Seguici!

Seguici!

Contenuti esclusivi

Medicina ambientale: il potere dimenticato della luce naturale

Gli italiani trascorrono il 90% del loro tempo in...

Malattie rare, scoperto un nuovo gene legato alla retinite pigmentosa ereditaria sul cromosoma X

Un team di ricerca internazionale, guidato da Lorenzo Bianco...

La Sanità sostenibile: esiste un modello da seguire?

Personale che manca, programmazione fuori bersaglio, risorse inadeguate ai...

4 persone su 10 dopo gli ‘anta’ indossano gli occhiali da vista

Sono circa 28 milioni i presbiti in Italia, negli Stati Uniti superano i 100 milioni e superano i 2 miliardi in tutto il mondo. Con l’innalzamento dell’età media inoltre, si tratta di un disturbo che accompagna le persone anche per 40 o 50 anni.

Socialmente attivi e con l’agenda piena di impegni, sia online che offline: sono i 40-50 enni, ma alle prese con i primi veri segni del tempo che passa. Uno dei più diffusi? Sicuramente la presbiopia, che inizia a manifestarsi in questa fascia di età, un difetto visivo che coinvolge circa 28 milioni di persone soltanto in Italia.

Neopresbiti: uomini e donne tra i 40 e il 50 anni

Chi sono i neopresbiti? L’identikit: tra i 40 e i 50 anni, giovani, dinamici, ‘social’ che iniziano a non vederci bene da vicino. Ma è bene non generalizzare: quando si parla di neo-presbiopia, infatti, è importante individuare due distinte categorie di persone, emmetropi e ametropi. Gli emmetropi hanno sempre visto bene a tutte le distanze e non hanno mai portato occhiali. Nel loro caso la presbiopia inizia a farsi sentire durante l’attività a distanza ravvicinata, quando sono costretti ad allontanare gli oggetti vicini con le braccia per poter vedere e leggere bene. Gli ametropi, invece, hanno sempre portato un occhiale monofocale perché miopi, ipermetropi o astigmatici. Si accorgono di avere difficoltà di visione da vicino perché se miopi devono alzare gli occhiali per leggere da vicino, mentre se ipermetropi devono allontanare gli oggetti vicini con le braccia.

Sintomatologia subdola

La sintomatologia a volte subdola negli esordi della presbiopia, soprattutto nei casi di ipermetropie latenti, deve essere affrontata con adeguate correzioni che devono prevedere prima monofocali evolute con supporto per la visione da vicino e successivamente lenti progressive. Queste ultime hanno geometrie performanti e trattamenti antiriflesso specifici che si adattano alle diverse necessità lavorative espresse dal fruitore. I miopi hanno un atteggiamento opposto, ovvero tendono progressivamente a eliminare gli occhiali per lontano ma se vi sono miopie elevate o astigmatismi elevati associati si tende, in rapporto all’età, ad avvicinarsi molto al testo o al computer e anche in questo caso si hanno nel tempo danni posturali”, commenta il Dottor Francesco Loperfido, responsabile del servizio di oftalmologia generale Ospedale San Raffaele, Oftalmologo della Commissione Difesa Vista e Professore a Contratto Università Vita e Salute.

Le soluzioni su misura per i neopresbiti

Per gli emmetropi, sono consigliabili lenti monofocali come le Supereader e le Sync: le prime, ideali per la lettura e per chi non vuole indossare gli occhiali tutta la giornata, le seconde rappresentano un importante supporto in attività che richiedono l’uso del computer. Entrambe offrono profondità di visione maggiore rispetto a quella delle lenti di un occhiale “standard” e sono le lenti consigliate per chi inizia ad avere difficoltà nella visione da vicino, ma non ha mai indossato occhiali sino ad ora. Oltre a Supereader e Sync, per i neopresbiti ametropi sono consigliate le lenti progressive (info: https://www.hoyavision.com/it/).

Altro problema la miopia

E poi c’è la miopia, il difetto visivo più diffuso al mondo. In Italia, sono circa 15 milioni le persone affette da miopia e secondo l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) entro il 2050 questa patologia interesserà il 50% della popolazione in tutto il mondo. Colpa della predisposizione genetica e dei recenti stili di vita: ampio utilizzo di dispositivi elettronici e vita al chiuso. 

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE: Vitiligine, ancora bisogni insoddisfatti. Incyte: “Insieme si può vincere una malattia che inestetismo non è”, Nanotecnologie per curare il diabete di tipo 1 agendo sia nel pancreas sia nei sui linfonodi, Perché vaccinare i pazienti fragili? La parola all’esperto .

Seguici!

Ultimi articoli

Medicina ambientale: il potere dimenticato della luce naturale

Gli italiani trascorrono il 90% del loro tempo in...

Malattie rare, scoperto un nuovo gene legato alla retinite pigmentosa ereditaria sul cromosoma X

Un team di ricerca internazionale, guidato da Lorenzo Bianco...

La Sanità sostenibile: esiste un modello da seguire?

Personale che manca, programmazione fuori bersaglio, risorse inadeguate ai...

Farmaceutica, nuova legislazione UE e la governance italiana:Istituzioni a confronto

Il Sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato: “Al lavoro su...

Newsletter

Registrati e ottieni le nostre rassegne stampa in esclusiva!

spot_img

Da non perdere

Medicina ambientale: il potere dimenticato della luce naturale

Gli italiani trascorrono il 90% del loro tempo in...

Malattie rare, scoperto un nuovo gene legato alla retinite pigmentosa ereditaria sul cromosoma X

Un team di ricerca internazionale, guidato da Lorenzo Bianco...

La Sanità sostenibile: esiste un modello da seguire?

Personale che manca, programmazione fuori bersaglio, risorse inadeguate ai...

Farmaceutica, nuova legislazione UE e la governance italiana:Istituzioni a confronto

Il Sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato: “Al lavoro su...

Curiosità e invecchiamento: come mantenersi mentalmente giovani

La voglia di conoscere non si spegne con l’età:...
spot_imgspot_img

Medicina ambientale: il potere dimenticato della luce naturale

Gli italiani trascorrono il 90% del loro tempo in ambienti chiusi. L’esposizione alla luce naturale può aumentare la risposta biofotonica dell’organismo fino al 30% Confinati...

Malattie rare, scoperto un nuovo gene legato alla retinite pigmentosa ereditaria sul cromosoma X

Un team di ricerca internazionale, guidato da Lorenzo Bianco (Università di Torino) ha identificato un nuovo gene responsabile della retinite pigmentosa (RP): si tratta...

La Sanità sostenibile: esiste un modello da seguire?

Personale che manca, programmazione fuori bersaglio, risorse inadeguate ai fabbisogni, modelli di cura obsoleti, innovazione e ricerca che viaggiano a fari spenti in attesa...

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui