L’Italia arretra sui livelli di profilassi anche in età pediatrica e dopo il calo delle coperture regitrate nel 2023 il trend viene confermato anche nel 2024 anche se il target fissato dall’ Oms per anti polio e antimorbillo è quasi raggiunto usate rispettivamente come proxy per le vaccinazioni contenute nell’esavalente e nel morbillo rispettivamente al 94,76 % e 94,64 rispetto all’obiettivo raccomandato dall’Oms per questi patogeni fissato al 95% utile ad ottenere una immunità di gregge e limitare la circolazione di questi patogeni nella collettività mentre si conferma il valore sottosoglia nelle coperture dei bambini a 5-6 e 8 anni e negli adolescenti a 16 e a 18 anni.
Come negli anni precedenti, anche nel 2023 si osservano differenze tra Regioni.
A livello nazionale, la copertura per l’esavalente (il vaccino che protegge da polio, difterite, tetano, pertosse, epatite B ed emofilo dell’influenza) è scesa al 94,7%, con una riduzione dello 0,39% rispetto all’anno precedente. In leggero aumento invece la copertura per il quadrivalente (morbillo, parotite, rosolia, varicella), che raggiunge il 94,6%, con un incremento dello 0,24%.
Il caso più eclatante è quello della Puglia, dove si registra un crollo del 2,8% per l’esavalente e dell’1,4% per il quadrivalente rispetto al 2022. Seguono la Calabria (-2,7% e -0,5%) e le Marche (-2,2% e -1,5%). La Sicilia si posiziona penultima nella classifica nazionale, con appena l’89,4% di copertura per l’esavalente e il 90,7% per il quadrivalente. Solo la provincia autonoma di Bolzano fa ancora meno vaccinazioni, pur mostrando un sorprendente trend di crescita (+6,3% e +5,2%).
L’unica eccezione positiva nel Mezzogiorno è rappresentata dalla Campania, che riesce a superare la soglia del 95% per i vaccini obbligatori dal 2017. Ottimi risultati anche per il Friuli Venezia Giulia, che registra un incremento del 4,4% per l’esavalente e del 3,2% per il quadrivalente, raggiungendo e superando la soglia di sicurezza in tutte le vaccinazioni obbligatorie.
Le conseguenze di questa riduzione della copertura vaccinale sono già visibili: i casi di morbillo sono passati da 44 nel 2023 a ben 1.045 nel 2024, un’impennata dovuta sia alla fine delle restrizioni anti-Covid, sia al calo delle vaccinazioni in alcune regioni.
Dati su cui interviene
La società scientifica italiana di pediatria e la Fimp chiedono uno scatto in avanti soprattutto su adolescenti
e donne in gravidanza
“I vaccini fanno rima con ragione e non con emozione – sottolinea Antonio D’Avino presidente Fimp, Federazione italiana medici pediatri – è fondamentale spendere nel rapporto con i genitori il tempo necessario per spiegare l’importanza della profilassi vaccinale”. I dati dicono che per ogni minuto che passa sei persone nel mondo vengono salvate grazie ad un vaccino. A ricordarlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sottolineando che negli ultimi cinquant’anni i vaccini hanno salvato 154 milioni di vite: nello stesso periodo la vaccinazione ha ridotto del 40% la mortalità infantile. Il solo vaccino contro il morbillo ha contribuito al 60% di queste vite salvate.
In occasione della Settimana Mondiale dell’Immunizzazione, promossa dall’OMS che si celebra dal 24 al 30 aprile, e della Settimana Europea delle Vaccinazioni (27 aprile – 3 maggio), la Società Italiana di Pediatria richiama dunque l’attenzione sull’importanza di proteggere la salute in ogni fase della vita, ribadendo il ruolo chiave delle vaccinazioni per bambini, adolescenti e donne in gravidanza.
“Questa ricorrenza non è solo un’occasione per celebrare i successi della vaccinazione – afferma il Presidente della Società Italiana di Pediatria (SIP), Rino Agostiniani – ma anche per riflettere sulle sfide che ancora restano aperte anche nel nostro Paese, a partire dalle coperture insufficienti negli adolescenti e nelle donne in gravidanza, fino al preoccupante ritorno del morbillo. L’Italia ha gli strumenti per migliorare, ma servono più informazione e più fiducia”.
