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L’impatto dei farmaci equivalenti: vantaggi, resistenze e sfide in Italia

Intervista a Stefania Dell’Orco, Direttore UOC Farmaceutica Territoriale ASL Roma 6

L’ingresso dei farmaci equivalenti ha trasformato il mercato farmaceutico mondiale, migliorando l’efficienza del sistema sanitario e promuovendo la sostenibilità. Questi farmaci, efficaci quanto quelli di marca, stimolano la concorrenza etica sui prezzi e ampliano l’accesso a cure di qualità. Tuttavia, in Italia, i farmaci di marca generano ancora un copayment annuale di oltre un miliardo di euro, risorse che potrebbero essere utilizzate meglio. Nonostante i progressi, permangono resistenze tra operatori e pazienti, spesso dovute a informazioni poco accurate.

Durante l’evento “IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE – CALL TO ACTION”, promosso da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Teva, Stefania Dell’Orco, Direttore UOC Farmaceutica Territoriale ASL Roma 6, ha affrontato questo tema. Ha dichiarato: “Certamente il farmaco equivalente rappresenta un’opportunità terapeutica irrinunciabile per i sistemi sanitari perché offre garanzie di efficacia, sicurezza e qualità pari a quelle del farmaco di riferimento. Inoltre, permette di praticare prezzi più competitivi, favorendo così la sostenibilità del sistema. Tuttavia, nella pratica quotidiana, registriamo ancora una diffidenza nei confronti dei farmaci equivalenti, nonostante i loro vantaggi. È fondamentale incentivare l’informazione e la formazione sia della classe medica che dei cittadini, che a volte ricevono informazioni da fonti poco autorevoli. Anche i governi e i servizi sanitari regionali dovrebbero monitorare questo fenomeno della compartecipazione per migliorare l’aderenza e la persistenza nei trattamenti. Per quanto riguarda la situazione nella Regione Lazio, il dato non è confortante: la spesa pro capite media per assistito sulla compartecipazione è di 24 euro, rispetto alla media nazionale di 18,9 euro. Questo alto copayment sfavorisce l’aderenza alle terapie, comportando un uso inefficiente delle risorse e un ritorno di salute piuttosto scarso”.

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