I ricercatori in Italia hanno raggiunto un traguardo rivoluzionario nel campo della medicina rigenerativa cardiaca con lo sviluppo di un “cerotto” biologico in grado di riparare i cuori danneggiati, compresi quelli colpiti da infarto.
I ricercatori in Italia hanno raggiunto un traguardo rivoluzionario nel campo della medicina rigenerativa cardiaca con lo sviluppo di un “cerotto” biologico in grado di riparare i cuori danneggiati, compresi quelli colpiti da infarto. Guidato da Antonio Musarò, professore all’Università La Sapienza di Roma e all’Istituto Pasteur Italia, lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista ‘Scientific Reports’ dal gruppo Nature, ha fatto luce su un significativo avanzamento in quest’area critica della ricerca.
Lo studio è incentrato sull’introduzione di uno strumento sperimentale noto come X-MET, che coinvolge il tessuto muscolare ingegnerizzato. Riparare il cuore dell’adulto a seguito di eventi traumatici come l’infarto è stato uno dei compiti più impegnativi nel campo della medicina rigenerativa. Negli ultimi anni il trapianto di cellule staminali e l’ingegneria tissutale sono emerse come potenziali opzioni terapeutiche. Tuttavia, ricerche precedenti hanno rivelato che le cellule staminali trapiantate hanno capacità limitate di formare connessioni funzionali con i cardiomiociti, le cellule muscolari del cuore.
La ricerca pionieristica ha scoperto che gli stimoli meccanici possono innescare il rimodellamento funzionale nel sistema muscolare scheletrico 3D, trasformandolo efficacemente in una struttura che ricorda da vicino il muscolo cardiaco. Le analisi molecolari e funzionali hanno supportato questa scoperta, dimostrando che l’X-MET rimodellato esprime marcatori rilevanti di cardiomiociti funzionali rispetto ai sistemi di coltura del muscolo scheletrico non stimolati e alle tradizionali colture bidimensionali.
I risultati più promettenti dello studio sono stati osservati durante gli esperimenti condotti su un modello murino di ischemia miocardica cronica, una condizione caratterizzata da un ridotto afflusso di sangue al cuore. L’impianto di X-MET non solo ha preservato la funzione cardiaca, ma ha anche aumentato significativamente il tasso di sopravvivenza dei topi trapiantati colpiti da attacchi di cuore. Questo notevole risultato è stato raggiunto attraverso la modulazione della risposta infiammatoria e la riduzione della fibrosi nei cuori danneggiati.
L’uso dell’X-MET ingegnerizzato come “cerotto” biologico rappresenta un sostanziale balzo in avanti nel campo della medicina rigenerativa cardiaca. Offre una nuova speranza per riparare i cuori danneggiati e ha un grande potenziale per trasformare il trattamento delle malattie cardiache.
Questo studio innovativo pone le basi per ulteriori ricerche e incoraggia collaborazioni multidisciplinari che potrebbero rivoluzionare il modo in cui affrontiamo il trattamento dei disturbi cardiaci. Lo studio ha ricevuto il sostegno dell’Istituto Pasteur Italia, della Fondazione Roma e di Afm-Telethon, mentre la Fondazione Ibsa ha fornito una borsa di studio a Marianna Cosentino, la prima autrice dello studio. Con la continua esplorazione e partnership innovative, il futuro sembra promettente per i progressi nella medicina rigenerativa cardiaca di cui beneficeranno innumerevoli persone in tutto il mondo.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE: “La Toscana è una terra d’avanguardia quando si parla di malattie rare e di…, “Fair play for life” premia due medici: al centro c’è il paziente, non la…, Farmaci orfani per malattie rare, l’impegno di Alexion e le proposte per potenziare l’accesso…, I perché della vela.