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Cooperative di medici di famiglia, modello per il futuro della medicina territoriale

Durante la pandemia, il sistema della medicina territoriale è andato in sofferenza ma le forme organizzate come le Cooperative di medici di famiglia, già attive con un modello nella presa in carico del paziente cronico, hanno dimostrato capacità di reazione e centralità del medico di medicina generale.

In diverse realtà regionali le Cooperative di medici di famiglia hanno implementato i presidi sanitari sul territorio, rafforzando la rete della medicina territoriale, hanno garantito il telemonitoraggio dei pazienti ammalati di Covid, la telemedicina, la vaccinazione antinfluenzale anti Covid, il monitoraggio domiciliare, le video visita, tamponi rapidi, la telesorveglianza, la gestione degli studi medici.

Le Cooperative di medici di famiglia hanno anche acquisito dispositivi di protezione individuali da distribuire sia ai colleghi medici sia ai pazienti degli studi medici; hanno attivato piani di monitoraggio e hanno seguito migliaia e migliaia di pazienti affetti da Covid attraverso la Centrale medica attraverso piattaforme software. Senza contare che hanno anche attivato Hub di tamponi rapidi e Hub vaccinali per dare una continuità all’azione di vaccinazione.

La medicina generale ha reagito come meglio ha potuto alla grave emergenza sanitaria, mettendo in campo, a supporto della medicina territoriale, gli strumenti a disposizione, che per la categoria risultano ancora precari.

Per questo il Consorzio Sanità Co.S. ha elaborato il Piano di riorganizzazione delle cure primarie e della medicina generale che può integrarsi con il Piano AGENAS per dare più forza al territorio e garantire un maggiore coinvolgimento dei medici di famiglia attraverso l’attività capillare delle Cooperative dei medici di famiglia.

Il piano prevede la promozione e nascita di una rete di Cooperative di medici di famiglia, la promozione della nascita di aggregazioni funzionali territoriali (Aft), l’adozione in misura innovativa, forte e capillare di strumenti tecnologici, la promozione della presa in carico da parte di una Cooperativa di medici di famiglia di gestione di 5-10 aggregazioni funzionali territoriali.

“Il Covid ci ha spiegato con feroce determinazione e chiarezza che è il territorio e non l’ospedale che deve prima tracciare, arginare e poi arrestare il contagio, i ricoveri e poi le morti, e quindi l’unico soggetto che lo può fare si chiama medicina generale, ma lo può fare solo con una organizzazione che si articola attraverso le Aggregazioni funzionali territoriali, gestite da cooperative di medici di medicina generale, di cui i modelli assistenziali professionalizzanti siano soci, e le unità complesse di cure primarie, che sono come le case di comunità ma gestite dalle cooperative di medici di medicina generale, a differenza delle Case della Salute”.

Antonio Di Malta, Presidente del Consorzio Co.S

Ne abbiamo parlato nella puntata numero 5 di “Dentro la Salute”.

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