“Voglio che tu sia come sei. Ti accetto così. Ti amo così. E per me vali molto perché tu vali molto“. Se si potessero riscrivere le ninne nanne forse questa dovrebbe entrare a pieno titolo nella play list delle cose da canticchiare ad un figlio ogni sera mettendolo a letto. Forse glielo diciamo troppo poco. Perché lo diamo per scontato o perché, sotto sotto, non lo pensiamo del tutto. Accettare i figli per come sono e non per come pensiamo potrebbero essere se solo rispettassero i nostri sogni, i nostri ideali, i nostri valori. Accettarli anche quando sono molto diversi da come ci eravamo immaginati, da come volevamo che fossero. E’ una sfida enorme, è vero. Ma vale la pena provarci.
«I nostri ragazzi, i nostri bambini, sempre più soffrono di un disagio profondo legato ad una mancanza di autostima. Non importa quanto sono intelligenti, capaci, belli loro credono di non valere nulla. E portano dentro di loro una ferita che ha origini lontane, di quando erano molto piccoli. I genitori non ne hanno ‘colpa’ perché non c’è dolo o intenzionalità. Ma a volte ne sono inconsapevolmente responsabili. Allora, il consiglio che mi sento di dare è: ascoltiamoli, accettiamoli, sosteniamoli. E se necessario facciamo un passo indietro pronti a farne uno avanti quando ci vengono a cercare. Perché si sentono sempre più soli e disorientati. E depressi». E’ un pugno nello stomaco il ritratto del disagio giovanile che delinea Laura Dalla Ragione, psichiatra e psicoterapeuta, Direttore della rete DCA USL 1 dell’Umbria, docente al Campus Biomedico di Roma ma soprattutto grande esperta in disturbi dell’alimentazione.