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Ferie settembrine in Paesi esotici? Attenzione a stomaco, intestino e altre insidie

Le donne sono più soggette alle disbiosi (alterazioni della flora batterica) rispetto agli uomini sia per ragioni ormonali, sia per ragioni correlate all’asse intestino-cervello.

Nel corso dei viaggi esotici i ritmi e le abitudini alimentari possono cambiare sia a seguito del caldo sia, soprattutto, in funzione delle vacanze. “In entrambi i casi, è importante ricordare come le alte temperature aumentino la proliferazione batterica, ed è dunque fondamentale osservare alcune attenzioni nella conservazione degli alimenti per evitare episodi di gastroenteriti”, mette in guardia il professor Giovanni Marasco, gastroenterologo e dirigente medico presso IRCCS S. Orsola, nonché ricercatore presso UNIBO e referente scientifico Schwabe Pharma Italia.  

Occhio alla diarrea del viaggiatore

E poi bisogna stare attenti alla diarrea del viaggiatore, sindrome causata dall’effetto di alcuni batteri che normalmente, nelle popolazioni residenti nei Paesi tropicali, non danno problemi.  Per raggirarla, basta conoscere alcune regole base:

  •  mangiare solo cibi ben cotti, evitando frutta e verdura crude, carni crude o poco cotte e latticini;
  •  bere solo acqua e bibite servite in bottiglie confezionate, evitando l’acqua di rubinetto e i cubetti di ghiaccio;
  • usare l’acqua in bottiglia anche per lavarsi i denti.

“Consigli sempre validi per chi sta pianificando le ferie settembrine in Paesi dove le condizioni sanitarie sono precarie e dopo il rischio di acqua e cibi contaminati è alto”, continua il professor Marasco. “In ogni caso, per chi rimane alle nostre latitudini, raccomando sempre a tutti di curare bene la salute del nostro microbiota intestinale per non avere problemi”. 

Bene il tè matcha e la kombucha

Il primo passo è prestare attenzione alla propria dieta alimentare, favorendo l’introduzione di cibi fermentati (yogurt, kefir, tofu, miso): forniscono una serie di elementi utilissimi quali fermenti lattici, ma soprattutto acidi grassi a corta catena che sono in grado di riparare le lesioni presenti sulla mucosa intestinale). Bene anche il tè matcha (favorisce l’eliminazione delle feci e aiuta la pulizia del colon, eliminando le tossine che vi si accumulano) e la kombucha: bevanda fermentata a base di tè originaria della Cina, considerata un vero e proprio toccasana per l’organismo. Semaforo verde – a patto di non essere intolleranti – per tutti quegli alimenti che hanno un quantitativo di lievito (come la birra che però, essendo una bevanda alcolica, va assunta in dosi moderate), con eventuale integrazione probiotica, attraverso i prodotti in commercio (scegliete quelli che garantiscono la migliore prevenzione per le diarree transitorie contenenti lattobacilli, oppure il Saccharomyces boulardii, che è un fungo probiotico). 

Più a rischio bambini e anziani 

I disturbi intestinali estivi possono riguardare tutti, nessuno escluso. “Da attenzionare però soprattutto i bambini, poiché hanno una flora batterica in costruzione meno resiliente alle insidie esterne”, precisa il gastroenterologo, “e gli anziani che, causa senescenza del microbiota intestinale, risultano più soggetti a questi agenti patogeni”. Una curiosità: le donne sono più soggette alle disbiosi (alterazioni della flora batterica) rispetto agli uomini sia per ragioni ormonali, sia per ragioni correlate all’asse intestino-cervello. La pancia è il primo avamposto in cui arrivano e vengono percepiti, spesso a livello subliminale, i segnali che ci eccitano, ci allarmano, ci irritano. Questo avviene attraverso la densa innervazione da parte del sistema nervoso autonomo e ai numerosi ricettori cerebrali che si trovano nei visceri. Così la pancia sente e reagisce, elabora gli stimoli che i nostri sensi captano e il nostro cervello rimaneggia. Quando l’intestino manifesta un disturbo, vuol dire che sta elaborando un conflitto. Questo avviene perché l’intestino non scompone chimicamente solo il cibo, ma anche pensieri ed emozioni. Non a caso la colite si fa sentire nei momenti di tensione, di scontri e di cambiamenti”. Non solo. Numerosi studi hanno dimostrato che soggetti con un microbiota alterato, in termini di stipsi o di diarrea, sono più suscettibili di ansia e depressione e che l’utilizzo di probiotici possa contribuire a ridurne i livelli. 

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