In Italia come ricordavamo prima ci sono coperture sotto-soglia e per questo un aumento dei caso di morbillo.
Nel nostro Paese, secondo i dati del Ministero della Salute, si osserva un leggero calo della maggior parte delle vaccinazioni raccomandate nei primi anni di età. A preoccupare è soprattutto la ripresa del morbillo, con oltre 1.000 casi nel 2024 contro i contro i 44 dell’anno precedente e ben 227 casi nei primi tre mesi del 2025 (dati Istituto Superiore di Sanità). Il nostro Paese è il secondo più colpito in Europa dopo la Romania. E il 90% delle persone colpite non era vaccinata.
Vaccinazioni in adolescenza
Anche per le vaccinazioni degli adolescenti serve un cambio di passo. Le carenze più evidenti riguardano infatti le vaccinazioni raccomandate nell’adolescenza. Quella della dose di richiamo contro il meningococco coniugato ACWY – i ceppi più diffusi alle nostre latitudini – che protegge da meningiti e sepsi potenzialmente gravi e permanenti, seppur in lieve miglioramento, nella coorte dei 16enni, raggiunge appena il 56,98% a livello nazionale, ben lontano dall’obiettivo di copertura vaccinale ≥ 95%, previsto dal vigente Piano Nazionale Vaccini.
Tra le vaccinazioni più trascurate, l’anti-HPV (Papilloma Virus Umano) che merita un’attenzione particolare per la capacità di prevenire alcuni tumori della sfera genitale maschile e femminile e del distretto testa collo. È bene ricordare che Il papilloma virus è responsabile di diverse forme di cancro: collo dell’utero, ano, pene, testa-collo (orofaringe), oltre a verruche genitali. E riguarda entrambi i sessi.
Nel 2023, solo il 45,39% delle ragazze nate nel 2011 ha completato il ciclo vaccinale, mentre tra i coetanei maschi la percentuale scende al 39,35%. Nessuna Regione ha raggiunto l’obiettivo minimo del 95%, con picchi negativi come il Friuli-Venezia Giulia (12%) e la Sicilia (23%).
“È ancora troppo diffusa l’idea che l’HPV sia un problema solo femminile – continua Agostiniani –. Ma vaccinare anche i ragazzi è fondamentale, sia per la loro protezione diretta, sia per interrompere la circolazione del virus. Solo così possiamo ridurre davvero il carico di malattia”.
Vaccinazioni in gravidanza: proteggere il bambino fin dal primo respiro. La gravidanza rappresenta un momento cruciale per la prevenzione. In questa fase, sono raccomandate alcune vaccinazioni fondamentali: dTpa (contro la pertosse), antinfluenzale, anti-Covid-19 e quella contro il virus respiratorio sinciziale, recentemente introdotta.
“Vaccinarsi in gravidanza significa offrire al neonato una protezione immediata, soprattutto nei primi mesi di vita, quando è più vulnerabile – afferma Rocco Russo, responsabile del Tavolo tecnico vaccinazioni della SIP –. Eppure, in Italia le coperture restano basse, a causa di paure infondate e informazioni poco chiare. Serve un lavoro coordinato tra ginecologi, ostetriche, pediatri e medici di medicina generale per superare queste resistenze e proteggere davvero i più piccoli”.
Anche prima del concepimento è importante agire in ottica preventiva. “Le donne in età fertile dovrebbero essere immunizzate contro morbillo, parotite, rosolia (MPR) e varicella, in quanto un’infezione contratta in gravidanza, specialmente nelle prime settimane, può comportare gravi rischi per non solo per il nascituro, ma anche per la stessa gestante. Dal momento che i vaccini MPR e contro la varicella sono controindicati in gravidanza, è fondamentale che la vaccinazione avvenga prima del concepimento, con due dosi somministrate almeno un mese prima dell’inizio della gravidanza”, conclude Russo.
Da non trascurare la possibilità, in tutte le neonatologie, di richiedere la copertura con anticorpi anti virus respiratorio sinciziale che è causa delle insidiose bronchioliti. E’ trascorso quasi un anno da questa nuova possibilità e si registra un abbattimento dei casi.