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Vaccini antinfluenzali, si punta tutto sulla tempestività e sul 75% di copertura negli anziani

Al congresso della Società Italiana di Igiene ribadita l’importanza della profilassi: somministrazione contestuale con anti-Covid e strategie regionali per raggiungere i soggetti fragili


La stagione influenzale è alle porte e con questa riparte la campagna vaccinale, uno dei pilastri della sanità pubblica per la protezione delle fasce più vulnerabili della popolazione. In un contesto globale segnato da ondate virali sempre più precoci e aggressive, come dimostra il caso del Giappone con oltre seimila contagi e decine di scuole chiuse già a metà ottobre, l’Italia si prepara a fronteggiare l’influenza con una strategia che punta sulla tempestività e sull’integrazione. Il vaccino antinfluenzale, aggiornato e disponibile su tutto il territorio nazionale, è destinato in via prioritaria ai soggetti fragili: donne in gravidanza, bambini e ragazzi tra i 6 mesi e i 17 anni, over 60 e lavoratori per i quali è raccomandato. Ma il vero obiettivo è alzare la copertura vaccinale tra gli anziani, ferma al 52,5% nel 2024, ben al di sotto del target ottimale del 75%. Questa prospettiva è stata al centro della terza giornata del 58° Congresso Nazionale della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, in corso a Bologna. Un appuntamento che ha riunito esperti, igienisti e rappresentanti istituzionali per fare il punto sulle strategie vaccinali e rilanciare l’importanza della prevenzione.

Vincenzo Baldo

“Vaccinarsi contro l’influenza significa proteggere se stessi e chi ci sta vicino”, ha spiegato Vincenzo Baldo, componente del Gruppo di Lavoro ‘Vaccini e Politiche Vaccinali’ della Siti e ordinario di Igiene all’Università di Padova. “Lo vediamo in questi giorni in Giappone, dove l’ondata influenzale ha già superato i 6.000 casi e decine di scuole chiuse ci ricordano quanto sia importante agire con tempestività nell’offerta vaccinale”. In Italia, la campagna è partita con slancio in sei regioni capofila: Campania, Lazio, Lombardia, Sicilia, Toscana e Veneto. L’approccio, tuttavia, non è uniforme: ogni Regione implementa le strategie vaccinali in modo autonomo, adottando misure specifiche come la chiamata attiva, le campagne nelle scuole e la promozione attraverso i medici di medicina generale.

Michele Conversano

“È da queste strategie che, nel corso degli anni, sono emerse alcune ‘best practice’ che rappresentano oggi dei modelli da seguire per i vari contesti nazionali”, ha sottolineato Michele Conversano, past president della Siti e direttore del dipartimento di prevenzione dell’Asl di Taranto. Un altro elemento chiave della campagna 2025 è la possibilità, su richiesta, di effettuare la co-somministrazione del vaccino antinfluenzale con quello anti-Covid, aggiornato alla variante LP.8.1. Una misura che punta a semplificare l’accesso alla protezione e a ridurre le resistenze, soprattutto tra gli anziani e i soggetti fragili.

Cristiana Salvi

Ma la disponibilità del vaccino non basta. “È fondamentale che la popolazione decida di vaccinarsi”, ha evidenziato Cristiana Salvi, responsabile Resilienza e protezione della comunità presso l’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. “E questo è possibile ottenerlo attraverso una strategia integrata di comunicazione del rischio, coinvolgimento della comunità e gestione dell’infodemia, ovvero della falsa informazione”. Per vincere la sfida dell’influenza stagionale non servono solo dosi e logistica, ma anche fiducia, consapevolezza e una comunicazione efficace. In un’epoca in cui la disinformazione corre veloce e la percezione del rischio è spesso distorta, il ruolo degli igienisti e dei professionisti della sanità pubblica diventa cruciale per costruire una cultura della prevenzione che sia realmente condivisa.

Il congresso degli igienisti ha rilanciato dunque l’appello alla responsabilità collettiva, affinché il 2025 possa segnare un cambio di passo nella profilassi. La copertura del 75% tra gli anziani non è solo un obiettivo statistico, ma un traguardo necessario per ridurre complicanze, ospedalizzazioni e mortalità. E per farlo occorre vaccinarsi senza indugi.

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