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Epilessie rare, Lazio e Campania verso la creazione di PDTA specifici e di team di esperti più vicini al domicilio del paziente

Le epilessie farmacoresistenti rappresentano circa il 30% di tutte le forme di epilessia, sono caratterizzate da una ampia variabilità eziopatogenetica e clinica e necessitano di competenze e conoscenze dedicate. Molte di queste epilessie “non responder” sono rare, per lo più ad esordio in età pediatrica, con tendenza alla cronicità e quindi con un impatto psico-sociale impegnativo. Ecco come affrontano la sfida di queste patologie regioni come Lazio e Campania. 

Le epilessie resistenti ai farmaci rappresentano circa il 30% di tutte le forme di epilessia e necessitano di competenze e conoscenze dedicate. Molte di queste epilessie “non responder” sono epilessie rare, per lo più ad esordio in età pediatrica, con tendenza alla cronicità e quindi con un impatto psico-sociale impegnativo.

Al vaglio della Regione Lazio il PDTA per i pazienti con Sclerosi Tuberosa, appena completato nella sua stesura finale. “Dobbiamo seguire questo modello e trasferirlo ad altre forme di epilessie rare” come spiega Nicola Specchio, Responsabile della Neurologia clinica e sperimentale e dell’Ambulatorio epilessie rare e complesse Ospedale Pediatrico Bambino Gesù che conta 1.000 pazienti con epilessie rare provenienti dal Lazio ma anche dal Centro e Sud dell’Italia. “Sarebbe auspicabile, infatti, che le nostre regioni si dotino di PDTA per le epilessie e per specifiche epilessie rare

Ma c’è di più. “La grande sfida in questo campo è garantire in modo continuativo la presenza di un team di esperti attorno al paziente, che contempli oltre alla figura del neurologo anche il fisioterapista, il terapista del linguaggio, il genetista, il pediatra, fino agli operatori dell’assistenza territoriale per una assistenza al domicilio del paziente. Perché le famiglie di pazienti con epilessie rare hanno bisogno di una rete di aiuto forte e capillare per non sentirsi sole” conclude il dottor Specchio. 

Dai dati estrapolati dal registro delle Malattie rare della Regione Campania, risultano che sono più di 250 i pazienti certificati per epilessia rara, stratificati tra adulti e bambini. Tra le diverse forme prese in considerazione, in particolare la Sindrome di Dravet, la Sindrome di Lennox-Gastaut e i disordini di origine neurologica e genetica, quella a maggiore prevalenza risulta essere la sclerosi tuberosa che conta più di 100 pazienti certificati. 

Marialuisa Mazzella, Farmacista del Centro di coordinamento malattie rare Regione Campania mette in evidenza le azioni che il Centro di Coordinamento Malattie rare della Regione Campania implementa per una corretta governance delle malattie rare: prevedono la formazione e l’informazione agli operatori sanitari e non; la definizione di un network per la gestione delle malattie rare attraverso l’individuazione di centri e presidi ospedalieri che possano prendere in carico i pazienti e seguirne il follow up; attività di prevenzione con l’attivazione di  campagne di screening neonatali; la definizione di PDTA che possano definire in maniera appropriata il percorso del paziente gestendo tutti gli aspetti relativi alla malattia e l’implementazione di un registro per la gestione del flusso informativo e dei dati. 

La Campania – rimarca Ugo Trama, Responsabile Farmaceutica e Protesica di Regione Campania – ha da sempre avuto a cuore la creazione di un migliore percorso di diagnosi delle epilessie rare. Grazie alla collaborazione tra il Centro di Riferimento Regionale per l’Epilessia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II e i laboratori del CEINGE, è possibile il sequenziamento del DNA dei pazienti al fine di individuare le mutazioni genetiche specifiche che causano loro la malattia ed attuare quindi un approccio terapeutico personalizzato. Tutto ciò, nato dalla consapevolezza dell’elevato carico medico sociale di tali patologie, è parte integrante della volontà di definire un piano terapeutico che segua il percorso di vita del paziente dall’età pediatrica a quella adulta”.

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