, BRAF, RET), più frequenti in questi gruppi, che aprono la strada a terapie mirate e a un cambio di paradigma rispetto alla tradizionale chemioterapia. Innovazioni diagnostiche e terapeutiche Il sequenziamento di nuova generazione (NGS) e la bioinformatica hanno rivoluzionato la diagnostica, consentendo di identificare rapidamente mutazioni e alterazioni molecolari. Grazie a test molecolari più precisi, i pazienti possono essere indirizzati verso terapie di precisione già nelle fasi iniziali, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sulla qualità di vita.
Sul fronte terapeutico, l’oncologia toracica sta vivendo una transizione verso approcci integrati basati su target molecolari e immunoterapia. Le nuove molecole introdotte negli ultimi mesi hanno dimostrato di prolungare la sopravvivenza e ridurre gli effetti collaterali, soprattutto nei pazienti con oncogene addiction. La ricerca sul cancro ha portato a terapie di prima linea che si fondano oggi su combinazioni di inibitori specifici, capaci di agire direttamente sulle alterazioni genetiche.
Un tassello fondamentale di questo mosaico è rappresentato dalla Rete Italiana per lo Screening del Polmone (RISP), progetto finanziato dal Ministero della Salute e sostenuto da WALCE. L’iniziativa mira a implementare programmi di screening per popolazioni ad alto rischio, con l’obiettivo di ridurre la mortalità attraverso diagnosi precoce. Le prime evidenze di efficacia sono attese a breve e potrebbero segnare un punto di svolta nella prevenzione del tumore polmonare. La rapidità dei cambiamenti richiede un aggiornamento costante degli specialisti e un dialogo aperto tra pazienti, clinici e istituzioni. Gli eventi come i BeMUT-ual Days diventano quindi momenti imprescindibili di confronto e disseminazione. Oltre alla ricerca clinica, emerge il ruolo cruciale delle associazioni di pazienti e delle attività di advocacy, che favoriscono l’accesso ai test genomici e ai farmaci innovativi, oltre a garantire supporto psicologico e sociale.
In oncologia toracica, per “pazienti con oncogene addiction” si intendono quei malati di tumore polmonare (soprattutto NSCLC, carcinoma polmonare non a piccole cellule) che presentano una peculiare mutazione. In questi casi il tumore è “addicted” (dipendente) da un oncogene specifico, cioè la sua proliferazione dipende principalmente da una singola mutazione o riarrangiamento genetico. Esempi tipici nel polmone: mutazioni di EGFR (recettore del fattore di crescita epidermico), riarrangiamenti di ALK (anaplastic lymphoma kinase), riarrangiamenti di ROS1, mutazioni di BRAF, alterazioni di MET, RET, HER2, KRAS G12C. In casi selezionati, se l’oncogene viene bloccato farmacologicamente, il cancro collassa, per così dire, perché vengono meno i rifornimenti. Implicazioni cliniche:
terapie mirate (TKI, inibitori specifici): i pazienti oncogene-addicted rispondono molto bene a farmaci che bloccano la proteina alterata, ad esempio, gli inibitori di EGFR o ALK possono determinare regressioni tumorali rapide e durature. La scoperta dell’oncogene addiction ha rivoluzionato l’oncologia toracica, consentendo di passare da trattamenti chemioterapici generici a strategie di medicina di precisione. Nel tempo, il tumore può sviluppare mutazioni secondarie che “aggirano” il blocco dell’oncogene, rendendo necessaria la ricerca di nuove linee di terapia.
Le testimonianze dei malati e dei caregiver rafforzano il messaggio che l’innovazione scientifica non è un concetto astratto, ma si traduce in opportunità concrete di cura e speranza. Il tumore del polmone si sta trasformando in una patologia eterogenea, che richiede un approccio di medicina di precisione e una gestione multidisciplinare. Le sfide restano numerose: garantire equità di accesso alle innovazioni, ridurre le disparità territoriali, rafforzare le reti di screening e affrontare le resistenze acquisite alle terapie. La strada maestra è quella della sinergia tra ricerca, clinica, politiche sanitarie e associazionismo. Solo unendo le forze sarà possibile rispondere ai bisogni di una popolazione in evoluzione e affrontare con successo una delle neoplasie più complesse e insidiose del nostro tempo.





