Si tratta di donanemab, un anticorpo monoclonale anti-amiloide che agisce attaccando le proteine beta-amiloide nel cervello.
I risultati di uno studio di 18 mesi hanno dimostrato che un nuovo farmaco contro l’Alzheimer può ritardare la progressione della malattia fino al 35,1%. Si tratta di donanemab, un anticorpo monoclonale anti-amiloide creato da Eli Lilly and Company che agisce attaccando le proteine beta-amiloide nel cervello.
Pro e contro
Se però durante lo studio alcuni pazienti hanno avuto un rallentamento del declino da 4,4 a 7,5 mesi, il farmaco ha mostrato tuttavia gravi effetti collaterali, come emorragie cerebrali e gonfiore. Nonostante ciò, donanemab sarà probabilmente approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense, diventando il terzo farmaco disponibile per il trattamento dell’Alzheimer negli Stati Uniti. Gli esperti ritengono che questi nuovi trattamenti possano aprire la strada a una nuova era di terapie molecolari per la malattia di Alzheimer e altre malattie neurodegenerative.
Necessari ulteriori studi
In ogni caso, sono necessari ulteriori dati per comprendere meglio a chi il farmaco sia più indicato e se i benefici superano i rischi. È importante notare, infatti, che ci sono alcune grandi limitazioni allo studio: quasi tutti i partecipanti erano bianchi e l’età dei partecipanti era compresa tra 60 e 85 anni. In più il processo si è concluso appunto dopo 18 mesi, anche se i ricercatori affermano che ora è in lavorazione un’estensione.
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