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Terapia emergente per il tumore al polmone Alk+

Aifa ha autorizzato la rimborsabilità in prima linea del farmaco lorlatinib, inibitore della tirosin-chinasi) di terza generazione

Arriva in Italia una nuova possibilità di trattamento per i pazienti adulti affetti da un particolare tipo di tumore del polmone che colpisce in maniera preponderante i non fumatori, ovvero il carcinoma polmonare non a piccole cellule (Nsclc) in stadio avanzato Alk positivo. Con la pubblicazione della determina in Gazzetta, l’Agenzia italiana del farmaco ha autorizzato la rimborsabilità in prima linea del farmaco lorlatinib (inibitore della tirosin-chinasi) di terza generazione, una terapia che  ha portato a una riduzione del rischio di progressione di malattia pari al 73%, facile da somministrare e attiva persino sulle metastasi cerebrali.

Si tratta di un passo avanti nel trattamento di questa neoplasia di nicchia, presente nel 5-7% dei casi di Nsclc, e con una maggiore incidenza in pazienti più giovani under50, che magari non hanno mai fumato sigarette, e che soffrono per una malattia che risponde molto meno alla chemioterapia standard.

In Italia, il tumore del polmone è la seconda neoplasia più frequente negli uomini (15%) e la terza nelle donne (6%), oltre che causa di un numero di decessi superiore a qualunque altra forma di cancro. Secondo i dati Aiom-Airtum, lo scorso anno in Italia sono state stimate circa 44.000 nuove diagnosi. La maggior parte dei casi corrisponde all’istologia Nsclc. All’interno di questo gruppo, la ricerca ha individuato numerose alterazioni molecolari che possono determinare l’insorgenza e lo sviluppo della patologia neoplastica. Tra queste, l’alterazione del gene Alk che rappresenta un target sul quale fare leva.

I pazienti con Nsclc Alk+ presentano una elevata incidenza di metastasi cerebrali (fino al 40%). “Questi pazienti sono più giovani della media, in prevalenza non fumatori e in buone condizioni generali, ma con un’alta incidenza di metastasi cerebrali. Il sistema nervoso centrale è per loro un sito frequente di progressione della malattia; pertanto, la prevenzione delle metastasi cerebrali durante la prima linea di trattamento ha un ruolo fondamentale”, ha spiegato Silvia Novello, ordinario di oncologia all’Università di Torino e presidente di Walce Onlus.

Lorlatinib è disegnato specificamente per superare la barriera ematoencefalica e agire a livello cerebrale, nonché per essere attivo in pazienti già trattati che hanno sviluppato resistenze. Oggi è rimborsato anche come monoterapia in prima linea.

Lo studio internazionale Crown ha fornito nuove evidenze sull’efficacia di lorlatinib come terapia di prima linea nel trattamento del tumore polmonare. Questo studio ha confrontato lorlatinib in monoterapia con il trattamento standard crizotinib in monoterapia su un campione di 296 pazienti.

I risultati dello studio hanno dimostrato che lorlatinib ha aumentato la sopravvivenza libera da progressione della malattia, e determinato miglioramenti statisticamente significativi nel tempo alla progressione di malattia a livello intracranico. Questo è particolarmente rilevante per i pazienti con metastasi cerebrali.

Filippo de Marinis, direttore della Divisione di Oncologia toracica all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Toracica e membro dello Steering Committee del progetto Crown, ha sottolineato l’importanza di lorlatinib come terapia mirata nel tumore polmonare. Secondo il professor de Marinis, lorlatinib ha dimostrato di essere più efficace in tutti i parametri valutati, con una riduzione significativa del rischio di progressione di malattia pari al 73%. Inoltre, l’82% dei pazienti con metastasi cerebrali ha riscontrato una risposta intracranica, che è stata completa nel 71% dei casi.

Questi risultati indicano che la terapia può offrire benefici significativi ai pazienti con tumore polmonare, dimostrando anche benefici a lungo termine mai riscontrati prima. La terapia mirata si conferma quindi una strategia promettente.

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