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Tumore del polmone, screening sui forti fumatori. Gli oncologi: inserire nei Lea anche la Tac spirale

Dal congresso nazionale Aiom la raccomandazione agli estensori dei livelli essenziali di assistenza. Neoplasie mammarie, richiesta una estensione del fondo per garantire l’accesso ai test genomici

In Italia, la lotta contro il cancro si gioca sempre più sul terreno della prevenzione e della diagnosi precoce. I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), che definiscono le prestazioni sanitarie garantite ai cittadini, rappresentano uno strumento cruciale per uniformare l’accesso alle cure e migliorare gli esiti clinici. Attualmente, il Servizio Sanitario Nazionale prevede programmi di screening per tre neoplasie: mammella, colon-retto e cervice uterina. Tuttavia, secondo gli oncologi, è giunto il momento di ampliare questo elenco, includendo anche il tumore del polmone, una delle neoplasie più letali e spesso diagnosticata in fase avanzata.

Nel corso del congresso dell’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM) il presidente Massimo Di Maio ha rilanciato una richiesta già avanzata in passato riguardante lo screening per il carcinoma polmonare.

La proposta è chiara: introdurre la Tomografia Computerizzata, la Tac spirale a basso dosaggio, da effettuare annualmente, nei soggetti a rischio. Il target riguarda persone tra i 55 e i 75 anni, forti fumatori (almeno 15 sigarette al giorno per più di 25 anni o 10 sigarette al giorno per oltre 30 anni) ed ex-forti fumatori che abbiano smesso da meno di dieci anni. Un programma, già avviato in forma sperimentale attraverso la Rete Italiana Screening Polmonare, ha dimostrato benefici significativi. “Il monitoraggio con la TAC spirale – ha spiegato Di Maio – riduce del 20% la mortalità per carcinoma polmonare rispetto alla radiografia standard del torace. In 30 anni può prevenire oltre 36mila decessi e ridurre del 5% i costi sanitari indiretti e del 5,9% le spese per farmaci anti-tumorali”.

Nel disegno di legge di bilancio 2026 sono previste risorse per ampliare la platea dei partecipanti al programma RISP, ma l’inserimento dello screening nei Lea rappresenterebbe un salto di qualità. “Sono 21 i sistemi sanitari regionali attualmente attivi in Italia – ha rimarcato il presidente Aiom – e già sussistono troppe differenze. Può essere questa la giusta occasione per uniformare l’assistenza e garantire a tutti i pazienti i medesimi percorsi di cura”.

Parallelamente, i medici richiamano l’attenzione sull’importanza dell’oncologia di precisione, che sta rivoluzionando la gestione delle neoplasie, in particolare quella mammaria. Con 53mila nuove diagnosi l’anno, il tumore della mammella è il più frequente in Italia. Il programma di screening biennale con mammografia ha già salvato migliaia di vite umane, ma il successo è dovuto anche all’innovazione terapeutica. “Uno dei passi avanti più importanti degli ultimi 20 anni – ha dichiarato Alessandra Fabi, consigliere nazionale Aiom – è rappresentato dai test genomici. Consentono una reale personalizzazione delle cure ed evitano terapie inutili”.

I test genomici, inseriti nell’aggiornamento dei Lea, sono utilizzati per il carcinoma mammario, al fine di stabilire se dopo l’intervento chirurgico sia sufficiente l’ormonoterapia, evitando la chemioterapia. “Uno dei test disponibili in Italia ha dimostrato di ridurre del 48% il ricorso alla chemioterapia. Migliorano la qualità di vita delle pazienti, limitando l’uso di farmaci con effetti collaterali importanti, anche a lungo termine”.

Nel 2020 è stato istituito un fondo di 20 milioni di euro per garantire l’accesso ai test genomici a 10mila pazienti l’anno. Tuttavia, le risorse sono quasi esaurite e secondo le stime più recenti, le donne che necessitano dell’esame sono almeno 13mila l’anno. Un incremento di 5 milioni di euro consentirebbe di dare continuità a una pratica clinica ormai consolidata. “Come Aiom – ha concluso Di Maio – siamo pronti a collaborare con il Ministero della Salute alla stesura dei nuovi Lea. Auspichiamo un’accelerazione dell’iter: il testo deve essere approvato dalle Commissioni parlamentari competenti e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Solo così potremo garantire un’assistenza equa, moderna e basata sulle evidenze scientifiche”. L’inclusione dello screening polmonare e il rafforzamento dei test genomici non sono semplici aggiornamenti tecnici: rappresentano una visione più ampia della sanità pubblica, orientata alla prevenzione, all’efficacia terapeutica e alla giustizia sociale.

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